Ranucci nella bufera: la maggioranza ha qualche altro scheletro nell’armadio? Se la fanno sotto al punto da convocare il conduttore di Report alla commissione di vigilanza della Rai

Da “Un Giorno da pecora” – Rai Radio1

‘Il Foglio’ ha scritto che Report starebbe preparando una puntata su Francesco Lollobrigida? “E’ falso, il minimo sindacale per un giornalista sarebbe chiamare la controparte per verificare la notizia. E ‘Report’, in oltre 25 anni di attività non ha mai fatto inchieste sulla vita intima e privata delle persone”.

Lo dice a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, il giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci, commentando le voci secondo cui la trasmissione di inchiesta starebbe lavorando ad un’inchiesta sul ministro del governo Meloni.

“Ieri ho chiamato direttamente Lollobrigida per dirgli che non era vero nulla, abbiamo avuto una conversazione piacevolissima, il ministro è una persona simpatica”. Cosa le ha risposto Lollobrigida? “Mi ha semplicemente ringraziato”.

Secondo alcune voci, lei sarebbe anche in contatto con la mente di ‘Striscia la Notizia’ Antonio Ricci. “Io sarei in contatto con Ricci per scambio di materiale? Assolutamente no – ha assicurato Ranucci a Un Giorno da Pecora – ho rispetto per Antonio che è un uomo libero. Gli invidio le querele che ha, molte più delle mie…”

Vigilanza Rai, la maggioranza convoca Ranucci contro il parere della presidente. M5s: «È intimidazione»

Non c’è ancora una data, ma c’è la conferma della convocazione. Il direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, e il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, dovranno andare in commissione di Vigilanza Rai. La pretesa era stata avanzata dagli esponenti di Forza Italia già la scorsa domenica quando, a urne aperte per le suppletive di Monza, la trasmissione ha mandato in onda un’inchiesta sull’eredità di Silvio Berlusconi e Forza Italia. Nel pomeriggio di oggi, 25 ottobre, i parlamentari di centrodestra che siedono a Palazzo San Macuto hanno ignorato la proposta della presidente della commissione, Barbara Floridia. In un tentativo di mediazione, l’esponente del Movimento 5 stelle si è opposta alla richiesta di convocazione in relazione a una singola trasmissione, ritenendo più opportuno inserire l’audizione di Ranucci in una più ampia serie di incontri atti a tracciare un quadro complessivo sulle scelte editoriali della Rai.

Niente da fare: i membri del centrodestra, che detengono la maggioranza in commissione, hanno votato per convocare il conduttore e trattare singolarmente il caso Report. Tutte le opposizioni hanno espresso voto contrario. I grillini, in una nota, hanno accusato il centrodestra di compiere un atto intimidatorio ai danni della libertà di stampa: «La convocazione di Ranucci imposta dalla maggioranza rappresenta un atto intimidatorio nei confronti della libera informazione e un precedente grave che apre la porta a una interpretazione distorta e strumentale delle funzioni della commissione. Chi si ritiene diffamato si rivolga eventualmente a un giudice, ma la Vigilanza non può essere utilizzata come un tribunale dell’inquisizione a fini politici o per interessi di partito. Ci preoccupa profondamente l’utilizzo che fa questa maggioranza di una istituzione di garanzia per attaccare in maniera sconsiderata la libertà di stampa e il servizio pubblico, ignorando completamente le grandi sfide che la Rai ha di fronte».

Anche Angelo Bonelli e Peppe De Cristofaro di Alleanza verdi e sinistra, entrambi componenti della commissione di Vigilanza Rai, hanno pubblicato un comunicato che condanna la decisione della maggioranza: «Quanto avvenuto oggi in ufficio di presidenza della commissione è gravissimo. La destra a maggioranza ha votato per convocare in commissione il conduttore della trasmissione Report, Ranucci, reo di aver fatto giornalismo d’inchiesta sull’eredità di Berlusconi. Una vera e propria intimidazione contro chi esercita la professione con la schiena dritta. Invece di pensare a come bloccare una delle poche trasmissioni d’inchiesta rimaste in Rai, la destra pensi all’emorragia di audience dovuta alle scelte sbagliate dell’amministratore delegato e del direttore generale dell’azienda di servizio pubblico. Problemi di ascolti che non ha Report. Tele Meloni non piace agli italiani».

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