Meloni e la retorica di essere madre. Lettera aperta alla premier
di Simone Rosti per Affari italiani
Cara Meloni,che sei una madre lo abbiamo capito, oltre che donna e non ricordo bene cosa altro, ma ci sei cascata ancora una volta ricordandocelo ieri in Parlamento a proposito della tua vicinanza ai famigliari delle vittime di Cutro.
Sei a capo del Governo di una delle maggiori (ex) potenze economiche del mondo.
Sei giovane, al governo te la stai cavando fra alti (come sulla guerraĀ e in altri casi, smentendo molto della tua campagna elettorale, sul rigore economico) e bassi (sostenendo la tua curva sud come su rave, migranti, Cospito)Ā perĆ² questa retorica sullāessere madre risparmiacela perchĆ© ha davvero stufato. Non sei lāunica che usa lo slogan dellāessere madre come un ābrandā di qualitĆ e autorevolezza.
Eā ormai un vezzo abusato da tante mamme che si credono superiori perchĆ© hanno fatto un figlioĀ (figuriamoci con due o tre!), lo hanno allevato, formato. E quindi? Certamente queste donne hanno le scarpe pesanti, la schiena fiaccata dalla fatica, hanno tante notti insonni, tante preoccupazioni, insomma una vita di sacrifici.
A volte sentiamo dire ātu che non hai figli non puoi capireā, che presunzione!
Magari bastasse fare figli per avere una patente di integritĆ o di profonditĆ emozionale e di pensiero. Non serve essere madri per provare comprensione di fronte a un lutto di bambini.
Quindi cara Meloni, evita sparate come questa, pensa a trovare una soluzione europea sullāimmigrazione senza slogan o strepitiĀ convincendo i tuoi partner, uno per uno. Questa ĆØ la politica, tutto il resto ĆØ illusione, fumo negli occhi nel dolore delle persone.
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