di Massimo Balsamo per il blog di Nicola Porro
Liberarsi dalla dipendenza dal gas russo era la stella polare sin dal 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione in Ucraina. Quasi due anni dopo, l’Ue non ha mantenuto la promessa. Anzi. Secondo quanto riportato dal Telegraph, i Paesi europei nel 2023 hanno finanziato silenziosamente la macchina da guerra di Vladimir Putin per un totale di 6,1 miliardi di euro attraverso l’acquisto di gas naturale liquefatto (GNL). In altri termini, il numero di navi mercantili dalla Russia all’Europa è aumentato, con Spagna e Francia in prima linea.
In base ai dati commerciali Eurostat, il blocco europeo ha acquistato più della metà delle esportazioni di GNL dalla Russia. Madrid e Parigi occupano rispettivamente il secondo e il terzo posto alle spalle della Cina. I numeri non lasciano grossi margini di interpretazione: nei primi nove mesi del 2023, la Russia ha ricevuto 1,8 miliardi dalla Spagna e 1,5 miliardi dalla Francia. Spedizioni del valore di 1,36 miliardi invece per il Belgio. Nell’elenco anche altri sostenitori di Kiev come Estonia e Lituania.
Fiumi di denaro verso Mosca, linfa vitale per il Cremlino. Le vendite di GNL generano entrate importanti per la Russia, tali da vanificare le varie sanzioni comminate. Soldi che hanno permesso alla Duma di aumentare il bilancio militare fino a toccare il 6 per cento del Pil. Tutt’altro che rispettato l’auspicio di Kadri Simson, commissario europeo per l’energia, di chiudere qualsivoglia rapporto con Mosca per il GNL. Con buona pace dell’utopia di porre fino all’uso di combustibili fossili russi entro il 2027.
Sembrano passati secoli dagli annunci di Frans Timmermans di voler eliminare la dipendenza europea dal gas proveniente dalla Russia (legata indissolubilmente all’esigenza di favorire la Germania e i suoi gasdotti Nord Stream, ma quello è un altro discorso). Il pomposo REPowerEU, un libro dei sogni tipico di chi ha uno scarso contatto con la realtà. I numeri di oggi ci raccontano un’altra storia, ma in realtà i primi segnali erano già stati registrati negli scorsi giorni, con la proposta della Commissione europea di eliminare il divieto permanente di importare gas “tradizionale” dalla Russia. Ne vedremo delle belle.
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