“Subito la Commissione d’inchiesta sul Covid”. L’annuncio di Donzelli spiazza la feccia: “Cosa farà e quando partirà”

Per chi segue le vicende politiche non è di certo una novità dire che Giovanni Donzelli è uno dei fedelissimi di Giorgia Meloni. Però è anche uno dei pochi fedelissimi che un posto nel governo non l’ha avuto. Ma il motivo è semplice: deve continuare a fare quello che gli è riuscito benissimo: la gestione di Fratelli d’Italia, un partito cresciuto enormemente in poco tempo. La Stampa, però, ha raggiunto Donzelli per parlare della commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid. Una commissione che vede in Gianluigi Paragone uno dei primi richiedenti quando ancora era in parlamento e diceva chiaro e tondo in faccia ai premier che si sono alternati nella gestione della pandemia che c’era troppo fumo intorno ai vaccini, ai contratti, ai dati, alle scelte politiche e sanitarie. “Il parlamento – dice Donzelli – ha il dovere di fare chiarezza su tutto e soprattutto su piano pandemico e le commesse di quei mesi. Dall’opposizione abbiamo chiesto molte volte di vedere i documenti, ma la trasparenza è mancata”.

Quanto allo spirito di questa Commissione, Donzelli spiega: “Pacificare il popolo con le istituzioni. I primi a meritarlo sono medici, infermieri, personale sanitario e tutte le persone che hanno perso i loro cari. Il Movimento 5 Stelle, se non ha nulla da nascondere, sono sicuro che vorrà collaborare. Gli errori umani sono comprensibili. Noi, però, vogliamo capire se qualcuno ha guadagnato con la gestione della pandemia. Ai vaccini pensa la scienza, noi stiamo parlando di politica. I regali ai No Vax si fanno non rendendo pubblici i documenti. I deliri di alcuni No Vax si nutrono proprio dell’opacità”. Sui tempi Donzelli afferma: “Noi contiamo di istituire la commissione presto, ma lo sviluppo dei lavori andrà oltre alla data delle Regionali. In ogni caso non faremo campagna elettorale su questi temi”.

“Potrebbe emergere – continua Donzelli – che molte delle colpe attribuite alla Lombardia siano invece state del governo centrale, come dimostra la vicenda delle zone rosse. In Lombardia non si sono dovute mandare al macero le mascherine come nel Lazio”. E poi: “Qui non ci sono No Vax. I vaccini hanno salvato le vite. Quello che noi contestiamo sono le scelte politiche, l’obbligo vaccinale e il Green Pass”. Una chiusura sulla manovra: “Siamo riusciti a portare a casa provvedimenti che fanno parte del nostro programma, penso al cuneo fiscale, alla Flat tax, le pensioni minime. Viste le condizioni di partenza e il tempo a disposizione, non pensavo fosse possibile. Il tutto con il consenso dell’Ue”.

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