Lutto nel mondo del calcio romantico: è morto il “Nordahl del Sud”, storico simbolo del Palermo. Centravanti d’altri tempi stimato dal Mago Herrera

Quando dalle mischie nelle spinose aree di rigore tra gli Anni 60 e 70 si usciva – se andava bene – leggermente contusi, Tanino nato Gaetano Troja sapeva farsi rispettare come pochi. Di piede rude, corpo possente e compatto e di rimarchevole coraggio, Troja – scomparso oggi per complicazioni dovute a setticemia, diabete e problemi cardiaci all’abbrivio dei 79 anni – è stato uno dei migliori prospetti di Palermo – era nato del quartiere Resuttana – icona generazionale della squadra rosanero, in anni vintage quando il club ondeggiava tra la Serie A e la B.

Il Palermo perde uno dei suoi simboli. Tanino Troja non c’è più. E’ morto oggi a 79 anni in ospedale dove era ricoverato per complicazioni dovute a setticemia, diabete e problemi cardiaci. “Aveva dovuto affrontare un’operazione quando è stato trasportato in terapia intensiva, dove è rimasto alcuni giorni. Purtroppo non ce l’ha fatta”, si legge su Stadionews.it.

Nato a Palermo il 20 luglio 1944, in carriera ha collezionato complessivamente 133 presenze e 21 reti in Serie A e 119 gettoni e 36 gol in Serie B. L’inizio nella Faldese, squadra palermitana alla falde del Monte Pellegrino, poi il passaggio al Paternò in Serie D. Nel 1964, quando aveva 20 anni, l’approdo al Palermo per 80 milioni di lire, nella squadra della sua città.

Chi c’era ricorderà per sempre il suo debutto contro il Trani: una doppietta rimasta scolpita nella storia. Ma a rimanere ancor più memorabili sono il gol fatto nel campionato 1969-1970 contro il Cagliari di Gigi Riva: un colpo di testa in tuffo su cross di Sergio Pellizzaro e quello realizzato contro il grande Lev Yachin, portiere mito (unico ad aver vinto il Pallone d’Oro) in una partita amichevole giocata alla Favorita contro la Dinamo Mosca.

Troja è ancora oggi considerato uno dei migliori calciatori palermitani di tutti i tempi. Nel 1966 fu ceduto al Brescia, poi il ritorno al Palermo nel 1968, sublimato da quel gol contro il Cagliari destinato a diventare campione d’Italia. Nel 1973, dopo la retrocessione del Palermo in Serie B, si trasferì al Napoli. Poi il passaggio al Bari, in Serie C. Gli ultimi spiccioli di carriera al Catania, nel 1976-1977, in Serie B. Un trasferimento condito dalle polemiche. Al punto che nella partita di andata giocata al Cibali contro il suo Palermo si fece sostituire e in quella di ritorno giocata alla Favorita non volle proprio scendere in campo. Per la famiglia Troja arriva così un altro terribile lutto: il figlio di Tanino, Salvatore, era morto nel 2021 per una malattia a soli 30 anni.

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