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La Lega nel frattempo sembra aver ritrovato la sua compattezza: in mattinata c’è stato un “lungo colloquio” tra Salvini e Giorgetti che sembra aver rimesso nei ranghi l’ala più “barricadera” del Carroccio, fortemente orientata a dire addio al governo. Ma, spiegano dallo staff del ministro, nell’incontro c’è stata compattezza sulla linea scelta.
“Ho rappresentato al presidente Draghi lo sconcerto della nostra comunità quando, a fronte di un ministro degli Esteri che più volte è andato in tutti i tg a dichiarare, in un momento così delicato, che il M5S stava attentando alla sicurezza nazionale, non ha trovato occasione e tempo per intervenire a richiamare il suo ministro, che palesemente esercitava in modo strumentale i suoi doveri di ufficio e gettava immotivatamente discredito sul M5S”, riferisce Conte parlando con i giornalisti nella sede del Movimento.
Conte: “Le parole di Grillo?” Ne ho parlato con Draghi ma sostegno al governo non dipende da quello”
Il ‘casus belli’ innescato dalle parole che Beppe Grillo avrebbe attribuito al premier Mario Draghi? Risponde Giuseppe Conte durante il punto stampa con alcuni cronisti nella sede del M5S:”Si, si è parlato anche di questo, però è una questione sulla quale non voglio entrare. È vero che quella vicenda ha colpito l’intera comunità 5 stelle, ma è anche vero che io stesso ho chiarito da subito, anche sul piano interno, che la nostra decisione riguardo al sostegno M5S al governo non deve dipendere da quella vicenda. Che, seppur non può essere declassata a affare privato perché ha implicazioni politiche, non deve orientare la nostra decisione, che va assunta per il bene dei cittadini e del paese”.
se un tempo era la piattaforma a dettare la linea, cioè il loro elettorato, oggi invece prevale l’interesse di poltrona