Giorgia Meloni ha già pronto il suo primo storico decreto da premier e siamo certi che l’opposizione scatenera’ la bufera: iniziato il taglio dei bonus una tantum cari a Conte e PD

Fra i primissimi impegni del governo Meloni, insediatosi nel corso del weekend, c’è il nuovo Decreto bollette, per far fronte al caro energia ed ammortizzare il costo del rincaro delle tariffe per famiglie ed imprese. Qualcosa è stato già anticipato dal governo Draghi nell’ultimo CdM prima del passaggio di consegne al nuovo esecutivo, con la proroga del taglio delle accise di 30 centesimi al litro sino al 18 novembre.

Fra le misure da estendere sino a dicembre vi sono gli aiuti le imprese, nella forma potenziata prevista dal decreto aiuti Ter. Il credito d’imposta era stato già potenziato dal precedente decreto per renderlo accessibile alle PMI, alle imprese artigiane ed alle piccole attività commerciali, quelle cioè con contatore a partire dai 4,5 kW rispetto ai 16,5 kW previsti in precedenza. Per le imprese dovrebbero poi essere prorogate anche le garanzie statali rilasciate da Sace per i finanziamenti richiesti per il pagamento delle fatture energetiche.

Fra le novità di questo decreto c’è invece il bonus sociale senza Isee, che nasce da una esigenza: pagare il bonus a tutti coloro che ne hanno bisogno in modo semplice e soprattutto automatico. Il problema del mancato utilizzo dei fondi era stato messo in luce più volte dal Ministro Giorgetti, quando era al MISE, e quindi l’obiettivo sarebbe arrivare a quelle famiglie che, pur avendone diritto, non hanno presentato la domanda per il bonus sociale nei mesi scorsi, perché non a conoscenza del loro diritto a percepire il contributo. La ratio resta quella di distribuire il bonus a chi ha più bisogno (famiglie con Isee inferiore ai 12 mila euro), ma senza necessità di fare domanda e senza obbligo di presentare l’Isee, usando meccanismi automatici che raggiungano coloro che ne hanno più bisogno.

Non è invece previsto il pagamento di un altro bonus una tantum da 150 euro contro l’inflazione, perché l’obiettivo è tenere maggiori risorse per la legge di Bilancio 2023, che rappresenta il battesimo del fuoco del nuovo esecutivo.

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