Forno a microonde e rischio di tumori, l’associazione italiana per la ricerca sul cancro garantisce che non vi siano correlazioni alcune

No, non vi è alcuna dimostrazione che l’uso del forno a microonde aumenti il rischio di cancro e ancor meno che il cibo scaldato con questo elettrodomestico possa essere meno nutritivo di quello cotto o riscaldato in altro modo.

tratto dal sito ufficiale AIRC

In sintesi

  • forni a microonde scaldano e cuociono il cibo grazie all’azione di radiazioni a radiofrequenza, dotate di basse quantità di energia. Solo le radiazioni ad alta energia hanno potere ionizzante, cioè sono in grado di modificare la struttura subatomica della materia e quindi di indurre alterazioni del DNA che possono aumentare il rischio di cancro. Il cibo scaldato al microonde non è radioattivo, proprio perché non è sottoposto a radiazioni ionizzanti.
  • Dal punto di vista nutrizionale, in molti casi è meglio cuocere gli alimenti col microonde che con i metodi classici.
  • Il microonde è meno efficace della cottura classica nell’eliminare eventuali batteri o tossine che possono essere presenti nel cibo mal conservato, per cui il maggior rischio per la salute è legato all’eventuale cattiva conservazione dei cibi e al conseguente riscaldamento con questo sistema, poco attivo contro i microrganismi. O, per lo stesso problema, a una non ottimale pulizia del forno a microonde stesso.

Per approfondire

forni a microonde sono elettrodomestici che scaldano il cibo sfruttando l’interazione della materia (in particolare delle particelle di acqua, ma anche di grassi, contenute negli alimenti) con i campi elettromagnetici generati dall’apparecchio. Rispetto ai metodi di cottura classici (fornelli e forni elettrici o a gas), che scaldano per irraggiamento o conduzione partendo dall’esterno dell’alimento per arrivare all’interno, il microonde spesso fa aumentare la temperatura prima nella parte centrale, in particolare se è ricca di acqua o grassi, e solo successivamente in quella esterna, spesso più secca.

Non si tratta di un metodo di cottura innovativo: il brevetto del forno a microonde è addirittura del 1946, il primo modello industriale fu commercializzato nel 1947 e i modelli più piccoli, adatti all’uso domestico, fecero la loro comparsa negli Stati Uniti d’America sul finire degli anni Cinquanta. Ciò significa che abbiamo alle nostre spalle un numero sufficiente di anni di osservazione per poter affermare che si tratta di un sistema di cottura per cui non si sono evidenziati pericoli per la salute di tipo oncologico.

La parola radiazione

Perché si è diffusa la falsa credenza che il microonde possa far aumentare il rischio di ammalarsi di tumore?

Le microonde, che sono un tipo di radiazione a radiofrequenza, vengono assorbite dalle molecole di acqua e da altre molecole come quelle di grasso che, grazie all’energia ricevuta, sono in grado di vibrare. L’attrito molecolare provocato dallo sfregamento genera calore e il calore a sua volta cuoce il cibo.

È probabile che il fraintendimento nasca proprio dal termine radiazione, una categoria a cui anche le microonde appartengono. I raggi X sono un altro esempio di radiazione, ma tale è anche la luce solare. La parola evoca la radioattività prodotta dalle centrali e dalle armi nucleari, o dagli elementi naturalmente radioattivi, di cui è nota la capacità di interagire con il DNA inducendo mutazioni genetiche che possono effettivamente provocare tumori.

Non tutte le radiazioni sono però capaci di interagire col DNA: perché questo accada devono avere abbastanza energia per farlo, una caratteristica comune ai raggi X, gamma e anche a una parte dei raggi ultravioletti (UV) provenienti dal sole. Tutte queste radiazioni appartengono alla categoria di quelle ionizzanti, in grado cioè di rimuovere un elettrone da un atomo o una molecola. È proprio la capacità ionizzante, legata all’elevata energia contenuta in una radiazione, a renderla pericolosa per il DNA.

Le radiazioni a radiofrequenza a cui appartengono le microonde, ma anche le onde radio, sono invece a bassa energia e fanno parte delle radiazioni di tipo non ionizzante. Le microonde hanno abbastanza energia per far vibrare gli atomi all’interno di una molecola, ma non abbastanza da allontanare un elettrone dal suo legame. Non sono quindi sufficientemente potenti da indurre mutazioni nel DNA. Inoltre, il cibo scaldato col microonde non è radioattivo perché non viene ionizzato: è esposto a quantità di energia insufficienti a provocare questo fenomeno. Di conseguenza anche gli alimenti cotti o scaldati con questo metodo non influiscono sul rischio di ammalarsi.

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