Insulti, minacce e pagliacciate varie: l’ultima puntata di Fabio Fazio trasformata in una ridicola lagna

1. L’ADDIO DI FAZIO È UN PROCESSO AL GOVERNO

Estratto dell’articolo di Daniele Priori per “Libero quotidiano”

 Un «esercito di facce di culo». Louis-Ferdinand Céline ne parla nel suo inedito «Guerra». Appena pubblicato in Italia. Saviano lo legge, quasi lo declama, sottolineando con la voce.

È l’ultima puntata di «Che tempo che fa». E su RaiTre va in scena la saggezza.

Fabio Fazio ha il groppo in gola. Ripete più volte «l’ultima puntata della stagione». Anche se, lo sa lui per primo, è l’ultima puntata di venti stagioni.

La fine di una storia professionale e televisiva lunga due decenni. Per Fazio addirittura quattro, ovvero quarant’anni meno pochi mesi in Rai. Il pubblico in studio lo accoglie con un’ovazione. Lui risponde schierando l’artiglieria pesante. Apre Michele Serra, ironico e tagliente come sempre. Parla di Rai e Topo Gigio «sarà di destra o di sinistra?» E Vespa? «Di destra perché l’ha assunto Cavour. Destra storica».

Saviano usa il fioretto. Invita a leggere Céline. È meschino e filonazista. Ma leggere chi è più lontano da te non ti fa stare bene ma fa crescere la tua consapevolezza. Monito di una pesantezza epica che dà la stura al dibattito successivo in cui gli animi si scaldano.

In campo Ferruccio De Bortoli, […] Annalisa Cuzzocrea e […] Marco Damilano che si lascia il veleno sulla Rai nella coda del discorso. Il suo programma quotidiano, in onda su RaiTre, «Il cavallo e la torre», sarà confermato? Alla fine è Fazio a fare la domanda.  amilano risponde in maniera inizialmente diplomatica: dovrò incontrare i nuovi vertici. Ai quali chiede di difendere la Rai e i suoi dipendenti (lui compreso) dal Governo che vuole togliere il canone dalla bolletta elettrica.

Un pizzicotto rispetto alle punture al curaro riservate pochi istanti prima al Governo e alla maggioranza dallo stesso Damilano e dalla Cuzzocrea. Un cocktail perfetto: dal pizzo di Stato, battuta che la Meloni non avrebbe mai dovuto fare a Catania. E poi, assist facile, quella Chiara Colosimo imposta alla presidenza della commissione antimafia nonostante i suoi rapporti col mondo estremista di destra in odore di stragi, mafia e ovviamente terrorismo nero. La cena è servita, in somma.  […]

2. RAI, ALL’ULTIMA DI FAZIO LE FRECCIATE AL GOVERNO «NON SIAMO IN TURCHIA»

Estratto dell’articolo di Paolo Bracalini per “il Giornale”

Nuovo format Rai: l’addio in diretta. Quello di Lucia Annunziata non serviva perché era già stato annunciato, ma con cinque puntate ancora a sua disposizione la conduttrice non ha perso l’occasione per utilizzare il palcoscenico di Raitre per parlare del suo caso personale e ricordare a chi non lo sapesse che «ho fato le dimissioni» e lascerò la conduzione di questo programma», ma che continuerà come da contratto fino a fine giugno […].

L’altro […] è Fabio Fazio. Ieri l’ultima puntata del suo Che tempo che fa, aperta da un monologo di Michele Serra, […] sulle ingerenze della politica nella Rai, tra humor («Topo gigio è di destra o sinistra?») e il «brutto clima recriminatorio e meschino» che si respira. E poi il duetto concordato con Damilano, conduttore a RaiTre: «Fino a quando vai in onda? «Devo ancora incontrare i nuovi dirigenti» risponde Damilano, che poi fa gli onori al padrone di casa dicendo in sostanza che dovrebbe essere «un diritto» di «chi paga il canone» poter vedere Fazio in Rai. Poi: «La differenza tra Italia e Turchia è qui ci sono i giornalisti che raccontano quello che il potere non vuole», dice Damilano, si presume parlando di sé e di Fazio.

Il quale Fazio ha fatto tutto da solo, contrattando con Discovery un triennale faraonico prima ancora che si insediasse il nuovo ad Roberto Sergio. […] Un altro volto di RaiTre che è dato in forse per la prossima stagione è Massimo Gramellini, editorialista del Corriere della Sera.

Anche lui ha chiuso la stagione del programma con un discorso che è suonato come un addio, parlando del servizio pubblico, cioè appunto della Rai, e della bellezza del suo canone «che finanzia non solo la propria libertà di scelta, ma anche quella degli altri», mentre il governo (la Lega in particolare) lo vuole togliere dalla bolletta e anche cancellare.

Tutto ciò prima di congedarsi dal pubblico con un sorriso, per evitare «un pianto». […] finora, al netto delle uscite volontarie di Fazio e Annunziata, non si è verificato nessuna cancellazione, oltre alla normale tornata di nomine nei tg, come si usa ad ogni cambio dei vertici. Negli anni scorsi, dalla Rai del Pd alle stagioni successive, di «epurazioni» ce ne sono state molte (in primis Nicola Porro, fatto fuori senza colpo ferire dal dg renziano Campo Dall’Orto), senza però suscitare alcuna critica, visto che non arrivavano dalla destra.

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  1. i soliti piagnina con le tasche piene di soldi che non sono meritati per il lavoro a favore della rai ma strameritati per il lavoro a favore del PD: non li rimpiangeremo di sicuro. C’è da dire che sono anche imbarazzanti, sinceramente fare i poveri licenziati quando in realtà hanno cambiato di loro spontanea volontà datore di lavoro e contrattando milioni, fatto possibile solo per l’esperienza in rai….. E comunque per fare un lavoro come quello del presentatore, non ci vuole nemmeno troppa preparazione e le cifre che si sentono sono veramente un insulto a chi lavora veramente.

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