L’eccesso di mortalità confermato da un’analisi indipendente dei dati ISTAT: il fenomeno preoccupa non solo in Italia, ma in tutte le nazioni dove ci sono stati i record di ‘sacre benedizioni’

di Francesco Servadio per BuongiornoSudtirol.it

L’aumento è considerevole: analizzando i dati ufficiali emerge un eccesso di mortalità per tutte le cause negli anni 2021 e 2022, rispetto alla media 2015-2019.

Il report -molto dettagliato- è stato realizzato da esperti nel settore dell’epidemiologia e dell’analisi dei dati ed è stato presentato nelle scorse settimane dall’associazione Umanità e Ragione, presieduta dall’avvocato Olga Milanese.

Lo scopo dell’indagine è attirare l’attenzione sull’allarmante aumento della mortalità registrato in Italia negli anni 2021 e 2022 (con tendenza confermata nell’inizio 2023), particolarmente evidente nelle fasce della popolazione under 50, ma anche nelle altre fasce di età”.

Per la realizzazione dello studio sono stati utilizzati dati istituzionali: “per l’Italia la fonte di riferimento è l’ISTAT, mentre per il raffronto con l’estero le fonti sono Eurostat, OCSE, Our World in Data ed EuroMoMo”. Le anomalie riscontrate dai ricercatori sono lampanti.

Si legge nel report: “Il 2021 ha registrato 63.415 decessi in eccesso per tutte le cause rispetto alla media 2015-2019 (dati di dettaglio ISTAT), pari al 10% in più di decessi, mentre il 2022 ha registrato ben 67.879 decessi in eccesso per tutte le cause rispetto alla media 2015-2019, pari all’11% in più di dicessi”.

Rispetto al 2021, nel 2022 l’aumento della mortalità totale è pari al 7% circa (4.500 decessi in più circa).

Tuttavia il numero potrebbe rivelarsi addirittura superiore: “Su tale punto, va detto che i dati ISTAT differiscono a seconda che si utilizzino i dati di dettaglio, adottati dagli autori, o i dati consolidati ed aggregati, in base ai quali la differenza di decessi totali in eccesso tra il 2022 ed il 2021 è di quasi 12.000 decessi in piùA ciò si aggiunga che se il parametro di riferimento utilizzato fosse stato quello metodologicamente più corretto, dal punto di vista epidemiologico, della media degli anni 2018-2019, il dato sull’aumento di mortalità totale sarebbe stato ancora più rilevante, arrivando a 66.356 decessi in eccesso registrati nel 2021 ed a 70.820 decessi in eccesso registrati nel 2022”.

Nel 2021 e nel 2022 risultano inoltre picchi di mortalità superiore al 2020 (anno in cui è scoppiata la pandemia), in particolare nei mesi di gennaio, febbraio, maggio, giugno, luglio, agosto e settembre. Le ragioni dell’eccesso di mortalità non possono essere riconducibili -a detta degli esperti- all’infezione da SARS-CoV-2.

La mortalità attribuita alla Covid-19, infatti, è andata progressivamente scemando, assestandosi in poco tempo ai livelli delle comuni influenze. Ciò si deve a diversi fattori: in primo luogo, il cosiddetto “effetto mietitrice” (relativo alla concentrazione di mortalità tra gli anziani e i fragili) ha anticipato al 2020 i decessi che si sarebbero verificati negli anni successivi; in secondo luogo negli ultimi due anni abbiamo assistito all’endemizzazione del virus e al progressivo (sebbene tardivo) riconoscimento dell’efficacia delle cure precoci, entrambi fattori che hanno contribuito ad una sostanziale riduzione della mortalità.

Non si dimentichi, poi, che nel 2021 e nel 2022 la maggioranza della popolazione è stata sottoposta a vaccinazione e, dunque, imputare l’eccesso di mortalità alla Covid-19 equivarrebbe a certificare definitivamente la mancanza di efficacia dei vaccini, a tacer d’altro.

Nel report viene precisato che “è, peraltro, da escludere che le cause dell’eccesso di mortalità registrato nel 2021 e nel 2022 siano attribuibili alla Covid-19, trattandosi di decessi per tutte le cause rispetto ai quali l’incidenza virale è minima. Questo rende il fenomeno ancora più inspiegabile”. A preoccupare soprattutto gli autori dell’indagine “il notevole incremento della mortalità nelle fasce giovani della popolazione e nei grandi anziani. La mortalità della popolazione fino ai 50 anni registrata nel 2020 è stata inferiore rispetto alla media 2015-2019Nel 2021 si è avuto un eccesso di mortalità rispetto al 2020 nelle categorie dei bambini, dei giovani e degli adulti fino ai 44 anni. Il 2021 ha registrato un aumento di mortalità per tutte le cause rispetto al 2020 anche per gli adulti della fascia 55-59 anni e per i grandi anziani”.

Sottolineano gli esperti: “Il 2022 ha visto un eccesso di mortalità per tutte le cause rispetto al 2020 nei bambini (5-9 anni), nei ragazzi dai 15 anni in su, negli adulti sino a 35 anni e nei grandi anziani. L’evidente e sostanziale aumento di mortalità che si è verificato negli anni 2021-2022 nelle fasce giovanissime della popolazione rispetto al 2020 non può essere imputato alla Covid-19, né alla “mala sanità” ed è, quindi, un fenomeno anomalo che va opportunamente indagato. Inoltre, il picco di decessi nelle fasce giovani della popolazione, soprattutto nel 2021, è un dato in allarmante controtendenza rispetto alla decrescita costante di mortalità registrata per la medesima categoria dal 2011 in avanti”.

Confrontando il periodo 2015-2019 con gli anni 2021-2022 emerge un “corposo eccesso di mortalità che ha colpito tutta la categoria degli over 50”.

I numeri -ribadiscono gli autori- sono in progressivo aumento. Nel 2015-2019 la media della mortalità per tutte le cause è di 645.620 decessi.

Nel 2020 (anno del Covid) è salita a 746.146, mentre nel 2021 e nel 2022 si è attestata rispettivamente a 709.035 e 713.499. “La differenza tra l’anno pandemico ed il 2021 è di soli 37.491 decessi in più, mentre rispetto al 2022 la differenza si riduce ulteriormente a 32.647 decessi, uno scarto decisamente ridotto se si considera che le comuni influenze hanno fatto registrare eccessi di mortalità tra i 20.000 ed i 50.000 decessi (anni 2017 e 2015). Di contro, il raffronto tra il biennio 2021-2022 e la media 2015-2019 porta a 63.415 decessi in più registrati nel 2021 (+10%) e 67.879 decessi in più registrati nel 2022 (+11%), numeri peraltro sottostimati, considerato che, come spiegato nelle note metodologiche, si sarebbe dovuta utilizzare la media degli anni 2018-2019 come raffronto, essendo più corretta sotto il profilo epidemiologico. Ultimo – ma non meno rilevante – elemento da tenere in debito conto in riferimento alla situazione italiana è l’inconsueto andamento dei decessi osservato negli anni 2021-2022”. L’eccesso di mortalità riguarda anche gli altri Paesi UE. Tuttavia -si legge- mentre “nei primi due trimestri l’eccesso di mortalità verificatosi nei Paesi UE e in Italia è similare, nel terzo trimestre l’Italia registra un eccesso superiore alla media dei Paesi UE di 3 punti percentuali, eccesso che si riduce poi nel quarto trimestre, restando tuttavia molto al di sopra della media”.

Situazione preoccupante e anomala anche nei Paesi extra UE, con picchi registrati negli USA, in Australia e in Nuova Zelanda.

Tuttavia, per quanto concerne il 2021, l’eccesso di mortalità riscontrato in Italia è superiore rispetto a quello verificatosi in UK, Australia e Nuova Zelanda.

Anche questo dato induce a ritenere che la causa dell’eccesso di mortalità non possa essere rinvenuta in una presunta inefficienza del sistema sanitario degli Stati osservati, o al freddo o al caldo, ma vada ricercata in fattori che possano accomunare tali nazioni. Rammentiamo che per tutti i Paesi esaminati l’aumento della mortalità non si riferisce ai decessi Covid-19, ma ai decessi totali per tutte le cause”.

L’andamento stagionale della curva dei decessi riguarda complessivamente gran parte dell’Europa e si rivela inquietante nelle fasce di età 0-14 anni (oltre 1.600 decessi nel biennio 2021-2022) e 15-44 anni (“dei 15mila decessi in eccesso rispetto alla media occorsi in Europa nel triennio 2020-2022, più di 12mila sono avvenuti negli anni 2021-2022. Anche in questo caso l’andamento della mortalità non segue un andamento stagionale, ma si presenta lineare in progressivo aumento”).

L’indagine ha preso in considerazione anche l’andamento dell’eccesso di mortalità per tutte le cause per le fasce di età 45-64 anni e 65-74 anni: “Per queste due fasce di età si è registrato un aumento anomalo dell’eccesso di mortalità per tutte le cause nell’anno 2021, addirittura superiore al 2020, mentre la mortalità in eccesso registrata nel 2022 è sostanzialmente eguale a quella avuta nel 2020. Per la fascia di età 45-64 anni, dei 100mila decessi in eccesso relativi al triennio 2020-2022, più di 80mila afferiscono al biennio 2021-2022. Per la fascia di età 65-74 anni, degli oltre 180 mila morti relativi al triennio 2020-2022, ben 150mila riguardano il 2021-2022. Questi dati mostrano che la popolazione europea dai 45 a 74 anni ha subito un eccesso di mortalità superiore non soltanto alla media degli anni pre-pandemici, ma anche all’anno della pandemia e che il dato è in progressivo aumento”.

Nella fascia 75-84 anni gli esperti hanno notato che, nei primi mesi degli anni 2021 e 2022, i decessi totali sono superiori a quelli registrati nel 2020. Problema analogo per gli over 85: rispetto al 2020 si evidenzia un eccesso di mortalità superiore nei primi mesi del 2021 e del 2022.

Dati italiani ed europei rivelano una situazione che andrebbe indagata, in quanto “mentre l’eccesso di mortalità registrato nel 2020 è in massima parte attribuibile alla pandemia e/o alla sua gestione, l’eccesso dei decessi relativo agli anni 2021 e 2022 è da imputarsi ad altri fattori, essendo in forte diminuzione la mortalità per Covid in tutti i Paesi”. Gli autori auspicano che vengano rilasciate pubblicamente le informazioni che, a tutt’oggi, non sono liberamente accessibili alla collettività. In particolare “chiediamo, quindi, che vengano ufficialmente forniti i dati relativi alla mortalità generale con distinzione tra vaccinati e non vaccinati, cause di morte, sesso e fasce di età – informazioni facilmente reperibili nelle banche dati gestite dagli Enti nazionali, regionali e locali – e che gli organi preposti pongano fine alla pratica gravemente fuorviante e distorsiva di classificare come “non vaccinato” (o comunque inoculato “nella categoria precedente”) i soggetti deceduti nei 14 giorni successivi a ciascuna inoculazione. Chiediamo, inoltre, che le Istituzioni avviino a livello nazionale e locale ogni opportuna indagine tesa ad individuare le cause del fenomeno registrato e a predisporre i mezzi e le risorse per fronteggiarlo ed arginarlo”.

Il lavoro dell’associazione Umanità e Ragione e dell’equipe di studio proseguirà con le analisi dei dati sulla mortalità a livello regionale e provinciale e con la richiesta dei dati di dettaglio anche agli Enti territoriali preposti.

Nelle ultime settimane alcuni organi di informazione e alcune trasmissioni televisive hanno diffuso intercettazioni, comunicazioni tra autorità sanitarie e politiche, nonché una serie di documenti segreti sui vaccini, che rivelano decisioni, omissioni e falsificazioni di inaudita gravità.

Il materiale divulgato non consente ancora di giungere alla Verità: tuttavia pare ormai evidente la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato l’intero periodo pandemico (campagna vaccinale compresa).

Ancora oggi, infatti, non si conoscono modalità, dati, informazioni relativi alla farmacovigilanza attiva e il dibattito scientifico sull’efficacia e la sicurezza dei prodotti vaccinali è perennemente soffocato: chi solleva dubbi e pone domande non può che essere considerato “pericoloso”.

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