Quando fecero morire i migranti naufragati ignorando appositamente il loro sos: questa la Francia che pretende di darci lezioni sul rispetto dei migranti

“Li lasciò morire“. Inchiesta smaschera l’ipocrisia francese sui migranti

La Francia avrebbe ignorato i ripetuti sos del gommone affondato il 24 novembre 2021 nella Manica, scaricando le responsabilità sul Regno Unito

Di Francesca Galici per Il Giornale

La Francia da settimane è impegnata a fare la morale all’Italia sui migranti, dall’alto dei 200 o poco più fatti sbarcare (ma non in territorio francese) dalla nave Ocean Viking, contro gli 800 circa sbarcati in Italia da tre navi Ong. Per essersi fatta carico di una nave su quattro, in un momento in cui l’Italia sta subendo una fortissima pressione dal Mediterraneo centrale e dalla rotta balcanica, la Francia ha messo in atto ritorsioni contro il nostro Paese, ha chiesto agli altri dell’Unione europea di isolare l’Italia e ha blindato la frontiera di Ventimiglia. Un comportamento inaccettabile e ipocrita da parte di un Paese che sul fronte dei migranti avrebbe ben poco da insegnare, anche alla luce del nuovo accordo che, in comunione con il Regno Unito, alza un muro nel canale della Manica.

I due Paesi, infatti, hanno chiuso un patto col quale viene stabilito che sulle coste francesi verranno schierati ulteriori 350 agenti, supportati da cani e droni, per impedire l’attraversamento della Manica. E il patto arriva a un anno quasi dal non dimenticato naufragio in quel braccio di mare, che portò alla morte di 27 persone, tra i quali anche una bambina. Le Monde ha pubblicato gli elementi dell’inchiesta su quel naufragio e la Francia non sembra essere priva di responsabilità per quanto accadde il 24 novembre 2021. Secondo il giornale francese, infatti, il Paese transalpino avrebbe ripetutamente ignorato gli sos provenienti dall’imbarcazione in difficoltà nel canale della Manica.

Gli inquirenti, infatti, avrebbero ascoltato le registrazioni delle chiamate di soccorso dalle quali si evincerebbe che il Centro regionale operativo di sorveglianza e dei salvataggi in mare posizionato a Griz-Nez, a breve distanza da Calais sulla sponda francese della Manica, si sarebbe rifiutato di mandare un’imbarcazione a controllare quanto stava accadendo ed, eventualmente, a prestare soccorso. L’imbarcazione, nel momento dell’sos, si trovava in acque internazionali, a breve distanza dal limite territoriale del Regno Unito: questa sarebbe la motivazione per il mancato soccorso. Le Monde ha riportato le trascrizioni delle conversazioni tra il barchino e il centro di soccorso, uno scambio drammatico nel quale dalla Francia risponderebbero: “Voi siete in acque inglesi“. Ma nessuno, né da una parte né dall’altra, ha mandato i soccorsi.

Ma c’è di più. Perché sempre sul giornale francese viene rivelato che nel momento in cui un’imbarcazione transalpina di passaggio ha individuato il barchino in difficoltà, sarebbe stato invitato ad allontanarsi perché “sarebbero arrivati gli inglesi”. Ma nessuno, nelle ore successive, ha prestato soccorso alla carretta del mare. Un peschereccio francese in transito molte ore dopo tra Calaid e Dover trovò o corpi galleggianti accanto a un gommone sgonfio: dei 29 a bordo, si salvarono solo due uomini.

Questi sono quelli che da giorni vogliono fare la morale al nostro Paese sulla gestione dei migranti. E il ministro degli Interni Darmanin, quello che ha alzato maggiormente la voce contro l’Italia, è colui che nel suo Paese sta portando avanti una legge che inasprisce le condizioni per ottenere l’asilo e non solo.

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