L’Unione Europea si conferma il “male assoluto” per la crescita economica: le politiche economiche imposte dai criminali di Bruxelles sono fallimentari

di Paolo Cagnoni per IlParagone

Ancora una volta, sono i numeri a parlare. E a dire che le politiche economiche europee sono fallimentari. Il dato sulla crescita è impietoso. Il Pil continentale resta fermo nel quarto trimestre. E a pagare il dazio peggiore sono proprio loro, i “maestri dell’austerity”. La Germania, infatti, registra un calo del Pil pari allo 0,3. Il dato complessivo europeo registra un modestissimo +0,5, contro il -0,1 del trimestre precedente. In sintesi, l’Europa ha schivato per poco la recessione, ma c’è poco da esultare. Il Continente vive un periodo di stagnazione. E per il 2024 le stime sono viste ulteriormente al ribasso. L’Irlanda è il Paese con il dato peggiore nell’ultimo trimestre (-0,7). Meglio va a Portogallo e Spagna (+ 0,8 e + 0,6). Per l’Fmi, a livello mondiale si registra una crescita del 3,1%. Quindi il problema è soprattutto europeo.

La Ue, ancora una volta, si conferma il “male assoluto” per la crescita economica. Miopia, interessi particolari, incapacità di leggere presente e futuro portano a questi risultati. La fase recessiva della “locomotiva” tedesca è un dato preoccupante. E l’Italia, in questo quadro non certo esaltante, come si pone? La nostra crescita resta inchiodata attorno allo zero virgola, ma questo si sapeva. Le stime preliminari, però, portano il governo a un moderato ottimismo. Per il 2023 il Pil dovrebbe crescere dello 0,7%, un dato che secondo il Fmi dovrebbe permanere anche nel 2024. Va detto però che sul futuro pesano le tante incognite che la situazione internazionale si trascina. A cominciare dalle guerre e dalle tensioni sparse per il Pianeta, soprattutto nel Mar Rosso. La “guerra commerciale” all’Occidente iniziata dagli Houthi, i guerriglieri yemeniti, solleva infatti molti timori per le conseguenze che potrebbe avere nel prossimo futuro.

Il governatore della Banca d’Italia Panetta si aspettava che la situazione in Medio Oriente causasse un ribasso immediato del nostro Pil, e ciò non è avvenuto. Il Tesoro può tirare un sospiro di sollievo, le stime di una crescita allo 0,8 sono state quasi rispettate. L’ultimo trimestre ha registrato una crescita dello 0,2%, grazie a un incremento della produzione industriale, dei servizi e a una dinamica positiva nel rapporto commerciale import-export. Confcommercio, in una nota, scrive comunque che “rimane molto difficile ipotizzare dinamiche in grado di generare uno sviluppo superiore all’1%” anche per il prossimo anno. Infine, una nota sull’inflazione. A livello globale è destinata a diminuire dal 6,8 al 5,8% nel 2024. E le economie avanzate dovrebbero godere di una disinflazione più rapida. Guerre e conflitti permettendo.

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