Giornalista di Al Jazeera ammazzata dalle bombe di Israele, ma se leggi le news in Italia nessuno ha le palle per dirtelo

tratto da Byoblu

Secondo una narrazione molto in voga in Occidente, le democrazie sarebbero un baluardo per la difesa della libertĆ  di stampa. Il caso di Julian Assange che rischia di morire in carcere per lā€™accusa di spionaggio dovrebbe riportarci ad una realtĆ  meno fantasiosa: spesso le democrazie non sono in grado di tutelare i giornalisti, anzi.

Comā€™ĆØ morta la giornalista di Al Jazeera

ƈ il caso della giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, che ĆØ stata uccisa nel campo profughi di Jenin in Cisgiordania. Secondo quanto riportato dalla stessa emittente qatariota Abu Akleh si trovava insieme ad altri giornalisti nel campo profughi per documentare il raid militare in corso perpetrato dallā€™esercito israeliano ai danni dei palestinesi. Si trattava con buona probabilitĆ  di una ritorsione di Tel Aviv a seguito dellā€™attentato realizzato diversi giorni fa ad Elad dove hanno trovato la morte tre cittadini israeliani.

La giornalista di Al Jazeera come i suoi colleghi erano dotati dei consueti elementi di riconoscimento per la stampa, nonostante questo ĆØ stata colpita al volto dalle forze israeliane, mentre il suo collega Ali al-Samoudi ĆØ rimasto ferito e ha potuto raccontare quello che ĆØ successo. ā€œStavamo per filmare il raid dellā€™esercito israeliano e allā€™improvviso ci hanno sparato senza chiederci di andarcene o interrompere le riprese. Il primo proiettile mi ha colpito e il secondo ha colpito Shireen. Non cā€™era alcuna resistenza militare palestinese sulla scenaā€. La giornalista ĆØ morta sul colpo e immediate sono state le reazioni da parte delle autoritĆ  internazionali.

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La condanna della comunitĆ  internazionale

Lā€™inviato speciale delle Nazioni Unite per il Processo di Pace in Medio Oriente, Tor Wenneslandha infatti condannato lā€™uccisione di Abu Akleh: ā€œCondanno fermamente lā€™uccisione della giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, che ĆØ stata colpita a colpi di arma da fuoco questa mattina mentre seguiva unā€™operazione delle forze di sicurezza israeliane a Jenin, nella Cisgiordania occupataā€.

Persino lā€™Ambasciatore americano in Israele, Tom NidesĆØ intervenuto chiedendo lā€™apertura di unā€™inchiesta per individuare il responsabile dellā€™omicidio. Sono diversi gli osservatori a sostenere che lā€™omicidio a sangue freddo della giornalista di Al Jazeera non sia un fatto isolato e che Israele non garantisca alcuni diritti fondamentali per la tutela della libertĆ  di stampa.

Il direttore di Human Rights Watch in Israele e Palestina ha per esempio affermato che:ā€ Sappiamo che lā€™esercito israeliano ricorre in modo sistematico allā€™uso della forzaā€.

Israele allā€™86esimo posto nella classifica sulla libertĆ  di stampa

Una dichiarazione che sembra trovare conferma anche nellā€™ultimo report pubblicato dallā€™associazione francese Reporter Sans Frontieres, dove Israele si ĆØ classificata allā€™86esimo posto della classifica sulla libertĆ  di stampa, dietro la Liberia, il Malawi e la Guinea. In particolare nel report si legge che: ā€œI giornalisti palestinesi incontrano grandi difficoltĆ  nellā€™esercizio della loro professioneā€. Insomma il Paese che spesso viene definito come il faro di democrazia in Medio Oriente non sembra essere in grado di fare lavorare i giornalisti in sicurezza.

Ed ĆØ curioso notare come la notizia della morte di Abu Akleh sia stata riportata in Italia. Il Messaggero parla di morte avvenuta ā€œnegli scontri in Cisgiordaniaā€, Rai News descrive lā€™evento come un decesso a seguito di ā€œuno scontro a fuocoā€, mentre lā€™HuffPost scrive addirittura di uno scambio di accuse tra israeliani e palestinesi per lā€™uccisione della giornalista.

Uno scambio di accuse inesistente, visto che anche le forze armate israeliane si sono dette pronte ad avviare unā€™inchiesta per accertare la responsabilitĆ . Oltre a Israele anche lā€™Italia ha un grosso problema sulla libertĆ  e qualitĆ  dellā€™informazione.

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