Biden ha finito di fare il fenomeno! L’opposizione di Trump pronta a bloccare i suoi folli piani per l’Ucraina: tra pochi mesi avranno il controllo di camera e senato

Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

Nei suoi colloqui privati Joe Biden si mostra preoccupato: entrando alla Casa Bianca, un anno e mezzo fa, disse di essere un medico venuto a curare le ferite di una democrazia malata. Da allora ha colto alcuni risultati al di fuori degli Stati Uniti, tenendo insieme una coalizione occidentale che rischiava di andare in frantumi, ridando vigore alla Nato e fiducia alle democrazie europee. Ma non è riuscito a fare altrettanto in patria: l’America è sempre più polarizzata, divisa su quasi tutto.

Fa eccezione il sostegno all’Ucraina attaccata dalla Russia: su questo fin qui Biden ha avuto anche l’appoggio della destra in Congresso, come nel recente caso del varo di massicci interventi per Kiev. Ma proprio quel voto e le manovre che si sono svolte dietro le quinte fanno temere che in futuro qualcosa possa cambiare. E che Putin possa essere tentato di prolungare lo sforzo bellico non solo per tentare di conquistare nuovi territori nel sud-est dell’Ucraina, ma anche nella speranza che lo scorrere del tempo gli porti un’America meno determinata a sostenere Zelensky: anche prima delle presidenziali del 2024 e del possibile ritorno di Trump alla Casa Bianca.

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L’opposizione al pacchetto di aiuti militari e umanitari è stata proclamata ad alta voce dai trumpiani e dagli isolazionisti come Rand Paul. Ma dietro le quinte pressioni su tutti i repubblicani vengono esercitate dal gruppo Koch Industries, grande finanziatore del partito, e anche da think tank conservatori come il Cato Institute e, in parte, la Heritage Foundation.

Il piano per l’Ucraina è passato senza grandi problemi perché la vecchia guardia del Grand Old Party ha tenuto duro: il leader dei senatori, Mitch McConnell, ha evitato di suscitare accesi dibattiti, ma è andato a Kiev e ha marcato stretto i suoi parlamentari riuscendo a limitare le defezioni a 11 senatori su 50.

Ma non è stato facile e gli oppositori degli aiuti all’Ucraina considerano il voto sul pacchetto da 40 miliardi come la prova generale di un’opposizione più vasta all’allargamento della Nato che si manifesterà al momento del voto per l’adesione di Finlandia e Svezia. Se, com’ è probabile, a novembre i repubblicani riprenderanno il controllo di Camera e Senato, la pressione dei trumpiani sugli altri parlamentari repubblicani si farà molto più intensa: Biden rischia di ritrovarsi in difficoltà anche sull’Ucraina.

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