La scusa dei processi è l’ostacolo principale che sbarra la strada di Salvini verso gli Interni: una scusa che fa comodo sia a Mattarella che alla Meloni

Il leader della Lega è sotto processo per il caso Open Arms: questo è l’ostacolo principale che gli sbarra la strada del ministero dell’Interno. In alternativa lui pensa alle Infrastrutture.

La premier “in pectore” Giorgia Meloni ha detto di volere un governo di “alto profilo”. E ha spiegato che su alcuni ministeri non potrà che attingere a competenze elevatissime.

Perché Salvini non può aspirare al Viminale

Sottolineando la necessità di profili di altro livello, Meloni dice indirettamente a Salvini che il Viminale non sarà nel suo futuro. Perché non intende salire al Colle ed esporsi con il Capo dello Stato con una proposta del genere. D’altra parte, il leader del Carroccio è sotto processo per sequestro di persona per il caso Open Arms, un reato che gli viene imputato nell’esercizio delle sue funzioni da ministro dell’Interno durante l’esecutivo gialloverde. Per ora il processo a Palermo è alla fase dibattimentale ed è stato rinviato al 2 dicembre. Non è interesse della futura premier aprire un fronte del genere con la magistratura. Anche perché le emergenze già non mancano.

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Il passo di lato di Salvini

Da parte sua Matteo Salvini  si è detto pronto a “un incarico di governo” non meglio specificato. Il leader è entrato nel vivo della trattativa con Meloni  rilanciando se stesso ma non necessariamente per occupare la casella del Viminale: lui nel governo ci vuol stare e aggiunge di potere valutare un ruolo “di alto profilo” che non sia il ministero dell’Interno. Un passo di lato, insomma, anche se animato ancora da molta tattica. Il suo staff, infatti, rimarca che tutto è rimandato al negoziato con gli alleati, che non c’è alcun disarmo unilaterale e che il partito continua a chiedere il Viminale per il segretario. Non a caso ieri in una nota fonti leghiste sembrano rilanciare le mire del segretario sulla poltrona di ministro dell’Interno: “Non ci sono veti di alcun tipo su Matteo Salvini – recita il comunicato –  il cui ottimo lavoro ai tempi del Viminale non è in discussione”.

L’idea Infrastrutture

Tuttavia Salvini è intenzionato ad aprire il negoziato su basi chiare: vuole che sia l’alleata a spiegargli il no a una sua indicazione per il Viminale e, in alternativa, è pronto a puntare sulle Infrastrutture, ministero da cui dipende la Guardia costiera, dunque uno strumento utile per continuare la sua azione contro gli sbarchi illegali di migranti. “Con Berlusconi e Salvini ci incontreremo presto”, afferma Meloni, che per il leghista preferirebbe l’Agricoltura. Non è da eslcudere un incontro a Roma mercoledì 12 ottobre.

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