Se sbagli parola finisci nei guai: nella rossa Bologna pagano la vice sindaco per fare un manuale destinato ai dipendenti comunali con le parole proibite e quelle giuste da impiegare

di Viola Longo per Il Secolo d’Italia

Con un manuale di 59 pagine, la prima decina delle quali dedicate a lezioni su gender e grammatica, ilĀ Comune di BolognaĀ ha ritenuto necessario spiegare ai propri dipendenti come devono ā€œscrivere e comunicare rispettando le differenze di genereā€. Lā€™idea dellā€™amministrazione Pd, illustrata nellā€™agile trattatello, voluto in particolare dal vicesindacoĀ Emily Clancy, di stretta osservanza schleiniana, ĆØ che ā€œlā€™utilizzo del solo maschile per rivolgersi anche alle donne comporta che questā€™ultime non siano pienamente rappresentate quando si ricorre a questa ā€˜strategiaā€™ linguisticaā€. Il risultato, illustrato con tanto di schemetti, crocette e spunte, uso dei colori per indicare ciĆ² che ĆØ ā€œconsigliatoā€ e ciĆ² che ĆØ ā€œsconsigliatoā€, ha un sapore un tantino ridicolo, e, soprattutto, porta a un moto di solidarietĆ  istintiva verso i dipendenti comunali di Bologna, chiamati ad arrampicarsi sugli specchi per non urtare la sensibilitĆ  di chi ritiene che direĀ ā€œBuongiorno a tuttiā€ possa rappresentare unā€™offesa per qualcuno.

Le ā€œParole che fanno la differenzaā€ secondo il Pd di Bologna

Lā€™esempio cā€™ĆØ davvero: a pagina 30 del volume ā€œParole che fanno la differenzaā€, nellā€™apposito schema dedicato alle ā€œformule di salutoā€ si legge che dire ā€œBuongiorno a tuttiā€ ĆØ sconsigliato, mentre si dovrebbero preferire le formule ā€œBuongiorno a tutti e tutte oppure Buongiorno a tutte e tuttiā€. Stesso chiarimento per la formula ā€œCari colleghiā€ che va accantonata a vantaggio di ā€œCari colleghi e care colleghe oppure Care colleghe e cari colleghiā€, sempre con quella essenziale precisazione sulla possibilitĆ  di invertire lā€™ordine di maschile e femminile. Comunque, a fronte di questa che viene definita strategia della ā€œvisibilitĆ ā€, cā€™ĆØ anche una strategia di ā€œoscuramentoā€ che taglia la testa al toro: ci si puĆ² anche limitare a ā€œCiaoā€, ā€œBuongiornoā€ e ā€œGentileā€.

Le ā€œstrategieā€ per evitare le trappole linguistiche del patriarcato

Insomma, non si mette niente e non se ne parla piĆ¹. Tutto sommato, forse, la strategia vincente, che magari andrebbe estesa a un mutismo totale sia perchĆ© sembra che a Bologna tutto quello che dirai potrĆ  essere usato contro di te, sia perchĆ© le altre strategie per adottare un linguaggio ā€œinclusivoā€ sono da far venire il mal di testa: cā€™ĆØ, per esempio, la sollecitazione a usare le ā€œperifrasiā€, come ā€œTi diamo il benvenuto/bentornatoā€ invece di ā€œBenvenuto/bentornatoā€, o quella ad usare le ā€œparafrasiā€, come ā€œRicordati di lavare le mani!ā€ o ā€œHai ricordato di lavare le mani?ā€ in luogo del patriarcale ā€œTi sei ricordato di lavare le mani?ā€. E, ancora, ā€œGrazie! Presto riceverai la nostra
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ā€œSe hai dubbi sul perchĆ© dovresti usare ministra, ma non astronauto usa il dizionarioā€

Anche il suggerimento su come cavarsela in caso di difficoltĆ , in fin dei conti, fa tifare afasia. Il Comune di Bologna, infatti, prende in considerazione anche il fatto che, a fronte di casi ormai di scuola come ā€œsindaco-sindacaā€, ā€œavvocato-avvocataā€, ā€œassessore-assessoraā€, possaĀ  succedere di imbattersi in situazioni piĆ¹ difficili da dirimere, per le quali rimanda allā€™uso del dizionario. ā€œSe hai dei dubbi sul perchĆ© dovresti usare ministra, ma non giornalisto, la presidente, ma non la presidentessa, la rettrice, ma non lā€™astronauto il vocabolario sa fugarliā€, chiarisce ilĀ manuale,Ā che si conclude ā€œcon qualche consiglio operativo, accorgimenti da adottare quando scrivi un testo a nome dellā€™amministrazioneā€, limitandosi in questo caso a suggerimenti legati alla comprensibilitĆ  del testo. E fa niente che poco sopra fosse stato consigliato lā€™uso dellaĀ schwaĀ o dellā€™asterisco in luogo della temutissima desinenza maschile.

Lā€™ironia di FdI e i dubbi che attraversano anche la maggioranza

La vicepresidente del Consiglio comunale, Manuela Zuntini di FdI, citata daĀ Libero,Ā ha parlato di ā€œindottrinamentoā€ dei lavoratori e trovata ā€œimbarazzanteā€, chiarendo che ā€œla Clancy continueremo a chiamarla vicesindaco, come previsto dalla lingua italianaā€. ā€œQuesta trovata ĆØ da mettere insieme alla spesa di 5mila euro di fine agosto per corsi on line di formazione Lgbt ai dipendenti, che fa il paio con i corsi di formazioni per le tate ā€˜comunaliā€™ per bimbi da 0 a 3 anni dove si parla di inclusivitĆ  e non per esempio di pronto soccorsoā€. Qualche perplessitĆ , se cosƬ la si vuol chiamare, comunque il manuale lā€™ha provocata anche nella maggioranza, dalle cui file la consigliera Pd, Cristina Ceretti, delegata a famiglia e disabilitĆ , ha fatto notare, per esempio, che ā€œsolidarietĆ ā€ non si puĆ² usare in luogo di ā€œfratellanzaā€, perchĆ© ā€œsono parole assolutamente distinteā€.

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2 comments
  1. RIDICOLO. E l’avete eletta questa signora, tanto coraggio o pazzia o masochismo, fate un po’ voi. Il manuale della neolingua ĆØ arrivato e pensare che siamo solo all’inizio…

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