Si sono inventati l’ennesima scusa per siringare la gente: arriva il vaccino che dovrebbe prevenire lo shock anafilattico per gli allergici alle punture di insetto

(ANSA) I mesi estivi e quelli autunnali sono i periodi più rischiosi per le punture di insetti con pungiglioni: vespe, calabroni, bombi e api.

Tali punture possono portare anche allo shock anafilattico e al decesso nelle persone allergiche, come testimoniano recenti fatti di cronaca. “Grazie all’immunoterapia desensibilizzante è possibile prevenire lo shock anafilattico e quindi anche i decessi legati alle punture di insetti” spiega il professor Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia del Bambino Gesù. Presso l’Ospedale della Santa Sede è possibile sottoporsi alla procedura desensibilizzante dedicata ai bambini e ai ragazzi con diagnosi di allergia grave al veleno di questi insetti. Nell’ultimo anno e mezzo gli accessi al pronto soccorso dell’Ospedale per puntura di imenotteri sono stati 625.

Si parla di allergia al veleno degli insetti quando la reazione locale dopo la puntura è eccessiva: troppo estesa, grave e duratura. In qualche caso viene interessata gran parte di un braccio o di una gamba, il rigonfiamento raggiunge un picco entro le 48 ore e può durare fino a 7-10 giorni. A volte si presentano anche febbre, spossatezza e nausea. Le punture di imenotteri scatenano reazioni allergiche in circa 2 persone su 100 e nei bambini il fenomeno è molto meno frequente. Tuttavia, proprio a causa del veleno di insetti, ogni anno in Italia muoiono da 5 a 20 persone. In caso di puntura di insetto, è importante rimuovere immediatamente il pungiglione, se è visibile, con un movimento secco e rapido (usando le unghie o le pinzette).

Trascorsi i primi 20 secondi l’operazione risulterà meno utile perché tutto il veleno sarà stato ormai liberato nel corpo. In caso di sospetta reazione allergica è poi fondamentale rivolgersi prima possibile al medico o al Pronto soccorso e poi pianificare una visita dall’allergologo, che eseguira’ gli esami del caso . “Il vaccino – aggiunge Fiocchi – va proseguito per almeno 3 anni e l’effetto si mantiene di solito per molti anni, ma il trattamento è efficace già dal dodicesimo mese: se il bambino viene punto accidentalmente non rischia più lo shock anafilattico”. L’immunoterapia desensibilizzante va condotta in un Centro allergologico specializzato, su valutazione del caso da parte dello specialista.

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