Mattarella uomo dell’anno 2023, una scelta curiosa: in che cosa si sarebbe distinto?
Infatti anziché spiegare con dovizia di particolari quali sono i gesti o i pensieri che gli sono valsi il titolo, ci si limita a citare a mo’ di benedizione l’affetto che per lui prova Liliana Segre
di Diego Fusaro
Se la donna dell’anno è stata considerata Elena Cecchettin, la sorella della povera Giulia divenuta celebre soprattutto per la sua battaglia contro il patriarcato, come uomo dell’anno è stato invece nominato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sulla cui figura si è espressa anche Liliana Segre, dicendo che lo sente umanamente vicino e che è il fratello che non ha mai avuto.
Diciamo anzitutto che questa hit parade della donna e dell’uomo dell’anno fa sorridere di per sé.
Nel caso specifico, con tutto il rispetto dovuto al Presidente della Repubblica, non è del tutto chiaro in che cosa si sia a tal punto distinto quest’anno da essere nominato l’uomo dell’anno.
Infatti anziché spiegare con dovizia di particolari quali sono i gesti o i pensieri che gli sono valsi il titolo, ci si limita a citare a mo’ di benedizione l’affetto che per lui prova Liliana Segre.
Una sorta di circuito chiuso mediaticamente corretto.
La stessa Liliana Segre, con tutto il rispetto dovuto a lei e alla sua sofferta storia personale, viene ormai utilizzata, cerco anche al di là delle sue intenzioni, come un talismano magico per benedire o stigmatizzare di volta in volta persone, idee o posizioni.
Come più volte ho ricordato, Liliana Segre figura come il paradigma ideale della vittima che ha sostituito l’eroe.
Perché in effetti il nostro tempo è proprio caratterizzato, tra le altre cose, dalla sostituzione della figura dell’eroe che si è distinto per gesta encomiabili con la vittima che soltanto ha subito subito con resilienza.
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