Salvini, prova di forza con Meloni per la delega sui porti: incontra il comandante della Guardia Costiera per fare il punto sui clandestini

Un messaggio che chiarisce come il leader della Lega rivendichi per sé le competenze più legate all’immigrazione. Con lui il deputato leghista Edoardo Rixi, in pole per un ruolo da viceministro (lo stesso che ha ricoperto nel governo Conte I). “Un lungo e proficuo incontro” per fare il punto della situazione anche a proposito di immigrazione, recita una nota della Lega, ricordando che attualmente in area Sar libica ci sono due imbarcazioni delle ong

A chi spetta – nel rimescolamento di nomi e deleghe “identitarie” del nuovo governo – la competenza sui porti e sulla Guardia costiera? Al dicastero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini o a quello del Sud e del Mare affidato all’ex governatore siciliano Nello Musumeci? La risposta, come ha raccontato ilfattoquotidiano.it, non è affatto immediata e per darla serviranno uno o più decreti. Nel frattempo però Salvini ha voluto mettere un’ipoteca “comunicativa” sulla questione: come primo atto da ministro ha scelto di incontrare l’ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale della Guardia costiera. Un gesto che chiarisce come il leader della Lega rivendichi per sé le deleghe alle infrastrutture più legate all’immigrazione. Con lui il deputato leghista Edoardo Rixi, in pole per un ruolo da viceministro (lo stesso che ha ricoperto nel governo Conte I, prima di essere costretto alle dimissioni per la condanna in primo grado nel processo “spese pazze”).

Tra Salvini e Carlone c’è stato “un lungo e proficuo incontro” per fare il punto della situazione anche a proposito di immigrazione, recita una nota della Lega, ricordando che attualmente in area Sar libica ci sono due imbarcazioni delle ong in missione di salvataggio. Non è detto, però, che Giorgia Meloni apprezzi l’iniziativa. Secondo retroscena mai smentiti, infatti, Salvini – che avrebbe voluto tornare a fare il ministro dell’Interno – è stato tenuto lontano dal Viminale proprio per la sua passata gestione del caso Open Arms, che lo ha fatto finire sotto processo per sequestro di persona a Palermo. Farlo occupare di migranti anche da ministro delle Infrastrutture potrebbe non essere la mossa più saggia.

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