DE LUCA SE LA PRENDE CONTRO IL GRUPPO DIRIGENTE DEL PD
Estratti da notizie.virgilio.it
Ai microfoni di LaPresse, De Luca ha spiegato innanzitutto il motivo per cui il suo nuovo libro edito da Feltrinelli si intitola ‘Nonostante il PD‘. Un titolo che lui stesso ha definito “un po’ provocatorio“, perché ha voluto dire “in questo modo il Pd non fa molta strada“.
Il taglio è tipico del governatore, celebre per le sue sparate che non risparmiano nessuno, nemmeno i suoi stessi dirigenti. Questo perché vuole dire le cose “in maniera molto sincera e con un linguaggio mio, quindi comprensibile, alle persone normali”. Alla Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, ha poi riservato altre stoccate.
“Non si può andare avanti avendo un gruppo dirigente che per il 90% non rappresenta assolutamente il nulla né nei territori né nella società – ha detto, per poi rincarare la dose – come dico io spesso, neanche sul piano della grammatica e della sintassi”
SCHLEIN “CEDE” A DE LUCA
Wanda Marra e Ilaria Proietti per il Fatto Quotidiano – Estratti
Nel Pd i signori delle tessere colpiscono ancora. A Caserta, dove si vota per le elezioni provinciali il 10 dicembre, a fare le liste è stato quello stesso Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale della Campania, vicino a Vincenzo De Luca, che sarebbe tra i responsabili del boom delle tessere in occasione del congresso dem.
Per arginare lui e quelli come lui, la segretaria Elly Schlein, aveva deciso per il commissariamento del partito locale. A Caserta, la commissaria è Susanna Camusso, mentre l’incarico di inviato speciale per la Regione è stato affidato a Antonio Misiani.
Ma ora, dopo la questione delle liste per le liste delle provinciali, sono in molti a chiedersi a quale gioco stiano davvero giocando. Otto mesi dopo, il commissariamento, infatti, pare una specie di boomerang.
A porre il problema sono stati Marco Sarracino, Arturo Scotto e Sandro Ruotolo, tutti impegnati in prima linea contro il potere intramontabile del presidente della Regione Campania. Davanti al “disastro” in corso è stato chiesto anche l’intervento del responsabile Organizzazione, Igor Taruffi.
È evidente che la cosa è giunta sul tavolo di Schlein, anche se la storia è stata tenuta in sordina: ieri c’è stata la direzione dem, con lo stesso Misiani intento a presentare la contromanovra del Pd e la segretaria impegnata a intraprendere un dialogo con Giorgia Meloni per la prevenzione dei femminicidi. La stessa Camusso ha avallato alla fine l’inserimento nella lista Caserta Marco Cicala, sindaco di San Marco Evangelista, e Michele Caporaso, sindaco di Sant’Angelo d’Alife e presidente della Comunità Montana del Matese. Entrambi uomini di Oliviero. Mentre a essere rimasti fuori sono proprio gli uomini della segretaria, a partire da Antonio Landolfi, capogruppo dem in consiglio provinciale, che aveva denunciato i brogli congressuali. Il Pd, alla fine, non è neanche riuscito a completare la lista per le elezioni a Caserta. “Una pseudo lista – ha protestato Landolfi – che rappresenta un chiaro fallimento dell’azione della Camusso.
Sono appena otto i candidati dem, e con i tre grillini arriviamo a undici”. I dem ex Articolo Uno hanno fatto un comunicato durissimo: “I famosi ‘cacicchi’ che si volevano depotenziare e marginalizzare oggi appaiono ancora più forti e capaci di dettare la linea politica del partito casertano e campano”.
Oliviero, dopo il boom del tesseramento di Caserta, era finito al centro dell’inchiesta di Fanpage. Caso di scuola, quello del Comune di Sessa Aurunca: in pochi giorni in quel Comune erano state fatte più di 800 tessere. Dall’elenco degli iscritti di Sessa Aurunca si vedeva come interi pacchetti di tessere risultassero collegati ai più stretti collaboratori di Oliviero: essenzialmente, da una sola carta (o da poche) venivano pagate le quote per interi pacchetti di tessere. Ai nomi e cognomi dei presunti iscritti corrispondevano email e numeri di telefono dei collaboratori di staff di Oliviero, persone che lavoravano negli uffici della Regione Campania come distaccati.
L’operazione era stata denunciata già durante il congresso dallo staff di Schlein.
Poi la segretaria aveva deciso di commissariare il Pd campano. Ma i risultati stentano ad arrivare. Anche perché lo strapotere di De Luca continua a condizionare le scelte del Nazareno. Misiani ha congelato il congresso regionale, occasione nella quale gli uomini del presidente si vogliono contare.
(…)
Il presidente della Regione punta sulla sconfitta alle Europee del partito, che porterebbe a un rinnovamento dei vertici nazionali. Non esclude neanche di presentarsi in prima persona. Per questo c’è chi pensa che con questi assetti il congresso regionale non si farà mai. Anche perché dovrebbe passare da quello provinciale di Caserta. Per ora, una mission impossible.
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