Ucraina, la guerra non ferma lo schifo della vendita dei bambini: la corsa delle coppie italiane per diventare genitori con l’utero in affitto, prima dell’approvazione del reato universale

La proposta di legge sul reato universale non spaventa le coppie italiane che si affidano alla maternità surrogata in Ucraina. Negli ultimi due anni 500 coppie italiane hanno fatto ricorso all’utero in affitto e in estate sono previste molte nascite.

tratto da Il Giornale d’Italia

Continua la corsa alla genitorialità mediante gravidanza surrogata e, a quanto pare, le coppie si stanno affrettando in vista dell’approvazione della legge sul reato universale che appunto vieta il ricorso al cosiddetto “utero in affitto”.

Nonostante la corsa a diventare a genitori abbia subito un’accelerata dopo la proposta di legge, il turismo procreativo in Ucraina non si è mai fermato, nonostante la guerra, ha solo subito un rallentamento nei primi mesi, da febbraio a maggio del 2022. Il paese dunque, oltre alla guerra, continua con il suo business sulla maternità surrogata.

“I viaggi per la maternità surrogata in Ucraina sono ripresi, le cliniche infatti non hanno mai chiuso. Anzi, da quando il dibattito sul “reato universale” è diventato una proposta di legge, è iniziata una vera e propria corsa dall’Italia verso le nazioni dove la gestazione per altri è legale” ha raccontato a La Repubblica Giorgio Muccio, l’avvocato che si occupa di seguire le coppie eterosessuali italiane che si recano all’estero per diventare genitori con la maternità surrogata.

Sono circa 500 le coppie italiane che si sono recate in Ucraina negli ultimi due anni per diventare genitori con l’utero in affitto e per l’estate sono previste non poche nascite.

Rifiutata la trascrizione della madre non biologica sui certificati di nascita

Le coppie dunque, non temono la legge sul reato universale, anche se molte cose stanno già cambiando e i tempi burocratici potrebbero allungarsi. Ad esempio, fino a pochissimo tempo fa, sul certificato di nascita dei bambini nati da madre surrogata in Ucraina, non veniva più indicato il nome della madre biologica, ma solo quelli dei genitori italiani. Questo, come ha spiegato l’avvocato Muccio, non ha mai creato problemi alle coppie che sono rientrate in Italia con il piccolo.

Adesso però, proprio in Italia, qualcosa è cambiato sulla trascrizione dei certificati di nascita. Come ha spiegato il legale, molti comuni fino a poco tempo fa registravano semplicemente l’atto di nascita estero, oggi invece in molti casi viene rifiutata la trascrizione sull’atto del genitore non biologico. La mamma italiana, dunque, viene estromessa e ci si avvia verso la fase della stepchild adoption, dove la donna deve adottare il figlio del coniuge, in quanto non madre biologica.

Maternità surrogata, in cosa consiste

La maternità surrogata o gestazione per altri (Gpa), è una pratica di procreazione che si avvale di tre protagonisti: la donna che fornisce il proprio ovocita; l’uomo che fornisce gli spermatozoi e una seconda donna che mette a disposizione il proprio utero per l’impianto dell’embrione ottenuto dalla fecondazione in vitro. Da qui la denominazione di “utero in affitto”.

Gli embrioni vengono quindi creati in laboratorio da fecondazione artificiale tra l’ovocita e lo sperma forniti dalla coppia. Questi embrioni possono essere congelati o, una volta pronti, essere impiantati nella madre surrogata.

Si tratta di una gravidanza che potrebbe sembrare come le altre, ma non lo è in quanto non fisiologica.

La madre biologica, ossia colei che si offre di ospitare l’embrione nell’utero, dovrà assumere ormoni per diverso tempo, sia prima che dopo l’impianto dell’embrione. Questo la espone a diverse complicazioni come aborti spontanei e depressione post-partum in percentuale maggiore alla media.

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