Barbareschi e le sacrosante critiche alle attrici che dopo anni denunciano di esser state molestate, il Pd: “La Rai blocchi il suo programma”. La replica: “Contro di me censura preventiva”

Bria e Laganà, consiglieri nel Cda di Viale Mazzini, contro l’attore che in un’intervista a Repubblica ha accusato le donne dello spettacolo che denunciano le violenze di “cercare solo pubblicità”. Il partito di Schlein: “Parole oltremodo gravi”

Continuano le accuse del Pd alla nuova era Rai. Dopo l’esposto dei dem sul caso di RaiNews24 che ieri ha trasmesso in diretta, in versione integrale, il comizio di MeloniSalvini Tajani a chiusura della campagna per le Comunali di Catania, ora dal partito di Elly Schlein arriva, perentoria, la richiesta di bloccare la seconda stagione della trasmissione di Luca Barbareschi. Un appello contenuto nella lettera che i consiglieri Rai hanno inviato al Cda di Viale Mazzini auspicando lo stop immediato al nuovo programma In barba a tutto su Rai3 condotto dall’attore che, in un’intervista rilasciata a Repubblica nelle scorse settimane, ha sostenuto: “Le attrici che denunciano le molestie cercano solo pubblicità”.

Nella lettera i consiglieri Francesca Bria (dem) e Rodolfo Laganà (indipendente) definiscono “oltremodo gravi le parole di Barbareschi” e chiedono che, “alla luce delle policy di valorizzazione e tutela delle donne volute e sostenute con fermezza da questo Cda, nonché per evitare danni di immagine e ulteriori polemiche per il servizio pubblico, sia valutato dagli attuali vertici la cancellazione del programma in oggetto”. Inoltre, i dem suggeriscono che il budget previsto per il programma venga piuttosto destinato “ad un programma di approfondimento sul tema della violenza delle donne”. Dura la replica di Barbareschi: “Contro di me censura preventiva”.

Le parole dell’attore (che poi dopo l’indignazione generale aveva parzialmente ritrattato le sue affermazioni sostenendo l’importanza della deununcia da parte delle donne molestate), hanno provocato le proteste del mondo del cinema e delle associazioni femministe. E a rispondere all’attore erano state proprio le donne di Amleta (il #MeeToo italiano), l’associazione che contrasta la disparità e la violenza di genere nello spettacolo: “Nessuna è famosa dopo aver denunciato – hanno accusato – Barbareschi nega la gravità della violenza”.

Barbareschi: “Contro di me censura preventiva”

L’attore ed ex direttore del teatro Eliseo di Roma replica piccato alle accuse del Pd. “Momenti comici in Rai. Io non ho nessun contratto e quindi quella che vediamo è censura preventiva sulla base di un mio legittimo pensiero, tra l’altro assolutamente rispettoso delle donne. Il mio programma televisivo è in palinsesto anche se non è stato ancora firmato il contratto. Se questo accadesse, dovrei fare causa ai consiglieri per il danno recato all’azienda, visto che la precedente edizione del programma ha avuto ottimi risultati”.

E aggiunge: “Qualcuno ha bisogno di pubblicità. Mentre Fabio Fazio Lucia Annunziata fanno le vittime senza che nessuno li avesse cacciati, il primo è miliardario e la seconda forse avrà un futuro – spero per lei – nelle prossime europee del Pd, il sottoscritto – dice – produce per la Rai The Palace di Polanski e The Penitent di MametBlack Out, la serie per Rai1, e La luce nella masseria per le celebrazioni dei 70 anni della Rai. Nei miei prodotti ci sono tante protagoniste femminili, italiane e non, e non persone che vogliono farsi pubblicità. Come diceva Ida Magli, antifemminista convinta e grande sostenitrice della dignità della donna (si può leggere il suo libro sul tema) ‘La festa della donna non è l’8 marzo ma tutti i giorni'”.

Poi Barbareschi si scaglia contro la dem Bria: “Mi auguro che lnon faccia parte della nuova Cancel Culture Woke. Le auguro – continua – un futuro democratico in cui le scelte sessuali non siano pregiudizievoli nei confronti di chi è diverso nelle parole o nei fatti e che invece assieme si combatta la lotta alla pedofilia e si incarcerino quelli che la praticano. Io – aggiunge – ci ho provato con la mia legge fatta col presidente Napolitano e con il trattato di Lanzarote. Ma molti resistono in luoghi di potere e malgrado gli interventi di Fbi e Scotland Yard e della eccellente polizia postale italiana non siamo riusciti a farli arrestare. Combattiamo insieme le vere vittime – conclude – e diffidiamo di chi abusa del nome della donna che nessuno più di me può venerare”.

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