“Vi abbiamo ridotto con le pezze al c*lo” Macron dice apertamente ai francesi che le scellerate politiche di Bruxelles e Washington hanno fallito: ovviamente non ci pensa minimamente a dimettersi e levarsi dalle balle per sempre

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

Dopo le vacanze nella residenza presidenziale del Fort de Bregançon, sul mare tra Nizza e Marsiglia, Emmanuel Macron ha tenuto ieri mattina il primo Consiglio dei ministri del rientro, e lo ha fatto con toni insolitamente solenni per un fine agosto. Davanti alle telecamere (ammesse raramente in queste occasioni), il presidente ha parlato di quel che aspetta i francesi nei prossimi mesi, evocando «la fine dell’abbondanza e della spensieratezza».

Reazioni perplesse soprattutto a sinistra, dove si fa notare che molti francesi meno agiati l’abbondanza e la spensieratezza non l’hanno mai conosciute. Macron ha esortato i connazionali a uno sforzo collettivo, e ha chiesto ai ministri di parlare chiaro, senza nascondere le difficoltà.

Dall’Ucraina alla siccità senza precedenti alle difficoltà di approvvigionamento energetico, «il momento che stiamo vivendo sembra strutturato da una serie di crisi gravi – ha detto Macron – e alcuni potrebbero vedere il nostro destino come una perpetua gestione di emergenze. Da parte mia io credo che quello che stiamo vivendo sia piuttosto un grande ribaltamento, uno sconvolgimento». Fine dell’abbondanza e della spensieratezza, e ingresso in un’era segnata dall’avanzata dei regimi illiberali e dal rafforzamento di quelli autoritari, ai quali va opposta la «credibilità» e la «serietà».

«È facile fare promesse a vanvera – ha detto Macron ai suoi ministri, ripreso dalle tv -, ma non dobbiamo cedere alla tentazione della demagogia che prospera in tutte le democrazie, in un mondo complesso che spaventa. Può sembrare seducente dire ciò che le persone si aspettano, ma bisogna prima domandarsi se sia efficace e utile».

È la seconda volta in pochi giorni che Macron annuncia tempi duri: venerdì scorso a proposito della «brutale invasione russa in Ucraina» aveva detto che «ci vorrà tutta la nostra forza d’animo per affrontare l’epoca che arriva, resistere alle incertezze, alle avversità e accettare di pagare il prezzo della nostra libertà e dei nostri valori».

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Le frasi di Macron sembrano preparare il governo e il Paese ai conflitti sociali delle prossime settimane, aggravati dall’inflazione – che pure è la più bassa nella Ue dopo Malta – e dal taglio delle forniture russe. Ma il leader sindacale Philippe Martinez (Cgt) ha subito risposto che «non bisogna chiedere sacrifici sempre solo alle classi popolari», e l’esponente socialista Ségolène Royal ha detto che «con il 40% dei bambini che non sono potuti andare in vacanza, bassi salari e basse pensioni e il personale sanitario che manca, i francesi da tempo non conoscono la spensieratezza». In un clima di nuova lotta di classe, mentre Macron annuncia la fine dell’abbondanza, i deputati dell’opposizione e anche il ministro dei Trasporti, Clement Beaune, chiedono regole e limiti per i jet privati e i loro consumi sempre più alti, nuovo simbolo dell’ingiustizia sociale e della divisione tra i francesi.

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