Caso La Russa jr, dai messaggi pubblicati alla faccia della privacy dai giornaloni rossi sembra facile che il drink fosse normale. Ha scatenato semplicemente tutte le sostanze che la ragazza aveva assunto prima della discoteca

1. TUTTE LE CHAT DELLA RAGAZZA CHE ACCUSA LEONARDO LA RUSSA: «MI HA DROGATA, PER FORZA. HO PAURA MA VADO AVANTI»

Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella e Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

«Dopo quasi due mesi sono ancora impaurita», ma la paura di cui parla la 22enne che ha denunciato di aver subìto violenza sessuale dal terzogenito di Ignazio La Russa nella casa del presidente del Senato dopo una serata in discoteca a Milano non è tanto di rivivere psicologicamente il dramma, quanto un timore per certi versi più difficile da scrollarsi di dosso: «Ho paura di essere finita in una cosa più grande di me. Ma ho detto solo la verità, voglio affrontare questa vicenda sino alla fine».

E ribadisce al suo legale […] di aver denunciato «perché penso si debba avere il coraggio di affrontare le conseguenze di una violenza senza vergognarsene». Dai tanti, lunghi messaggi che scambia dal letto stesso in cui l’ha lasciata Leonardo La Russa la mattina del 19 maggio, si comprende con chiarezza che a convincerla di essere stata drogata è il racconto dell’amica con la quale era andata a ballare.

Chat che documentano tre circostanze: lei sembra davvero non ricordare nulla; l’amica è una testimone diretta di quello che è successo in discoteca; e se la ragazza prende coscienza di aver avuto rapporti sessuali con il figlio di La Russa, è perché proprio il giovane glielo avrebbe rivelato quella mattina.

«Amo (amore, ndr) mi sono risvegliata da La Russa… (…) ma che problemi ho… o mi hanno drogata. Non mi ricordo bene, non va bene, faccio troppi casini. Non sono normale, raccontami di ieri»: è da poco passato mezzogiorno e la 22enne si è appena svegliata nuda nel letto.

Non ricorda nulla, ma il 19enne, dichiarerà dopo, le ha detto che avevano avuto un rapporto sessuale sotto effetto di stupefacenti dopo che si erano incontrati la sera nella discoteca Apophis di Milano. «Mi sto prendendo male, ma davvero, troppo. Cosa è successo? Amo mi sono svegliata qui da lui e non ricordo nulla. Aiuto…» scrive all’amica. È solo il primo messaggio della chat che proseguirà finché non si recherà di pomeriggio nel centro anti violenze della clinica Mangiagalli. Leonardo è fuori dalla stanza quando l’altra le chiede a bruciapelo: «Tu sei da lui ora?», «Avete fatto sesso?», «scappa, scherzi, va’ via subito», quasi le «urla».

Le racconta che a un certo punto della serata l’aveva vista perdere il controllo di sé stessa. «Amo penso che lui ti abbia drogata, ma tu non mi ascoltavi ieri» perché «sei corsa via e non ti ho più trovata». La ragazza è sconvolta: «Dio santo, davvero? Cosa è successo? Non ricordo nulla».

Stava «benissimo» […]. Almeno «fino a quando lui ti ha offerto il drink, tu eri stata normale, eri stranormale. Avevamo fatto delle strisce (probabilmente di cocaina, ndr) anche lì all’Apophis», ma «non è quello che ti ha fatto diventare strana», perché «è dopo il drink che sei diventata strana strana. Lo continuavi a baciare», e «io ti ho chiesto se lui ti piacesse o meno, e tu mi fai “Sì lo amo” (…) Poi hai urlato “facciamo una botta”, io ti ho spiegato che l’abbiamo finita assieme (forse si riferisce ancora alla droga, ndr)». Ricorda solo le «strisce» che avevano consumato, il resto è buio totale.

È questo uno dei punti cardine dell’inchiesta del pm Rosaria Stagnaro e dell’aggiunto Letizia Mannella: la giovane, che già era sotto effetto della coca che aveva assunto volontariamente, è stata drogata anche con una sostanze versata di nascosto nel suo bicchiere? […] L’amica ha […] tentato di portarla via dal club, ma non c’è stato verso. «Ti ho detto che volevo andare a casa e ti ho chiesto di accompagnarmi fuori» e «alle tre ho chiamato un taxi, ti ho anche chiesto se volessi tornare con me, ma dicevi di voler stare con lui». Da quel momento l’ha persa di vista.

«Amo, mi ha drogata, per forza», si convince in quel momento la 22enne. Nella querela depositata dall’avvocato Benvenuto, la giovane afferma di aver cominciato allora a tremare: «Ho paura, me ne sto andando», messaggia all’amica che, evidentemente molto preoccupata, le consiglia: «Amore tu ora torna esattamente a casa tua».

«Perché mi succedono ste cose?», si chiede lei mentre l’altra la interroga con crudezza: «Pensi ti abbia stuprata?». Perché «c…o ti ha sicuramente drogata. Comunque, che m…a, sempre odiato». La risposta è ancora una volta la stessa «Non mi ricordo nulla amore, ma niente proprio», mentre si fa strada il timore per quello che potrebbe succedere dopo: «Lascia stare. Che non esca la cosa», «spero non mi abbia vista nessuno».

[…] «Che vergogna, amo mi dovevi portare via», dice la 22enne quasi rimproverando l’amica, che infatti reagisce: «Amore ci ho provato, ma sai che sei più forte di me. Sei letteralmente scappata correndo via», […] «te l’ho detto più di una volta ma non ragionavi proprio», «non so come spiegarlo, non eri tu. Amore posso solo immaginare, che m…a». Lei quasi crolla sullo schermo del cellulare: «Mi viene da piangere», «aiuto cosa mi ha fatto…».

«Spero lo denunci», le dice l’amica. «L’abbiamo fatto, da come dice (Leonardo, ndr)», ma «non mi ricordo nulla». Sembra ancora titubante su cosa deve fare: «Denuncio… come?». L’altra: «Ti ha per forza drogata», «non può essere c (forse: cocaina, ndr). Non ti fa quell’effetto. Non era mai successo tutte le altre serate», commenta dimostrando che le due «strisce» della sera prima non sarebbero state un caso isolato.

[…] «Mi ha drogata. Mi ricordo tutto perfettamente fino a un certo punto (…). Ma ti rendi conto… Che vergogna. Sto uscendo. Non ho parole… Inizia pure a girarmi la testa… Sono terrorizzata, sto aspettando (che Leonardo) mi porti le mie cose», «vestiti e cose varie. No, me ne vado». La chat si interrompe. Riprende alle 15.18 quando la 22enne sta andando alla Mangiagalli: «Vado in ospedale. Sta venendo mia madre a prendermi». E l’amica le dà l’ultimo consiglio: «È giusto che denunci la cosa, però stai veramente attenta, suo padre è il presidente del Senato».

2. CASO LA RUSSA, LA TESTIMONE: «SONO AMICA DI ENTRAMBI, MAI VISTO LEO CON DELLA DROGA. IL DJ? GIURO, NON SO CHI SIA»

Estratto dell’articolo di Andrea Galli per il “Corriere della Sera”

A domanda, ci risponde. «Sì, sono un’amica di entrambi». «No, da quando è uscita la notizia non ho sentito nessuno dei due, mi è sembrato poco opportuno». Qui parla senza che ci sia prima un nostro quesito: «In ogni modo Leonardo lo conosco bene, davvero bene, abbiamo frequentato insieme l’università a Londra, e con me, così come con tutte le altre, non ha mai superato il confine, se intende quello che dico: uno che sta al suo posto, che non va contro le volontà delle donne…».

Altri interrogativi. Il primo: la droga. «Leonardo e la droga? Ma no, impossibile, le due cose non c’entrano nulla. O almeno, io adesso mi sto riferendo al nostro comune vissuto, ignoro come siano andati i fatti nella sua abitazione, e non mi permetto di avanzare sospetti in una oppure nell’altra direzione, però con la droga non l’ho mai visto». Dopodiché: lei era in quel locale, giusto? «No». Ma viene collocata lì. «Eh, forse c’ero, forse non c’ero. Guardi, non mi ricordo». E ancora: chi è il ragazzo che ha dormito nell’appartamento di Leonardo e avrebbe partecipato alle violenze? «Non ho idea. Glielo giuro».

Il Corriere ha cercato le tre amiche della coetanea che ha denunciato Leonardo Apache La Russa per stupro. Quelle appena lette sono le frasi della ventenne che, nel parziale ordine cronologico stilato dagli investigatori, è stata la seconda a comparire con il suo ingresso nell’esclusivo club Apophis […] : è stata lei a ricordare alla coetanea l’eventualità del versamento di droga nel suo bicchiere; era stata appunto lei, in precedenza, a condividere frammenti della serata prima dell’arrivo all’Apophis e magari, ma è una mera ipotesi, anche condividere, oppure essere una spettatrice dell’evento, l’assunzione di sostanze stupefacenti.

Saranno magistrati e poliziotti ad aggiungere elementi al fascicolo, a cominciare dalle deposizioni di queste tre ragazze. E risulta scontato che quel tema, l’ipotetica droga nel calice, e magari versata da La Russa, necessiterà di ramificati dettagli. Sull’argomento non intende pronunciarsi la terza ventenne, la quale, sempre nella scansione temporale degli investigatori, è entrata in scena per ultima.

Ovvero con la chat in cui era stata informata dalla coetanea delle ore trascorse a casa di Leonardo, e con il suo invito ad andare in Mangiagalli per la visita. Di più: si era proposta di raggiungere l’amica e accompagnarla di persona nella clinica. […]

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