“Paralizzato da dolori atroci dopo aver preso un antibiotico” Il calvario di un professore rovinato da un medico ‘di quelli bravi’: ha prescritto un farmaco sconsigliato dall’Aifa

“Voglio raccontarvi il mio anno e mezzo di dolore”. Comincia così il post con cui Fabrizio Gentili, 47enne tolentinate professore di matematica e fisica al liceo scientifico di Macerata, ha voluto raccontare su Facebook “perché – come dice lui stesso – da un anno e mezzo non posso lavorare, non guido, non riesco a lavarmi da solo, e ogni azione quotidiana è una conquista difficile”. Il professore combatte contro gli effetti collaterali gravissimi dovuti a un antibiotico, ha dolori atroci e, soprattutto, nessuna diagnosi né terapia. E ora rischia anche di perdere il lavoro, per il quale era amatissimo da tutti gli studenti che hanno avuto il piacere di trovarlo in cattedra. Il suo post ha già avuto migliaia di condivisioni, e da tutta Italia gli stanno scrivendo per offrire visite e possibilità.

“A luglio 2022, dopo l’assunzione del Ciproxin la mia vita cambia bruscamente, un medicinale preso per guarire da una infezione alle vie urinarie mi stravolge la vita. Passo dall’essere un atleta, iperattivo per 18 ore ogni giorno, all’essere immobilizzato su un divano con le fasce alle braccia per evitare di sopportarne il peso, dolori ai tendini di tutto il corpo, talmente forti che per circa 9 mesi sono stato imboccato da mia moglie e dai suoceri. Ero paralizzato dal dolore. Inizio a peregrinare per ospedali, pronti soccorso, Macerata, Ancona, Foligno, centinaia di analisi del sangue: risultati perfetti, nessun segno di infiammazione, mi liquidano dicendo probabile effetto avverso da antibiotico della famiglia dei fluorochinoloni, non sanno cosa farmi e mi prescrivono il cortisone. Io ho sempre evitato i farmaci, ma cedo, e inizia un calvario ancora peggiore. Il cortisone mi provoca bruciori su tutto il corpo. Non riesco più ad utilizzare il telefono, ho bisogno di assistenza 24 ore su 24 anche per prendere un bicchiere d’acqua. Perdo appetito, dimagrisco di 8 chili in tre mesi. Intanto provo farmaci su farmaci. Ogni farmaco non solo non mi dà sollievo, ma bastano una o due compresse e avverto subito effetti collaterali. Iniziano borsiti e sinoviti a molte articolazioni e tendini. Al quarto mese sembra andare meglio, mi consigliano la fisioterapia con elastici, dopo due giorni i muscoli reagiscono, da ex atleta mi sembra di percepire che è la strada giusta, continuo a lavorare sul dolore e dopo una settimana ritorno a quattro mesi prima, dolori lancinanti, bisogno di assistenza totale”.

Gentili gira tutti gli ospedali, delle Marche e di altre regioni, fa tutti gli esami e prova tutte le terapie. I test non danno alcuna spiegazione, tutto sembra a posto, compresi quelli sulla depressione. Quanto alle cure, dalla cannabis terapeutica alla camera iperbarica, passando per elettrostimolazioni, farmaci di ogni genere, infiltrazioni, i risultati sono, quando va bene, troppo brevi, e lasciano il posto a nuovi sintomi, diverse limitazioni, e sempre fortissimi dolori. Gentili si sottopone a qualsiasi prova, non si arrende, trova altri con i suoi stessi problemi, non si lascia abbattere, tuttavia la sua situazione è pesante oltre ogni dire. Non riuscendo più nemmeno a tenere in mano un libro, Gentili non può tornare a scuola. E non avendo alcuna diagnosi precisa, questo diventa un ulteriore problema.

“Dopo un anno e mezzo sto leggermente meglio. Alterno qualche giorno in cui sembra andare bene a giorni in cui si riaccendono i dolori. Ma per lo Stato non ho una diagnosi, i medici mi hanno abbandonato agli effetti avversi che mi dicono ci sono in tutte le medicine. Oggi sono a metà stipendio, da giugno non lo avrò più, rimarrà solo il mantenimento del posto per un altro anno e mezzo. Solo nell’anno solare 2023 ho stimato costi per spese mediche, terapie e integratori di 11-13mila euro”.

Nel post non ci sono vittimismo o disperazione, nonostante il dolore sia in ogni parola. “Ho scritto perché sono stanco di dover spiegare cosa mi è successo, di far capire che quando mi vedono in giro, in piedi, o a cena per una sera con qualche amico, in realtà non sto bene, è solo una piccola, minuscola tregua tra un dolore e l’altro, o forse è solo voglia di provare a tornare a provare qualche minuto di vita normale”. E soprattutto, il professore ha voluto rendere nota la sua storia per mettere in guardia quante più persone possibile. “Sono sei anni che Aifa ed Ema hanno sconsigliato i farmaci antibiotici fluorochinolonici, sono prescrivibili solo in terza o quarta battuta, non per banali cistiti o infezioni respiratorie“.

Gentili ha voluto ringraziare la moglie Monia, i suoceri e le figlie, per quello che fanno per lui. “Per scrivere questo post – spiega ancora – ho impiegato due giorni, ogni 5 righe mezz’ora di pausa, però lo vedo come un grido verso il mondo, verso la comunità medico-scientifica che mi ha abbandonato a me stesso. In Italia e nel resto del mondo ci sono migliaia di casi di persone che non sono riuscite ad andare avanti, hanno chiuso le proprie attività, hanno rovinato le proprie famiglie e in alcuni casi hanno fatto gesti estremi. Ringrazio tutti coloro che spesso mi scrivono, tra cui decine e decine di studenti. È per loro, per la famiglia, per le persone care che provo ogni giorno ad alzarmi dal letto e sperare che ci sia un futuro migliore. Vale la pena di provare perché se anche ci fosse una speranza su mille, da matematico, quell’evento non è impossibile, è solo poco probabile. C’è gente che gioca al SuperEnalotto in cui la probabilità è 1 su 622.614.630″.

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