Elly Schlein ai titoli di coda! Comunque vada, dopo il 9 giugno, farà le valigie e tornerà da mamma e papà a Zurigo

(ANSA) “E’ stato proposto di inserire il mio nome nel logo, si è aperta una bella discussione, ringrazio chi ha fatto questa proposta, ma penso che il contributo lo possa dare correndo accanto a loro, in questa lista. Una proposta più divisiva che rafforzativa e non ne abbiamo bisogno”. Lo ha detto la segretaria Pd, Elly Schlein, in una diretta Instagram.

Europee: Schlein, mi candido perché è una sfida cruciale

 (ANSA) – “Voglio dare una mano anche io, ci sarò, candidata, e mi candido a provare insieme più in alto possibile il Pd”. Mi canidido alle europee “perché è una sfida cruciale”. Lo ha detto la segretaria Pd, Elly Schlein, in una diretta Instagram. “La famiglia socialista è l’unico argine all’avanzata delle destre. Abbiamo bisogno che tutti noi ci mettiamo in corsa, ho la speranza di dare una mano a eleggere più possibile di queste persone”.

DAGOREPORT di dagospia.com

Conto alla rovescia per l’imbroglio-Schlein. “Elly è un mix tra l’arroganza di Renzi, la doppiezza di Forlani e la cultura politica di Jasmine Cristallo”, è il commento più sereno al Nazareno, dove in queste ore si corre appresso alle lancette nella speranza di trovare una soluzione che salvi la faccia a Elly: entro le 16 di oggi, termine ultimo per la presentazione dei simboli per le europee.

Ma sapremo tutto a partire dalle 15, alla conferenza stampa convocata  in fretta e furia dopo che alla Direzione nazionale del Pd di ieri, la svalvolata con tre passaporti ha perso la maggioranza del partito. La poverina si è rimboccata la lapide quando ha detto: o il mio nome nel simbolo o mi mettete capolista in tutte le circoscrizioni. Che significherebbe rifare le liste, in primis i vari capolista: Stefano Bonaccini, Cecilia Strada, Lucia Annunziata.

I venti di rivolta investono tutte le aree del Pd. Si sono schierati contro la neo Zarina del Pd, oltre il grande vecchio Romano Prodi, la sinistra new wave di Provenzano e Sarracino. Furibondi ex lettiani, ex veltroniani, il gruppetto di Cuperlo (fatto fuori da Elly alla presidenza della Fondazione dem per metterci il suo nuovo alleato Zingaretti) e il cosiddetto partito dei sindaci.

Anche uno mite come Delrio sta lì pronto col lanciafiamme: non accetta che l’accordo Elly-Bonaccini possa spingersi fino alla scelta del futuro candidato alla Presidenza della Regione Emilia Romagna e quindi pare abbia detto ai suoi (e a Prodi stesso): “Allora mi candido io, si dia spazio ai cattolici”.

Perfino le figurine messe in lista per “allargare il partito” e dare una spruzzatina di “società civile” alzano la voce. Lucia Annunziata stronca la decisione di inserire nel simbolo Pd il nome di Elly Schlein. (A proposito, ma quanti errori, e quindi annullamenti, ci saranno nello scrivere il nome della segretaria sulla scheda: non siamo mica a Zurigo, suvvia…)

Un capolavoro però è riuscito alla Schein: ha mandato in frantumi “Energia Popolare”, la corrente dei riformisti dem che l’hanno giurata a Bonaccini accusato di essersi “venduto per quattro spiccioli”.

Della proposta di mettere il nome nel simbolo, la segretaria multigender non ne aveva parlato nemmeno con Dario Franceschini, che la lanciò al vertice pensando di poter essere il suo burattinaio, ma solo con il presidente del Pd e governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.

“Bona”, che smaniava dalla voglia di traslocare a Bruxelles come capolista, ha acconsentito alla personalizzazione schleiniana del partito in cambio della candidatura nella circoscrizione Sud del ras delle preferenze, Raffaele “Lello” Topo, figlio dell’autista di Gava, che ovviamente fa parte della sua corrente. Insomma, altro che cacicchi…

Risultato? Alla fine vicino a Schlein restano solo in due, il multi-trasformista Zingar-Elly e Francesco Boccia, cioè colui che è il vero artefice del sistema Puglia, garante di Decaro ed Emiliano.

Ora Elly ha davanti tre strade: la prima se ne frega di tutto e di tutti, anche di aver perso la maggioranza, e mette il suo nome nel simbolo; la seconda: fa un bel rinculo su tutto frignando che non vuole spaccare il partito; la terza: toglie il nome dal simbolo ma si candida come capolista. Comunque vada, dopo il 9 giugno, farà le valigie e tornerà da mamma e papà a Zurigo

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