Crisi di govenro in vista a causa del Mes? Salvini prova una volta tanto ad essere coerente, con la Ducetta tentata ad obbedire a Bruxelles

Mes e inchieste, duello di fuoco tra Meloni e Salvini. E lei lo provoca: “Guarda che vi porto al voto”

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per www.repubblica.it

Quarantotto ore di fuoco. Un duello che provoca lo slittamento di un consiglio dei ministri già programmato e, soprattutto, due giorni di tensione nella maggioranza che faranno fatica a spegnersi. Giorgia Meloni e Matteo Salvini litigano. Soprattutto sul Mes, il meccanismo salva Stati da tempo al centro di un braccio di ferro con l’Europa.

Il tutto si somma alle fibrillazioni a cui è sottoposto il governo in questi giorni dopo le inchieste che coinvolgono la Lega da una parte (con l’arresto di Gianluca Pini coinvolto nell’inchiesta su un appalto milionario per le mascherine anti-Covid con l’ex direttore delle Dogane, Marcello Minenna) e FdI dall’altra (con l’indagine sulle società della ministra Daniela Santanché).

Premier e vicepremier si parlano al telefono. E non finisce bene. Meloni è furibonda perché la richiesta leghista di votare in commissione contro il Mes — suggerita dal segretario — ha provocato un pasticcio politico. Ma è su molti dossier che i due entrano in rotta di collisione […] Salvini e Meloni litigano anche sul nome del commissario alla ricostruzione in Emilia Romagna: la leader vuole un politico, il vicepremier preferirebbe un tecnico. […]

Nel tritacarne del conflitto finisce anche il ruolo di Giorgetti. Che Meloni accusa di una pessima gestione della lettera della discordia sul Mes, ma a cui Salvini imputa un posizionamento troppo distante dalla linea della Lega. E certo, il fatto che nell’inchiesta di Forlì finisca Gianluca Pini non aiuta: nelle carte l’ex parlamentare vanta un rapporto con il titolare dell’Economia. E il segretario leghista non gradisce, visto che proprio Pini già nel 2020 ingaggiò una battaglia politica e sul simbolo contro Salvini.

[…] Forte dei sondaggi attuali, Meloni arriva a ventilare il ricorso alle urne, anche se soltanto come sfogo per reagire alla guerriglia leghista. Perché Salvini continua a promettere un voto contrario sul Mes, quando si arriverà in Aula. E Fratelli d’Italia non può assumersi il peso politico di sostenere l’odiato salva Stati, lasciando al Carroccio la bandiera della coerenza. Il leader della Lega lo ribadisce anche alla premier, ottenendo in cambio una risposta durissima, forte di sondaggi che le sorridono, e che può sintetizzarsi così: «Io ci metto due minuti a portare tutti alle elezioni». […]

Nella giornata di ieri, anche un giallo che riguarda il consiglio dei ministri. La presidente del Consiglio decide di sconvocare il cdm, in agenda per le 17. Fa trapelare ragioni “personali” dietro alla decisione. E fonti di palazzo Chigi offrono versioni discordati: c’è chi ipotizza una visita medica programmata, chi lega la scelta ad alcuni impegni presi da Meloni in quanto genitore. […] A sera, infatti, tra i ministri prevale un’altra interpretazione: la premier avrebbe deciso di sconvocare la riunione del cdm dopo lo scontro con Salvini. Una ritorsione politica. […]

Estratti dell’articolo di Paolo Bracalini per “il Giornale”

Sulla ratifica del Mes la Lega si gioca una carta utile in vista delle elezioni europee della prossima primavera. La posizione ufficiale del partito è sempre stata contraria, e Salvini intende mantenere questa linea per marcare lo spazio politico «euroscettico», lo stesso che ha cavalcato la Meloni nella fase da opposizione al governo Draghi e che le ha fruttato consenso.

«Continuo a ritenere che il Mes non sia uno strumento utile al Paese», ribadisce in serata a Porta a Porta. Ora che la Meloni non è più leader dell’opposizione, ma premier, al lavoro per accreditarsi nelle cancellerie europee come partner affidabile e atlantista, la Lega ha più gioco di lei nella partita Mes.

C’è però la questione Giorgetti, il leghista «draghiano» che guida il Tesoro con un occhio alla Lega ma con un altro anche alle aspettative di Bruxelles (e del Quirinale). Il parere positivo sul Mef firmato dal suo capo di gabinetto nella lettera alla commissione Esteri è considerato una spia della linea possibilista di Giorgetti, diversamente dal no netto di Salvini.

Chi parla con il ministro del Tesoro assicura invece che Giorgetti sia sulle stesse posizioni di Salvini, e che i giudizi contenuti nel parere dato alla commissione Esteri (che lo aveva chiesto) non sono certo una valutazione politica sull’opportunità di aderire al Mes, ma semplicemente una spiegazione tecnica delle conseguenze che avrebbe il no dell’Italia, in particolare sul debito pubblico

(…)

Il prossimo appuntamento sarà l’aula, il 30 giugno, ma il tentativo in atto è quello di rinviare.

La Lega è intenzionata a tenere la barra sul no e rimbalzare la palla alla premier. «Seguiamo la linea Meloni» fanno sapere fonti vicine a Salvini. Come dire: tocca a lei sbrogliare la matassa. La Lega vuole essere di governo e di lotta. «La posizione della Lega è stata sempre molto chiara. Il Mes non va ratificato. Il ministero dell’Economia fa il ministero dell’Economia e dice una cosa ovvia. Un conto è la posizione tecnica, un conto è la politica» conferma il capogruppo leghista Riccardo Molinari. Ma, al di là delle posizioni politiche, rigettare il Mes sarebbe molto difficile per l’Italia. Altro conto è contrattare con l’Europa una serie di modifiche, dopo la ratifica. Cosa che l’Ue si è già detta disponibile a fare. Gli occhi sono puntati su Roma. Il dibattito in corso in Italia sul Mes «è seguito» dalle istituzioni Ue «con attenzione» riferiscono fonti europee, interpellate dall’Ansa.

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