Giulia Cecchettin poteva essere salvata ma i Carabinieri ci hanno dormito sopra? Il documento choc esibito da ‘Chi l’ha visto?’ inchioda i responsabili della nostra sicurezza

Il dolore infinito per la morte di Giulia Cecchettin. La rabbia per l’ennesimo femminicidio. Ma anche l’atroce sospetto: poteva essere fatto di più? Nella puntata di mercoledì 22 novembre di Chi l’ha visto?, la conduttrice Federica Sciarelli e Nicodemo Gentile, avvocato e presidente di Penelope Italia, mettono in fila gli eventi tra la scomparsa di Giulia e il suo assassino, Filippo Turetta, la sera di sabato 11 novembre, e il giorno successivo quando il padre della 22enne, Gino Cecchettin, si è recato dai carabinieri per la denuncia.

Si parte da una battaglia del programma di Rai3. Nella denuncia raccolta dai carabinieri la causa che si legge è “allontanamento volontario” e nel questionario che la accompagna c’è scritto: “pericolo di vita nessuno“. Espressioni che oggi fanno rabbrividire.
Ma come dimostrato dalla trasmissione, il padre nella denuncia aveva espresso più volte forti timori per l’incolumità della figlia, aveva detto che aveva lasciato l’ex fidanzato Filippo per l’eccessiva gelosia, e che anche lui risultava scomparso. Tutto nero su bianco nella denuncia, spiega Sciarelli, ma l’espressione usata è “allontanamento volontario” senza timori per la vita della persona scomparsa. “È ora di non usare più questa espressione ma ‘allontanamento’ per cause ignote”, afferma la giornalista.

Una questione di sostanza oltre che di forma. Infatti a quanto risulta la denuncia è stata sporta domenica alle 13.30, ma la sera precedente, alle 23:18, ai carabinieri era arrivata la denuncia dell’aggressione ai danni di una donna nel parcheggio di Vigonovo. Il testimone, un ragazzo, conferma ai microfoni della trasmissione Rai: “Ho sentito urlare nel parcheggio di fronte a casa mia e ho capito che c’era un litigio. In quel momento ho avuto paura. Non sapevo se si stessero picchiando. Li ho visti litigare di fronte al parcheggio. Sentivo delle urla di donna. Ho chiamato i carabinieri”. È lo stesso giovane che, come conferma l’ordinanza di arresto dii Turetta, ha sentito Giulia urlare: “Così mi fai male”, aggiungendo di aver visto un uomo calciare violentemente una sagoma che si trovava a terra. “Ma se la chiamata ai carabinieri arriva alle 23.18 di sabato” e descrive un’aggressione con possibile sequestro di persona, chiede Sciarelli, “perché domenica dopo aver ricevuto la denuncia di scomparsa” di una ragazza “non è stato convocato il testimone? Per mostrargli una foto di Giulia, o chiedergli della macchina?”. C’è di più. Secondo la ricostruzione degli spostamenti della Grande Punto, dopo la denuncia del teste Filippo ha vagato per 32 minuti fino alla zona industriale di Vigonovo. In quel frangente qualcuno ha cercato Giulia o l’auto? Si poteva fare di più?

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