Carabinieri uccisi, cosa ci faceva la ragazza a piede libero? Non solo i test hanno rilevato alcol e droga nel sangue: recentemente aveva patteggiato una condanna a tre anni per spaccio

Nancy Liliano, 31 anni, di Campagna, in provincia di Salerno, che guidava il suv Range Rover che si è scontrato con l’auto di servizio dei
carabinieri sulla statale 91, provocando la morte di Francesco Pagano, di 27 anni, e di Francesco Pastore, di 25, è formalmente indagata per duplice omicidio stradale dalla Procura di Salerno.

La sua posizione è aggravata dal possibile utilizzo di alcool e droga, riscontrato dai primi test tossiccologici in attesa di controanalisi.

Secondo quanto si apprende, la Procura di Salerno ha ordinato alcune perizie sulle tre automobili coinvolte nella carambola mortale di sabato, nella quale sono rimaste ferite altre quattro persone: la stessa Nancy Liliano, una passeggera 18enne, un altro carabiniere e un 75enne alla guida della terza vettura, attualmente ricoverato ancora in gravi condizioni.

La donna, che viaggiava su un’auto sequestrata perché senza assicurazione e poi dissequestrata, ha precedenti per spaccio (pena patteggiata a tre anni) e suo padre, secondo quanto riporta il Corriere della Sera è sotto processo – in primo grado – per omicidio stradale. Nancy Liliano era stata coinvolta in una inchiesta sul traffico di droga tra la Calabria e la piana del Sele. “La Liliano era una delle 15 persone alle quali, nel giugno 2019, i carabinieri della compagnia di Eboli notificarono altrettante misure cautelari, emesse dal gip su richiesta della Dda. In manette finirono esponenti di spicco della famiglia malavitosa Del Giorno, ritenuta dagli inquirenti in contatto con la ‘ndrangheta dalla quale acquistava la droga da rivendere”, si legge. Nancy Liliano patteggiò e fu condannata a tre anni.

“Secondo l’accusa, Nancy Liliano era entrata a far parte del gruppo di spacciatori di cui lo zio, Luigi Del Giorno, di Campagna, era ritenuto dagli inquirenti al vertice. Le accuse per lei furono di detenzione e spaccio di marijuana, amnesia e cocaina. La linea difensiva sosteneva che i due indagati avrebbero svolto solo un ruolo marginale e temporalmente circoscritto, senza legami di affiliazione con il gruppo malavitoso. La Corte, tuttavia, confermò le tesi dell’accusa”. Ora dovrà rispondere di duplice omicidio stradale.

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