Omicidio di Giulia, le allucinanti e farneticanti accuse dei giornali della feccia alle famiglie che possiamo considerare ‘normali’

GIULIA E LE FONDAMENTA
di Mario Adinolfi (presidente del Popolo della Famiglia) da Facebook
Titolo a tutta pagina sul Corriere della Sera: Giulia ĆØ morta a causa della ā€œidea patriarcale del possessoā€. Per Michele Serra su Repubblica ĆØ ā€œla malattia del maschioā€ e ovviamente Concita De Gregorio approfitta della tragedia per emettere la stessa sentenza originata dal commento al film della Cortellesi: ā€œLe fondamenta sono da buttare. Scavare, buttare, rifare da capoā€. Ovviamente le fondamenta ā€œpatriarcaliā€ di quelle odiose ā€œfamiglie normaliā€, scrive lā€™editorialista di Repubblica, che finiscono sul banco degli imputati come complici di questa tragedia: ā€œGenitori di sesso diverso, bianchi, premurosi coi figliā€. Concita (odia essere chiamata per nome, ĆØ ā€œsessismoā€) le definisce ā€œfamiglie conformiā€. Tutte colpevoli e facenti parte chiaramente di quelle ā€œfondamenta da buttareā€.
Io ho una regola: non commentare mai fatti di cronaca nera, nellā€™immediatezza della tragedia.
Il rispetto per Giulia, per il suo corpo massacrato per ragioni cosƬ imbecilli e futili, lā€™astio fisico che provo per il suo assassino, mi porterebbero a confermare la mia regola e tacere, perchĆ© quando il tasso di emotivitĆ  ĆØ alto si alza anche il rischio di scrivere idiozie. Ma la obnubilante valanga di stupiditĆ  e anche di malafede che ho letto ed ascoltato in queste ore mi obbliga a offrire una lettura corretta di questi tragici fatti perchĆ© se cā€™ĆØ chi vuole avvelenare i pozzi del rapporto tra uomini e donne, solo nellā€™immediatezza puĆ² funzionare lā€™assunzione di un antidoto.
Giulia ĆØ morta perchĆ© ha incontrato sulla sua strada un ragazzo pericoloso e violento.
Questa tragedia ĆØ accaduta, simile, qualche decine di volta anche questā€™anno in ambito familiare o sentimentale. Anche una volta sarebbe troppo, bisogna azzerare questo tipo di violenza contro le donne, sono dā€™accordissimo. Lo si fa martellando gli italiani su una presunta radice maligna che sarebbe presente nellā€™intera societĆ  (le ā€œfondamenta da distruggereā€ di Concita, appunto) basata sulle ā€œfamiglie conformiā€? Lo si fa alimentando lā€™idea che la nostra sia una societĆ  patriarcale fondata sullā€™idea del ā€œpossessoā€ della donna e che questa sarebbe una generalizzata ā€œmalattia del maschioā€ italiano? Lo si fa, insomma, proclamando ossessivamente (Concita nel suo articolo ammette di essere ossessionata dallā€™argomento e di ripeterlo non solo in ogni articolo, ma anche in ogni conversazione privata) che la donna italiana deve liberarsi dal giogo della sopraffazione maschile, in una contrapposizione frontale di affermazione di sĆ© che ĆØ ancora la vecchia solfa femminista dellā€™autodeterminazione?
No, non date retta a questa marea di commenti tutti uguali, tutti conformi, qui sƬ che lā€™aggettivo regge, quindi anche conformisti.
Accendete le sinapsi: ĆØ la falsa contrapposizione donna soggiogata-maschio dominante a generare il veleno, lo squilibrio e nei casi piĆ¹ estremi la tragedia. Giulia ĆØ un inno alla vita, allā€™intelligenza, alla grazia, alla mitezza e sƬ, anche alla famiglia che lā€™ha amorevolmente cresciuta nelle difficoltĆ . Non sminuitela, non raccontatela come vittima di unā€™immaginaria societĆ  patriarcale perchĆ© ĆØ la fotografia stessa della donna libera e padrona di sĆ©, colta e splendidamente capace di laurearsi a soli 22 anni in ingegneria biomedica, grazie alle sue doti e al supporto di una famiglia in cui ognuno si prendeva cura dellā€™altro. Ha incontrato sulla sua strada un assassino rispetto al quale non era in alcun modo subalterna. Le scintille della violenza nascono da chi vuole per forza contrapporre questa bella libertĆ  della donna ad una progressiva umiliazione del maschio, raccontato come malato e figlio di una societĆ  malata, che esiste solo nelle ossessioni degli editorialisti.
Non bisogna contrapporre il maschio alla femmina, le donne agli uomini, in un perenne racconto ossessivo di una societĆ  patriarcale che in tutta evidenza non esiste.
Persino sui dati dei cosiddetti ā€œfemminicidiā€ lā€™Italia occupa gli ultimi posti nelle tristi classifiche mondiali del sangue versato delle donne, negli Stati Uniti ne vengono uccise piĆ¹ di diecimila lā€™anno, dove nel 2022 le vittime da violenza armata sono state 39.816, purtroppo la metĆ  sono under 35.
I dati ci dicono che la violenza esiste, la violenza omicida purtroppo esiste, ma proprio le ā€œfondamentaā€ che qualcuno vorrebbe distruggere salvaguardano lā€™Italia da unā€™onda di morte che travolge tutto il mondo. Da noi in Italia complessivamente in un anno si contano meno di 300 omicidi perchĆ© abbiamo una cultura della vita che resiste tramandata da madre e padre ai figli. Esiste una cultura di rispetto della donna che fa sƬ che ognuna ci sia in qualche modo madre, moglie, sorella che non si toccano ā€œneanche con un fioreā€. Se siamo una societĆ  sostanzialmente mite ĆØ proprio per questo tessuto complessivo di solidarietĆ  che viene insegnato in famiglia, dove ognuno si prende cura dellā€™altro gratuitamente per puro amore. Questa ĆØ la nostra salvezza rispetto a un mondo sempre piĆ¹ incattivito e violento, anche in Occidente e non sto a raccontare della considerazione che si ha della donna in societĆ  come quelle per cui alcuni editorialisti, schizofrenicamente, parteggiano rispetto ai conflitti bellici ora in atto.
Volete oltraggiare la storia di Giulia raccontandola come vittima di unā€™Italia patriarcale e violenta?
Non lo fate per Giulia, lo state facendo per le vostre ossessioni e cosƬ facendo avvelenate i pozzi. Giulia ĆØ stata una splendida donna che merita lā€™omaggio per gli straordinari traguardi che la sua vita, ormai irrimediabilmente spezzata ma che non va ulteriormente calpestata, le ha permesso di raggiungere, anche con il sostegno di quella famiglia che ora ĆØ distrutta dal dolore. Il suo assassino deve pagare e pagherĆ , la responsabilitĆ  del suo insano gesto dovrĆ  pienamente assumerla. Noi dobbiamo evitare che accadano altre storie come quelle di Giulia. Per favore, per ottenere questo smettiamola con la contrapposizione delle ragazze ai ragazzi, delle donne agli uomini: sono nate, siamo nati, per amarci e non per odiarci in una competizione, quella sƬ sessista, che ĆØ senza senso. Non ci sono fondamenta da distruggere. Cā€™ĆØ da edificare sempre meglio, buttando giĆ¹ lā€™opportunismo cinico degli editorialisti senzā€™anima.

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