Papa Francesco? Non è nient’altro che un «usurpatore» secondo Don Ramon Guidetti, parroco a San Ranieri a Guasticce (Livorno). O meglio, ex parroco, dal momento che questi giudizi sul pontefice gli sono costati la scomunica da parte del vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti. Il fatto è avvenuto lo scorso 31 dicembre, giorno in cui si ricordava il primo anniversario dalla morte di Papa Benedetto XIV, nel corso dell’omelia. A distanza di un solo giorno, è arrivato l’atto di scomunica firmato dal cancelliere della Diocesi, don Matteo Giavazzi. Nel testo viene spiegato che Don Ramon Guidetti «ha pubblicamente compiuto un atto di natura scismatica, rifiutando la sottomissione al Sommo Pontefice e la comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti». «Si ammoniscono i sacerdoti e i fedeli – conclude l’atto – a non partecipare a eventuali sue celebrazioni o ad altre pratiche di culto, perché essi incorrerebbero ipso facto nella gravissima pena della scomunica».
Chi è Don Ramon Guidetti
Secondo quanto ricostruisce il Tirreno, Guidetti è livornese, nato nel quartiere dei Cappuccini, e ha 48 anni. Era diventato parroco della Chiesa di Guasticce nel 2017. La sua scelta di dedicare la sua vita alla religione è arrivata «dopo un lungo cammino, passando anche dall’esperienza del convento dei Cappuccini della Ss. Trinità». Ma il percorso non è stato lineare: ha subìto infatti una deviazione, in un periodo in cui Guidetti iniziò a lavorare in un albergo di Firenze. Ha capito tuttavia di voler entrare in seminario nel 2011, «proprio quando gli era stata prospettata una promozione lavorativa». Oltre allo studio, aveva frequentato svolgendo diversi servizi sia la Caritas che la parrocchia di San Jacopo.
La reazione
Di quell’omelia, don Ramon dice di non essersi per niente pentito. Dopo la decisione del vescovo, spiega di essere «sereno e tranquillo» in un’intervista a Radio Domina Nostra rilasciata ad Alessandro Minutella. Anche lui scomunicato nel 2018, dopo aver attaccato Bergoglio. Guidetti ha aggiunto che dell’atto di scomunica «farà una bella cornice e lo appenderò al muro e sarà qualcosa di cui mi vanterò ben volentieri». Nessun rimpianto, se non un po’ di delusione e «amarezza nel cuore, per questa cecità e questa durezza da parte di colei che dovrebbe essere una madre, la Chiesa. Dovrebbe essere materna e in realtà è una tiranna».
di Andrea Cionci per Libero
Per la prima volta nella storia, il mondo è senza papa e senza conclave. Questa situazione dura da un anno e due giorni, da quando Benedetto XVI è andato in cielo lasciando la sede romana da impedita a vacante.
Per testimoniare sulla propria pelle questa drammatica realtà, un altro sacerdote ha scelto di sacrificarsi e di affrontare tutte le conseguenze del caso, perdendo tutto.
Don Ramon Guidetti, parroco di Guasticce, in provincia di Livorno, in una vibrante omelia QUI durante la Messa celebrata il 31 dicembre 2023 ha dichiarato che Bergoglio non è il papa, bensì un antipapa e un usurpatore a norma delle leggi della Chiesa.
Non c’entrano nulla le sue eresie e le mostruose inversioni della dottrina, che semmai sono, in ottica di fede, una conseguenza (e non la causa) del non essere il papa, del non avere il munus petrino, il “sigillo di garanzia” che Dio stesso imprime sul successore di Pietro.
Anche don Ramon sottolinea quanto è arcinoto (soprattutto in Vaticano), cioè che Benedetto XVI non ha mai rinunciato al munus petrino, il titolo di origine divina, condizione sine qua non la sede non è vacante e la successiva elezione è nulla e invalida. Si veda in questi quattro semplici passaggi come, a norma della costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, scritta dal card. Ratzinger nel 1996, la rinuncia del pontefice non è avvenuta a norma del canone 332.2 (anch’esso scritto da Ratzinger).
Pertanto, il conclave che ha eletto Bergoglio era illegittimo e invalido, anzi, fu proprio la sua incauta e frettolosa convocazione a porre in sede impedita Benedetto XVI e a dare realizzazione compiuta alla sua Declaratio.
Un congegno antiusurpazione evidentissimo e preciso come un orologio, preparato con un anticipo di trent’anni dal card. Ratzinger dietro incarico di Giovanni Paolo II, che tuttavia ne ha richiesti tre, alla nostra indagine “Codice Ratzinger”, per essere scoperto. Serve a poco che oggi il mainstream tenti maldestramente di celare l’evidenza, aiutato in questo da vescovi apparentemente avversari di Bergoglio, come Mons. Viganò e Mons. Schneider, che infatti censurano, ostracizzano – quando addirittura non combattono apertamente – l’ovvia soluzione canonica prevista dal Vicario di Cristo per uscire dall’impasse. Preferiscono piuttosto canalizzare il dissenso e portarlo su strade senza uscita come il “de papa eretico”, il vizio di consenso, o irregolarità superficiali che potrebbero essere sanate dall’accettazione pacifica della maggioranza dei cardinali. (Guarda caso, non è stata comminata loro alcuna sanzione da Bergoglio).
Don Ramon Guidetti, nella sua omelia, ha citato anche la nostra inchiesta individuando in papa Ratzinger una figura escatologica: “Benedetto XVI è il famoso katechon di cui si parla nella II Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi, è colui che ha trattenuto il mistero d’iniquità e poi lo ha rilasciato perché questa iniquità doveva palesarsi. Questa iniquità ambisce a mettersi contro Dio ma ha fatto male i conti, perché Benedetto XVI, illuminato dallo Spirito Santo aveva già capito cosa sarebbe successo. Così ha lasciato questo mondo con tutto quello che appartiene al papa. Questo è ancora incompreso da molti, ma non da chi ha orecchie per intendere, occhi per vedere e una bocca per gridare”.
Come una mannaia, è subito piovuta la scomunica per “atto scismatico” da parte della diocesi di Livorno (da che pulpito). Ecco il comunicato: “Mons. Simone Giusti, Vescovo della Diocesi di Livorno, in data odierna, ha emesso un Decreto (Prot. N. 1/24/VD), con il quale, a norma del can. 1364 § 1 del Codex Iuris Canonici, dichiara che Don Ramon Guidetti è incorso ipso facto nella scomunica latae sententiae”.
Ovviamente, è tutto invalido dato che Bergoglio non è il papa e la sede, dopo essere stata impedita per nove anni, è ora vacante. Recita il can. 335: “Se la sede romana è vacante o totalmente impedita non si modifichi nulla nel governo della Chiesa universale”.
Sarà nostra cura informare della questione il vescovo – pure messo a capo della diocesi dal vero papa Benedetto XVI – con un report da inviarsi alla sua attenzione tramite Segreteria di Stato, in modo che tutto rimanga agli atti, trascritto in triplice copia.
Tuttavia, nonostante l’invalidità del provvedimento, la rimozione dalla parrocchia, la sospensione dello stipendio per don Guidetti sono sanzioni reali.
Il sacerdote, che ha accolto con un sorriso rassegnato il provvedimento vescovile e che ora vivrà delle offerte dei fedeli, è stato fraternamente accolto dal Sodalizio Sacerdotale Mariano. Nella diretta con il suo fondatore don Alessandro Minutella QUI al min. 30) don Ramon ha commentato: “Mi ha stupito la velocità della ghigliottina. L’ho saputo ieri sera, quando mi hanno girato il decreto: bellino, davvero scritto bene. Due cose mi hanno colpito di questo decreto con il quale ho cominciato benissimo l’anno. Innanzitutto le citazioni dal diritto canonico, puntuali quando c’è da colpire un sacerdote che grida la verità, ma non per difendere il trono di Pietro. La seconda è il colore rosso che campeggia sul decreto: è il colore del martirio, della testimonianza. Ci farò una cornicina e me la appenderò al muro”.
Il provvedimento è però stato rischioso per la gerarchia antipapale. Se per caso don Guidetti dovesse intraprendere una sorta di ricorso presso il competente Tribunale ecclesiastico, si innescherebbe un procedimento giudiziario tale da portare inevitabilmente alla luce l’illegittimità di Bergoglio. Questo vale per tutti i religiosi che abbiano subito sanzioni canoniche.
Lascia sgomenti vedere come quei blog e canali presuntamente cattoconservatori abbiano ignorato in modo chirurgico il sacrificio di don Ramon. Del resto, sono tre anni che non osano neanche affrontare il grande tabù, e molti seguono le strategie “alternative” di Mons. Viganò dichiaratamente volte a NON risolvere la situazione al grido di: “ogni via umana è impossibile”. Lo spazio compiacente è, invece, tutto per le lagnanze di quei prelati, veri o di nomina antipapale, che continuano a menare il can per l’aia con inutili e pretestuose questioni per evitare di constatare il fatto alla radice di tutto, cioè che Bergoglio non è il vero papa perché Benedetto XVI non ha abdicato.
Tornano alla mente, con speranza, le parole delle letture scelte – non a caso – da Benedetto XVI per il proprio funerale: “…ora dovete essere, PER UN PO’ DI TEMPO, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova … torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà”.
(II Lettura da San Pietro Apostolo).
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