Gino Paoli su Sanremo: “Squallido, non lo guardo. Arrivano al Festival soprattutto canzoni di mer**”
Gino Paoli ha dichiarato che un tempo sul palco del Festival di Sanremo arrivavano le migliori canzoni delle case discografiche, oggi ritiene non sia più così. Le dichiarazioni in un’intervista rilasciata al podcast Tintoria.
Nonostante sia stato tra gli ospiti della scorsa edizione del Festival di Sanremo, Gino Paoli ha dichiarato di non apprezzare particolarmente come si è evoluta la kermesse canora. Alla vigilia della sesta edizione condotta da Amadeus, ha rilasciato un’intervista al podcast Tintoria, con Daniele Tinti e Stefano Rapone. La chiacchierata con il cantautore sarà disponibile su YouTube a partire dal 6 febbraio.
Cosa ha detto Gino Paoli sul Festival di Sanremo
Gino Paoli, come si vede in un video pubblicato da Rolling Stone, ha spiegato di non guardare Sanremo. Ritiene che la qualità delle canzoni non sia più quella di una volta: “No, non guardo Sanremo. Una volta le case discografiche mandavano la canzone migliore che avevano, arrivavano le migliori canzoni. Era il Festival della canzone, non era neanche importante chi la cantasse. Poi le case discografiche si sono accorte del potere rituale che Sanremo ha per l’Italia e adesso fanno il prodotto finito e lo mandano a Sanremo. Da lì la televisione si accorge che lo spettacolo di Sanremo funziona, arriva non solo in Italia ma anche fuori, e allora si appropria di Sanremo e lo fa diventare lo squallido spettacolo che è adesso. Nani e ballerine, c’è un po’ di tutto. Lì contano gli scandali per far parlare”.
Perché ritiene che il Festival sia cambiato in peggio
Dunque, Gino Paoli ritiene che oggi ci sia troppo contorno a Sanremo e poche canzoni in grado di resistere alla prova del tempo.
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