Gli insulti beceri al portiere del MIlan a Udine? Iniziate a ridere: tra i cosiddetti razzisti identificato anche un uomo di colore. A voi studio

“Scimmia” e “Buu” a Maignan: uno dei tifosi identificati è di colore
Cinque persone sono state identificate e ‘daspate’ per 5 anni, ma l’Udinese le bannerà a vita dal suo stadio.

tratto da Today.it

Gli hanno urlato “scimmia” e “negro” per diversi minuti, accompagnando gli insulti con gli ululati e i “buu”. Finché Mike Maignan, portiere francese del Milan, non è uscito dal terreno di gioco per poi rientrare dopo qualche minuto, supportato dai calciatori del suo Milan e anche da quelli dell’Udinese, la squadra di casa. È successo sabato 20 gennaio. Per quell’episodio la questura di Udine ha identificato, denunciato e comminato un Daspo di 5 anni prima a un uomo, poi ad altre quattro persone, tutti over 30, tra cui una donna e, si sa oggi, anche un uomo di colore.

Intanto l’Udinese ha deciso di ‘bannare’ a vita le cinque persone dallo stadio Friuli, usando quindi una mano più pesante di quella della questura (il cui Daspo vale però in tutte le strutture sportive italiane, anche di altri sport). Nel contempo, il club bianconero ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione del giudice sportivo di far disputare a porte chiuse la prossima partita dell’Udinese in casa, contro il Monza il 3 febbraio. La sanzione applicata è quella minima prevista dal Codice della giustizia sportiva, visto che l’Udinese si è subito adoperato fattivamente per l’individuazione dei responsabili (resa facile anche dal sistema accurato di videosorveglianza dello stadio).

E il sindaco di Udine, l’esponente di centrosinistra Alberto Felice De Togni, lunedì prossimo porterà in consiglio comunale la proposta di conferire a Maignan la cittadinanza onoraria. Un passaggio non scontato perché occorrono i voti di tre quarti dei consiglieri, dunque anche di qualcuno delle minoranze.

Che cosa è successo a Mike Maignan

Il portiere francese, titolare della porta rossonera, al 25′ minuto del match si era avvicinato all’arbitro facendogli capire di avere sentito gli ululati e l’insulto “scimmia”. Al 33′ minuto, con il prosieguo degli insulti e degli epiteti razzisti, Maignan si era allontanato dal campo imboccando il tunnel, seguito dai compagni di squadra, per poi rientrare sul terreno di gioco dopo circa 5 minuti. “Non è la prima volta, dobbiamo dare un messaggio importante, un segnale”, aveva poi detto nelle interviste post partita: “I veri tifosi vengono allo stadio per tifare. Queste cose nel calcio non possono succedere”.

Successivamente Maignan si era sfogato, più a freddo, affermando che “il sistema deve assumersi la responsabilità”, non solo quindi gli autori degli atti di razzismo, accusando di complicità “gli spettatori che hanno sentito tutto ma hanno deciso di tacere” e “l’Udinese che parlava solo di interruzione della partita, come se niente fosse”. Nonché le autorità, “se non faranno nulla”.

Le scuse dell’Udinese

Quanto al club friulano, si è scusato ufficialmente con il portiere rossonero e ha offerto la massima collaborazione: “Stiamo lavorando alacremente per individuare i responsabili. Fortunatamente abbiamo uno stadio all’avanguardia e quindi abbiamo gli strumenti per poterlo fare. Si tratta di individuare una, due, tre persone al massimo in una curva di cinquemila persone, è come cercare un ago nel pagliaio ma noi lo faremo”, ha dichiarato Franco Collavino, direttore generale dell’Udinese: “Abbiamo un unico obiettivo, quello di sbattere fuori per sempre dal nostro stadio questi soggetti, che non meritano di stare in un contesto come quello di Udine”.

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