“Sono donna, amo una donna, non sono mamma, ma non sono meno donna” Ecco a voi il futuro della feccia rossa: le parole di chi metteranno dalla prossima settimana al posto di Enrico Letta dopo la batosta elettorale

“SONO UNA DONNA, AMO UN’ALTRA DONNA, NON SONO UNA MADRE, MA NON PER QUESTO SONO MENO DONNA” – ELLY SCHLEIN PROVA A MARCARE UNA DISTANZA DA GIORGIA MELONI FACENDO IL VERSO AL SUO DISCORSO TORMENTONE (“SONO UNA DONNA, SONO UNA MADRE”): “NON BASTA ESSERE DONNA PER AIUTARE LE ALTRE DONNE E C’È UNA BELLA DIFFERENZA TRA LE LEADERSHIP FEMMINILI E FEMMINISTE” – LA SCHLEIN, DI ORIGINI EBRAICHE, CON CITTADINANZA SVIZZERA E AMERICANA, FIGLIA DELL’ESTABLISHMENT E DICHIARATAMENTE BISEX, E’ L’EMBLEMA DELLA SINISTRA D’ÉLITE (E QUINDI MINORITARIA)

Elly Schlein sul palco del Pd in piazza del Popolo per l’ultimo intervento prima del silenzio elettorale replica a Giorgia Meloni facendole il verso: “Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna. Non siamo uteri viventi, ma persone coi loro diritti”. La Schlein quindi prosegue: “Con noi c’è un futuro migliore per le persone e per l’ambiente. La destra non parla mai di redistribuzione, mai di precariato, mai di clima. La destra si riempie la bocca di sicurezza ma non parla mai di sicurezza sul lavoro. Lo sappiamo cosa c’è di la, c’è Orban che dice che non bisogna mescolarci e invece noi vogliamo mescolarci. C’è una bella differenza tra leadership femminili e femministe”.

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E “andiamo a vincere”, grida Enrico Letta. Che fa un discorso breve in cui indica gli snodi su cui l’Italia domenica sera si troverà al bivio. I diritti, la difesa della Costituzione, il lavoro, l’ambiente, l’Europa. Dietro di lui, tutto lo stato maggiore dem schierato. È una chiusura corale quella voluta da Letta. Sul palco si alternano dirigenti Pd, ministri, amministratori locali. Lorenzo Guerini, Dario Franceschini, Andrea Orlando e poi le capigruppo e i presidenti di regione. Da Nicola Zingaretti a Stefano Bonaccini a Vincenzo De Luca. Davanti c’è una piazza semivuota e attenta in cui non regna certo l’ottimismo. È una piazza che sa, quella del Pd, che difficilmente ci sarà da festeggiare domenica sera.

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