Auto elettriche? Non le vogliono nemmeno in affitto! Hertz, colosso del noleggio annuncia che saranno sostituite con veicoli veri. Quelli termici

di Rosario Murgida per Quattroruote

Nei mesi scorsi, i maxi ordini piazzati dalle società di noleggio per l’acquisto di veicoli elettrici hanno rafforzato la possibilità che il canale delle flotte potesse fornire una spinta decisiva all’adozione della mobilità alla spina. Di recente, però, sono arrivati segnali decisamente controcorrente. La Hertz, dopo aver fatto parlare molto di sé grazie al maxi ordine per 100 mila veicoli Tesla, ha formalizzato in modo dettagliato il netto dietrofront anticipato dall’amministratore delegato Stephen Scherr durante un incontro con gli azionisti. La multinazionale – si legge in un avviso alla Sec, l’autorità statunitense di controllo dei mercati finanziari – “ha preso la decisione strategica di vendere circa 20.000 veicoli elettrici della sua flotta statunitense, ovvero circa un terzo della flotta globale. Le cessioni, che sono state avviate nel dicembre 2023 e si prevede avvengano in modo ordinato nel corso del 2024, copriranno diversi marchi e modelli”. Ancor più sorprendente è il seguito: “La società prevede di reinvestire una parte dei proventi derivanti dalla vendita di veicoli elettrici nell’acquisto di veicoli con motori a combustione interna per soddisfare la domanda dei clienti”.

Le spiegazioni. Dunque, la Hertz riconosce di aver sbagliato le sue previsioni, valutando eccessivamente la propensione dei consumatori al noleggio di veicoli che, almeno per ora, potrebbero non avere le caratteristiche idonee a soddisfare determinate esigenze. Non a caso, i vertici aziendali ritengono che la cessione “possa creare un miglior equilibrio tra l’offerta e la prevista domanda” di elettriche. C’è, però, un altro aspetto da non sottovalutare. Si tratta degli stessi fattori economici che hanno già spinto la concorrente tedesca Sixt a ridurre il numero delle Tesla nella propria flotta. La Hertz ammette, per esempio, che la cessione consentirà di “eliminare una quota sproporzionata di noleggi con bassi margini e di ridurre le spese per danni e incidenti associate alle elettriche”. In sostanza, la multinazionale confessa di non guadagnare abbastanza con la sua offerta di Bev e di patire i costi elevati delle manutenzioni.

L’impatto economico. Ovviamente, la decisione ha anche un impatto contabile sui conti del quarto trimestre, tra cui un aumento degli ammortamenti legati proprio alle vendite per 245 milioni di dollari e una conseguente diminuzione del margine operativo lordo. Su quest’ultimo indicatore peserà anche un ulteriore incremento degli ammortamenti causato dal calo dei valori residui degli stessi veicoli messi in vendita. Questo non implica un abbandono delle attuali strategie di promozione dei noleggi alla spina: la Hertz ha infatti intenzione di agire per migliorare la redditivà delle Bev che rimarranno disponibili in flotta, per ampliare la rete di ricarica e per accrescere le relazioni con i costruttori, in particolare per ottenere ricambi o interventi di manutenzione più convenienti.

Affari d’oro. Di sicuro, gli eventuali interessati possono ora accedere a un ampio stock di offerte a basso prezzo. Basta un rapido sguardo alla sezione Rent2Buy del sito americano: a Ford Lauderdale, in Florida, una Tesla Model 3 Standard Range Plus del 2021, con 69.510 miglia (meno di 112 mila chilometri), viene offerta a 17.700 dollari (circa 16.200 euro al cambio attuale). Tra l’altro, il prezzo potrebbe ridursi sotto a 13.700 dollari (15.529 euro) con il credito d’imposta in vigore negli Stati Uniti per le elettriche usate, ma la sua erogazione dipende da molti fattori, tra cui la possibilià che il rappresentante locale della Hertz acceda o meno alle agevolazioni fiscali. Ovviamente, si tratta spesso di veicoli con chilometraggi elevati e, vista la loro provenienza, non privi di difetti, ma si tratta comunque di affari d’oro visto che il nuovo costa almeno il doppio, se non il triplo.

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