Un ennesimo sciame sismico si è verificato ieri mattina nell’area dei Campi Flegrei, in provincia di Napoli. L’Osservatorio Vesuviano, sede napoletana dell’Ingv, ha registrato cinque scosse di terremoto tra le 9.59 e le 10.39.
Dopo le due riunioni del 26 e 27 ottobre della commissione Grandi rischi, è stata resa nota una relazione dettagliata sui dati di risalita del magma. A preoccupare maggiormente, un dato in particolare: la risalita del magma da un serbatoio di 7-8 chilometri di profondità a un altro posizionato a 4 chilometri. Questa progressione verso l’alto, secondo gli esperti, sarebbe avvenuta dal 2015 al 2022.
La relazione testimonia che il sollevamento del suolo nei Campi Flegrei ha due sorgenti di pressione: una idrotermale e una magmatica.
Nel verbale si può leggere: “Non si può escludere che si possano innescare processi quali sismicità significativa, eruzioni freatiche e risalita del magma verso la superficie. L’attuale deformazione del suolo potrebbe portare a una fratturazione della crosta con il raggiungimento di condizioni critiche tra alcuni mesi o pochi anni”.
Gli esperti avvertono: “Innalzare il livello di allerta”
Gli esperti che hanno redatto la relazione avvertono: “Bisogna approfondire in modo quantitativo la capacità di cogliere l’eventuale risalita del magma soprattutto tra i 4 chilometri di profondità e la superficie. I segnali, in ogni caso, potrebbero essere troppo flebili per essere colti e per tanto si esortano le autorità a prepararsi all’eventuale necessità di passare rapidamente verso un livello di allerta superiore”.
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