Campione del mondo giovanile! Ricordate il giovane tennista serbo adottato economicamente da Novak Djokovic? Sta iniziando le orme dell’illustre maestro

Medjedovic è il fresco vincitore delle Next Gen ATP Finals. È arrivato il momento di recuperare questa bella storia con Novak Djokovic.

Novak Djokovic è uno dei campioni più eccezionali della storia del tennis. Se le sue doti e i suoi numeri in campo sono sotto gli occhi di tutti, non tutti sanno che Nole è un numero uno assoluto anche di generosità. Basta sapere cosa ha fatto per un suo più giovane collega, suo connazionale. Stiamo parlando di Hamad Medjedovic, tennista che proprio al fianco della grande gloria disputerà la United Cup.

Il classe 2003 Medjedovic in questa stagione ha scalato la classifica ATP, è dopo essere stato fuori dalla top 250 è arrivato a ridosso della top 100. Il 20enne, ha vinto tre titoli Challenger, debuttando negli Slam al Roland Garros con la semifinale del torneo ATP 250 ad Astana il mese scorso ed è in una buona situazione.

E per i suoi risultati Medjedovic deve ringraziare anche Novak Djokovic che gli ha garantito un’assistenza finanziaria quasi totale negli ultimi anni. In un’intervista il giovane giocatore serbo ha dichiarato: “Novak Djokovic mi ha aiutato finanziariamente. Dandomi tutto ciò di cui ho bisogno per la mia carriera. Ha coperto tutto. Mi ha aiutato quando ne avevo bisogno e mi sta ancora aiutando in tutti i modi. Sono felice che sia lì per me”.

I due si sono conosciuti quando Medjedovic brillava a livello junior. È stato allora che è arrivato il mess di Nole: “Voglio dire che la Serbia è un paese piuttosto piccolo, sai. Ero bravo a livelli juniores, quindi Djokovic probabilmente lo ha sentito da qualche parte. Sapete chi è stato il primo a congratularsi con me per il risultato al Roland Garros? Novak. Quando ho preso il telefono, ho visto il suo messaggio vocale che durava più di un minuto. È un mito perché è sempre disponibile per un consiglio”.

Da allora Medjedovic ha potuto lavorare nell’accademia di Novak Djokovic. Una svolta per questo giocatore che spera prima o poi di esplodere definitivamente. A tal proposito l’anno scorso il papà del tennista Eldin ai media serbi ha spiegato: “Siamo fortunati ad essere finiti con Novak, grazie a Dio. Novak sta davvero cercando di aiutare Hamad in tutti i modi: finanziariamente, mentalmente e socialmente. È una leggenda perché è sempre disponibile per consigli”. E vederli ora palleggiare insieme in allenamento fa un certo effetto, soprattutto per Medjenovic

E Medjedovic senior ha voluto ulteriormente precisare: “Nole mi disse: ‘Tocca a lui allenarsi, il resto lo farò io!”. Gli ho ripetuto: ‘Nole, costa soldi’ ma noi non abbiamo speso un centesimo e, credetemi, non è poco nel mondo del tennis, anzi. Immaginate, il miglior giocatore del mondo che chiama mio figlio per lavorare insieme nella preseason, è come se Messi o Ronaldo ti dicessero: ‘Giochiamo un po’ a calcio’ o ‘Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa’ Ma cosa spinge Djokovic a fare questo? ‘Eldin, non lo faccio per soldi! Ho un posto dove guadagno soldi. Semplicemente, il mio ruolo e il mio compito è aiutare. Che razza di persona sarei se non aiutassi i bambini che se lo meritano, che amano il tennis”.

Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera” – Estratti

Lo manda Djokovic. E già la raccomandazione basterebbe a garantire che Hamad Medjedovic, 20 anni, serbo di Novi Pazar ai confini con il Kosovo (tema delicato), numero 113 della classifica mondiale, sarà una stella.

Spinto dalla forza propulsiva di 19 ace, Hamad è partito per la sua missione con il piede giusto: a Gedda, in Arabia Saudita, il nuovo Eldorado (anche) del tennis, ha scritto il nome nell’albo d’oro di Next Gen, il Master Under 21 che ha pensato bene di annettersi nella stessa stagione del record (7 titoli) del mentore Novak Djokovic al Master dei grandi, vinto a Torino su Jannik Sinner.

Ed è proprio al Djoker che Medjedovic, gran servizio e dritto che fa i buchi nel campo, deve dire grazie per essere arrivato alla soglia dell’eccellenza. La storia la racconta il padre Eldin: «Un paio d’anni fa Novak fu così gentile da dare a mio figlio qualche consiglio sulla carriera. Ricordo di avergli detto: okay, grazie Nole, però tutte queste cose che mi sta dicendo costano un sacco di soldi.

E lui: tranquillo Eldin, vi aiuto io. Coprirò tutti i costi di Hamad. Il ragazzo deve solo preoccuparsi di lavorare sodo».

È iniziata così la storia dell’erede del Djoker, grande braccio e fisico ancora da plasmare, un po’ come lo era quello secco e magrissimo di Jannik Sinner nel 2019, a Milano, quando a 18 anni seminò un campo di promesse alzando il trofeo del torneo giocato con regole sperimentali, trasferito per cinque anni in quell’Arabia che si sta organizzando per ospitare un Master 1000 nel 2025, anticamera del professionismo, quello vero.

Non tutti i campioni Next Gen hanno sfondato nel tennis dei big (il coreano Chung, che nel 2017 inaugurò l’albo d’oro, si è disintegrato il fisico nell’inseguimento dell’impossibile), la tripletta Tsitsipas (2018) Sinner (2019) Alcaraz (2021) dimostra che l’idea dell’Atp di un Mondiale U21 era buona in partenza, l’edizione appena conclusa si prende l’impegno di inondare la top 100 di talenti freschissimi. Medjedovic, innanzitutto, re imbattuto (514 mila dollari di premio intascato), ma anche il finalista francese Arthur Fils, un 19enne che lo scorso febbraio ha fatto vedere i sorci verdi a Sinner sul veloce indoor di Montpellier, fisico pazzesco, primo in tutti i test atletici realizzati a Gedda sulle giovani pistole (1”72 nello sprint senza blocchi sui 10 metri, 51 centimetri di balzo da fermo).

Non a caso Fils è stato subito opzionato da Rafa Nadal per un periodo di allenamenti in Kuwait (…)

Sinner, ecco. Tornato milanese dopo la partita di Champions del Milan e qualche giorno sulle Alpi austriache con gli amici (l’irresistibile attrazione dell’ex sciatore per la neve), stasera sarà il protagonista assoluto del Galà della Federtennis, dove farà la conoscenza di Elodie, l’ospite musicale (social già in fibrillazione).

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