Momenti di terrore a Marcon, in provincia di Venezia, alcuni banditi intorno alle 19 hanno assaltato una gioielleria di un centro commerciale.
Sono stati presi in ostaggio anche due commesse dell’esercizio commerciale. I quattro malviventi, armati di mitra e con il passamontagna, sono entrati nel negozio e, dopo essersi impossessati dei preziosi, sono fuggiti. A quell’ora il centro commerciale era affollato e c’è stato un fuggi fuggi per cercare un riparo all’esterno.
I malviventi erano armati di kalahsnikov e fucili a pompa
I dipendenti dell’esercizio commerciale all’interno del “Valecenter” sono stati presi in ostaggio da uomini armati che dopo essere entrati nel negozio e aver rubato i gioielli sono fuggiti. Secondo fonti locali, i banditi sarebbero stati armati di kalashnikov e fucili a pompa. A quell’ora il centro commerciale era piuttosto affollato e c’è in molti sono fuggiti via per cercare un riparo all’esterno. Al momento non si ha notizia della refurtiva o di feriti, anche se alcuni testimoni hanno riferito di un bottino che potrebbe arrivare a toccare i 200mila euro.
“Hanno chiesto le chiavi per aprire i cassetti e le vetrine, e quelle che non sono riusciti ad aprire, le hanno spaccate una a una, razziando tutto il possibile” racconta il primo cittadino, Matteo Romanello.
Sul posto sono arrivati i carabinieri, che hanno perlustrato lo stabile e avviato le indagini per ricostruire l’accaduto, con l’obiettivo di risalire ai responsabili. Si tratterebbe di un gruppo formato da quattro o cinque persone, tutte con i volti coperti da passamontagna.
La testimonianza di una cliente
“Mi trovavo all’interno del Centro con mia figlia” racconta una donna testimone della brutta esperienza. “Ero a metà corpo centrale, ho visto intere famiglie che correvano, ci hanno detto che c’era una persona armata in un negozio che minacciava la commessa. Pensavo a uno scherzo di carnevale, poi ho capito che era in atto qualche cosa di grave” ha aggiunto.
Anche se, da una prima ricostruzione, sembra che i malviventi siano fuggiti con una macchina e che l’abbiano poi abbandonata 300 metri più avanti, per salire a bordo di un altro mezzo.
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