Lo Stato chiede di assolvere l’uomo della strage all’assemblea di condominio! Ecco perché quattro morti e dieci feriti valgono meno del risarcimento dovuto

Estratto dell’articolo di Valentina Errante per www.ilmessaggero.it

L’AVVOCATURA DELLO STATO CHIEDE IL PROSCIOGLIMENTO DI CLAUDIO CAMPITI CHE HA AMMAZZATO QUATTRO PERSONE DURANTE UNA RIUNIONE DI CONDOMINO A ROMA PER EVITARE DI PAGARE I DANNI – NEL PROCEDIMENTO SONO CHIAMATI IN CAUSA IL MINISTERO DELL’INTERNO E QUELLO DELLA DIFESA, COME RESPONSABILI PER L’OMESSA VIGILANZA SULL’ARMA SOTTRATTA AL POLIGONO DI TIRO DI TOR DI QUINTO – L’AVVOCATO DELLE VITTIME: “INACCETTABILE PER I FAMILIARI, GRIDA VENDETTA DAL PUNTO DI VISTA MORALE”

Una strage studiata e premeditata: quattro donne uccise e dieci feriti. L’11 dicembre dell’anno scorso Claudio Campiti ha aperto il fuoco durante una riunione del consorzio Valleverde, a Fidene, periferia nord est di Roma. Avrebbe ucciso ancora se la pistola non si fosse inceppata.

Campiti andrà a processo, il 5 febbraio davanti alla Corte d’Assise di Roma, come era prevedibile. Ma ieri, in sede di udienza preliminare, è andato in scena un corto circuito tra poteri dello Stato. Perché mentre il pm chiedeva il processo, l’Avvocatura, che rappresenta il ministero dell’Interno e quello della Difesa come responsabili civili per omessa vigilanza sull’arma, ha sollecitato il proscioglimento per l’imputato.

[…] Ieri il gup Roberto Saulino ha accolto la richiesta del pm Giovanni Musarò, che contesta a Campiti l’omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, il tentato omicidio di altre cinque persone sedute al tavolo del consiglio di amministrazione del consorzio e le lesioni personali derivate dal trauma psicologico subito dai sopravvissuti. Lo stesso avvocato di Campiti, Francesco Bianchi, davanti alle prove schiaccianti e alla confessione del suo assistito, si è associato alla richiesta del pm. E invece è arrivata a sorpresa la scelta dell’Avvocatura dello Stato.

L’avvocato Antonio Trimboli, che difende il ministero dell’Interno e quello della Difesa, chiamati in causa, insieme al Poligono di Tiro, come responsabili civili per l’omessa vigilanza sull’arma sottratta al Tiro a segno di Tor di Quinto, dopo avere chiesto l’estromissione dei due ministeri dal processo, ha infatti sostenuto che il proscioglimento di Campiti fosse per lo Stato l’unica possibile difesa, suscitando l’ira delle parti civili.

[…] Dopo la scelta dell’Avvocatura la reazione caustica delle parti civili non si è fatta attendere: «Lo Stato, attraverso l’Avvocatura, nel momento in cui è chiamato a rispondere dei risarcimenti nei confronti delle vittime, chiede il non luogo a procedere nei confronti dell’imputato», ha commentato l’avvocato Massimiliano Gabrielli.

E ha aggiunto: «Un corto circuito tra pm e Avvocatura dello Stato davvero inaccettabile per i familiari e che grida vendetta dal punto di vista morale: come dire, se devo pagare i danni allora assolvetelo. Basti pensare che neanche il difensore di Campiti ha fatto una richiesta così sfrontata, limitandosi a chiedere il rinvio del suo cliente, un reo confesso, davanti alla Corte d’Assise di Roma per essere giudicato».  […]

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