Ucraina, Meloni si lava la coscienza sulle bombe a grappolo con una dichiarazione che non serve a nulla: non sappiamo nemmeno se la faranno leggere al vecchio criminale di Washigton

Biden parte per l’Europa con le bombe a grappolo per Kiev. Ma Roma, Madrid e Londra non le vogliono

L’Ucraina fornisce assicurazioni scritte che non userà le cluster bomb nelle aree urbane popolate da civili. Ma Medvedev accusa il “nonno morente” di voler provocare l’Armageddon nucleare. Meloni: “L’Italia auspica l’applicazione universale dei principi della Convenzione che ne vieta la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio”

Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una rara rottura con il fronte che appoggia l’Ucraina, schiera l’Italia contro l’invio di munizioni a grappolo all’esercito ucraino, perché il nostro Paese «aderisce alla Convenzione che vieta la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio delle munizioni a grappolo».

GLI USA HANNO FINITO LE MUNIZIONI DA INVIARE: ECCO IL MOTIVO DELLE BOMBE A GRAPPOLO

La questione del munizionamento a grappolo che gli USA spediranno in Ucraina (con tutta probabilità proiettili d’artiglieria M864 da 155 mm, ognuno caricato con 48 submunizioni M42 e 24 M46) si sta rapidamente trasformando in un mezzo disastro di pr. Non solo gli USA perdono la “superiorità morale” di cui (a detta loro…) godono inviando armi il cui utilizzo il 28 febbraio 2022 Jen Psaki aveva definito un crimine di guerra (quando le usavano i russi, ovviamente: ora la faccenda pare più sfumata) e sono costretti a incassare critiche da parte degli stessi alleati NATO (UK, Spagna e Francia su tutti, da noi si manda avanti Crosetto a fare cerchiobottismo), ma lo fanno perché, come ammesso sia da Sullivan che da Biden, non ci sono più proiettili “normali” da spedire in Ucraina, e quindi bisogna mandare questi, crimine o non crimine.

A COSA SERVONO IN UCRAINA QUESTI ORDIGNI INFAMI

di Andrea Zhok da Facebook

La consegna delle munizioni a grappolo da parte degli USA all’Ucraina è emblematica del senso e dell’attuale situazione di questo conflitto.
Dal punto di vista militare queste munizioni non cambiano assolutamente nulla sul piano dei rapporti di forza. Armi ben più potenti e utili per le offensive come i carrarmati Leopard o i missili Himars e Storm Shadow non hanno cambiato lo scenario.
Le munizioni a grappolo sono state messe fuori legge da molti paesi (Convenzione di Oslo del 2008) non per le loro conseguenze sulle truppe, ma perché, essendo utilizzate in grandi numeri rimangono in buona parte inesplose sul terreno, e le loro caratteristiche di frammentazione le rendono particolarmente insidiose per la popolazione civile a conflitto finito.
Dunque, per dirla con un francesismo, non sono armi particolarmente vincenti, ma solo particolarmente stronze.
Due osservazioni sono qui, credo, rilevanti.
La prima è il meccanismo mentale per cui gli USA si distinguono nella storia come la nazione più ipocrita che abbia calcato i sentieri di questa valle di lacrime: la dirigenza americana infatti ci ha tenuto a far sapere di aver chiesto e ottenuto dall’Ucraina “garanzie scritte di impegno ad utilizzare queste munizioni in modo da ridurre i rischi per la popolazione”. (Cioè fuffa al quadrato, la cui funzione umanitaria è trovare qualcosa da rispondere se un giornalista dovesse porre la domanda.)
La seconda è che un’arma del genere si usa non quando si vuole riconquistare un territorio, ma quando si vuole congelare lo status quo. Sono armi il cui uso tende a creare aree di elevato rischio per i civili nel dopo guerra, dunque utili ad adibirle a zone cuscinetto. Lo sdoganamento di queste armi credo riveli abbastanza chiaramente che la prospettiva americana non è più quella di una riconquista ucraina, ma quella di evitare ulteriori acquisizioni russe.
Confido che in autunno vedremo partire proposte di tregua.

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