Kate, il turbo cancro e il vaccino mRNA. Parla il luminare dell’oncologia, illustrando in un articolo la correlazione con il sacro siero

di Antonio Oliverio per Il Paragone

Il nostro mestiere ci impone di raccontare le notizie e anche le loro interpretazioni: dunque non possiamo esimerci, pur con l’equilibrio, la delicatezza e il rispetto che si deve a una principessa, dal riportare quanto in queste ore più d’uno sta sottolineando, a seguito del video annuncio con cui la principessa del Galles ha comunicato ai suoi cittadini il cancro da cui è affetta. Senza specificare quale tipo di patologia oncologica abbia contratto. Sicché, dopo due mesi di illazioni e teorie di vario genere, la dichiarazione è stata declinata in vari modi. William Makis, oncologo canadese e luminare del Cross Cancer Institute, docente alla University of Alberta, si è soffermato su quello che è un evidente  “turbo-cancro”, una formula (al pari dei famigerati “malori improvvisi“) che di recente, purtroppo, ricorre ampiamente. Una vera epidemia. Il nostro lettore lo sa bene, in moltissimi collegano questa esplosione di casi, sovente in soggetti di giovane età – Catherine del Galles ha solo 42 anni –, e lo fanno in base a dati e statistiche oggettivamente inoppugnabili. In accordo con molteplici studi che abbiamo citato, la proteina Spike dei vaccini a mRNA contro il Covid-19 potrebbe avere un’azione cancerogena, portando alla progressione, alla recidiva oppure alla metastasi del cancro. Si tratta, grossomodo, di quanto sostiene, sin dal 2020, Mariano Bizzarri, oncologo di fama mondiale, o di quanto ha scritto Micheal Palmer, medico canadese e docente universitario, autore di un articolo su Doctors for COVID Ethics.

La correlazione

Ora, torniamo su quanto sostiene William Makis: “C’è un’alta probabilità che abbia un turbo cancro, causato dai vaccini mRNA COVID-19 che ha assunto nel 2021“, scrive in una articolo sul suo blog, riassunto nel post su X (l’ex Twitter) che abbiamo riportato. “Questi tumori si comportano in modo completamente diverso, diverso da qualsiasi cosa abbia visto prima nella mia carriera. E ho diagnosticato oltre 20mila pazienti con cancro”. Linfomi che “ti uccidono in pochi mesi”. Quali sono, dunque, i tumori “indotti da mRNA” che più probabilmente richiederebbero un intervento chirurgico addominale e una “chemioterapia preventiva”, come quella che la principessa ha citato? Makis ne enuclea quattro: Turbo cancro al colon, “uno dei più comuni”; turbo cancro ovarico, “una prognosi infausta in aumento”; turbo cancro uterino, “endometrio o sarcoma”; turbo cancri rari, che colpiscono “appendice, cistifellea, pancreas, stomaco”. Sicché passa all’esame di ciascuna tra queste patologie. Qua il discorso si fa molto tecnico, ma interessano anzitutto alcuni passaggi. Ad esempio: “La mia ipotesi e preoccupazione è che l’intervento chirurgico addominale maggiore subito dalla principessa del Galles sia stato un’isterectomia totale e una salpingo-oforectomia bilaterale e che il cancro sia un cancro ovarico o un cancro uterino scoperto inaspettatamente dopo l’esame patologico del campione chirurgico. La necessità di chemioterapia preventiva suggerisce un turbo cancro ovarico o un un turbo cancro uterino in stadio più avanzato“.

La terapia di William Makis

Ora, poiché “i turbo cancri in generale non rispondono ai regimi standard di chemioterapia, radioterapia o immunoterapia”, e “ciò è particolarmente vero per i turbo cancri ovarici”, la principessa del Galles avrà bisogno di un piano di trattamento “che affronti alcune delle caratteristiche uniche del turbo cancro indotto dall’mRNA“. Dovrà, dunque, circondarsi di medici “che non hanno abbandonato il Giuramento di Ippocrate durante la pandemia”, anche se “la stragrande maggioranza lo ha fatto, compresi praticamente tutti gli oncologi”. Tra i suoi stessi colleghi oncologi Makis ha riscontrato l’esacerbazione di tali patologie a seguito della vaccinazione, come racconta. Urge un protocollo di “disintossicazione” delle proteine Spike, come già suggerito tempo fa dal dottor Peter McCullough. Un processo che coinvolge agenti di degradazione delle proteine ​​Spike come Nattokinase e agenti leganti le proteine ​​Spike con proprietà antitumorali come quercetina, foglia di olivo, Nigella Sativa o curcumina, nonché un “Piano di trattamento alternativo” che comprenda Ivermectina ad alte dosi e Fenbendazolo/Mebendazolo/Albendazolo ad alte dosi.

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