“Così l’Europa ci condanna alla terza guerra mondiale” Massimo Cacciari mette tutti in guardia: la mossa voluta da Bruxelles è più che scellerata

Ucraina, Massimo Cacciari: “Il rischio realissimo dell’errore fatale, cosa deve fare l’Europa”

L’Unione europea deve scendere in campo e aiutare Ucraina e Russia a trattare: ne è convinto Massimo Cacciari, secondo il quale “l’Europa può trovare qui la sua storica occasione di affermarsi finalmente come grande potenza politica”. In un editoriale su La Stampa, il filosofo ha spiegato come i due Paesi adesso in guerra non possono essere lasciati “soli” a negoziare come sta avvenendo adesso, altrimenti “non si giungerà a nulla, forse neppure al cessate il fuoco per garantire gli interventi umanitari”.

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Inoltre, secondo Cacciari, bisogna evitare un pericolo che è sempre dietro l’angolo, “il rischio realissimo dell’”errore” fatale. Anche la prima Grande Guerra nessuno la voleva (e anche allora c’era di mezzo, tra l’altro, l’Ucraina)”. Il filosofo, inoltre, non si è detto contrario all’invio di armi in Ucraina, ma allo stesso tempo ha sottolineato che l’obiettivo primario deve essere comunque la fine del conflitto: “È interesse assoluto dell’Ucraina e deve essere il nostro che si ponga immediatamente fine alla guerra; per questo va utilizzato ogni mezzo, sanzioni o invio di armi che sia. Questo deve essere dichiarato e risultare chiaro allo stesso avversario”.

Per Cacciari, insomma, l’Europa – al di là delle armi – deve essere in grado di fornire “un tavolo per un accordo solidissimo tra Ucraina e Russia”, dotandosi di una delegazione che sia di altissimo livello e che venga “presieduta magari da Angela Merkel“. Solo questo – continua il filosofo – “potrebbe portare al cessate il fuoco e alla possibilità di immediati ed efficaci interventi umanitari”. Cacciari definisce “inaccettabile ogni pura e semplice smilitarizzazione dell’Ucraina, ma possibile un accordo che escluda l’istallazione di armi strategiche e missili sul suo territorio”. Un compromesso, insomma. L’alternativa sarebbe “la guerra permanente inframezzata di armistizi o, peggio, l’occupazione russa”.

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