Draghi, conferenza stampa improvvisa per mendicare il voto dei Cinquestelle: doveva essere il governo dei Migliori, siamo al livello di un qualsiasi Pulcinella

Draghi: “Il governo con gli ultimatum non lavora. Non c’è esecutivo con me senza M5S”
Il premier in conferenza stampa con i ministri Orlando e Giorgetti: “Lavoriamo a patto sociale contro l’inflazione, interventi su cuneo e salario minimo”. Rinvio alle Camere se manca voto 5S? “Chiedetelo a Mattarella”.
Pressing del leader dei grillini per avere risposte

“Il governo con gli ultimatum non lavora, perde il suo senso di esistere”. Ancora più chiaro: “Se riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua”. Ma soprattutto: “Se si ha la sensazione che sia una sofferenza straordinaria stare al governo, che si fa fatica, bisogna essere chiari”. Tornare in Parlamento a chiedere la fiducia se il M5S non parteciperà al voto in Senato? “Primo: va chiesto al presidente Mattarella. Secondo: ho già detto che per me non c’è un governo senza 5 Stelle. Terzo: ho già detto che non c’è un altro governo Draghi. Questa situazione di fibrillazione il governo l’ha affrontata abbastanza bene, continua a lavorare”. Mario Draghi parla di lavoro, cuneo fiscale, salario minimo e pre-crisi, in conferenza stampa con i ministri del Lavoro, Andrea Orlando, e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, dopo aver incontrato i sindacati. C’è attesa per le parole del premier. Il governo sta vivendo una fase delicata. Giuseppe Conte ha convocato per domani mattina il Consiglio nazionale del Movimento e, intanto, spera di “ricevere delle pronte risposte” da Draghi il “prima possibile” per capire se restare al governo oppure uscire, dopo avergli consegnato un documento che in nove punti elenca le richieste dei grillini. “Quando ho letto la lettera (dei 5 stelle) ho trovato molti punti di convergenza con l’agenda di governo”, ha detto il premier. Tra questi nove punti c’è il salario minimo su cui il Draghi ha precisato: “È stata approvata in Europa la direttiva sul salario minimo, il governo intende muoversi in questa direzione”. L’avvocato resta in attesa di un nuovo incontro con il premier, che intanto oggi ha visto il segretario del Pd, Enrico Letta a Palazzo Chigi.

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I tempi stringono. La data del 16 luglio si avvicina: è il giorno in cui il dl Aiuti – che giovedì sarà all’esame del Senato – dovrà essere convertito in legge. La tensione nella maggioranza è alta e il comportamento del M5S a Palazzo Madama resta ancora un’incognita (dopo la decisione di non votare il decreto alla Camera lunedì). Anche Luigi Di Maio vuole delle risposte, ma dal suo ex partito. “M5S dicano se sono dentro o fuori – ha detto il ministro degli Esteri e leader di Insieme per il Futuro – Abbiamo bisogno di stabilità e invece ci troviamo nell’ennesima fibrillazione di governo dove c’è una forza politica, il M5S, che sta generando instabilità e che sta mettendo a repentaglio gli obiettivi che dobbiamo raggiungere per il paese”, il commento dell’ex.

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