L’omicidio atroce della figlia di Alexander Dugin ha fatto scatenare la pennivendola con commenti indegni nei confronti del polititologo russo: “Certo che il fatto che un simile lugubre imbonitore da operetta comica venga spacciato per “filosofo”, “ideologo”, “pensatore”, “guru” etc. la dice lunga sull’abbassamento vertiginoso della soglia della capacità critica collettiva”.
La signora dopo dosi di insulti senza senso, ha addirittura criticato il ricordo che l’uomo ha tenuto durante l’omelia della figlia che, ricordiamo, e’ stata fatta saltare per aria dai simpatici terroristi Ucraini: “Ma come si può essere tanto miseramente spregevoli da utilizzare voluttuosamente il funerale della propria figlia per fare lurida propaganda al regime putiniano, alla guerra e all’aggressione genocida contro l’Ucraina? Fa venire dubbi atroci”.
Di Andrea Zhok da Facebook
Non mi rivolgo a chi ha già maturato una visione del mondo affine, ma a chi coltiva l’idea che il mondo liberale / neoliberale sia ancora redimibile.
Cari amici, vi rendete conto che in un mondo in cui non puoi condividere articoli scientifici peer reviewed con l’accusa di incitamento all’odio, ma puoi applaudire all’omicidio politico – e restare dalla parte dei “buoni”, qualcosa è andato atrocemente storto?
Quando la smetterete di giustificare come errori passeggeri, esagerazioni particolari, uscite infelici, isolate mele marce quello che è un blocco impunito, antipopolare, nichilista e autoritario, che ci ha condotto anno dopo anno al disastro, e che si reputa al di sopra di ogni possibile giudizio?
Quando comincerete a capire che il nemico, il vero pericolo, non va cercato nelle catacombe social, nell’extraparlamentarismo clandestino, ma che ce l’avete davanti mane e sera a reti unificate?
