Canone Rai, siamo all’ennesima presa per i fondelli: rimangiata anche la promessa di eliminare il pagamento tramite bollette in cambio di una misera riduzione di 20 euro

Nella manovra economica appena varata dal governo Meloni ha trovato spazio anche il taglio del canone Rai, una delle tasse più odiate dagli italiani, che il prossimo anno scenderà da 90 euro a 70. Una misura annunciata in pompa magna dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini: ”C’è il primo intervento sul canone Rai, che verrà tagliato dalla bolletta dei contribuenti italiani”. Un primo intervento appunto, l’inizio di un percorso che, secondo l’esecutivo, dovrebbe portare alla definitiva cancellazione dell’imposta. Un’estinzione definitiva, quella del canone tv, che comunque appare ancora molto lontana. Per adesso gli italiani dovranno accontentarsi di un primo piccolo taglio. Ma quali saranno gli effetti sulla bolletta elettrica?

Taglio del canone, come cambiano le bollette

Il canone televisivo, il cui importò annuale passerà da 90 a 70 euro nel 2024, viene suddiviso in 10 rate e inserito nelle bollette della luce da gennaio a ottobre. Ovviamente, la modalità di addebito cambia in base alla frequenza di fatturazione: il prossimo anno l’impatto del canone sulle bollette mensili sarà quindi di 7 euro (invece che 9), e di 14 su quelle bimestrali (invece che 18).  Il ministro dell’Economia Giorgetti, introducendo la novità, aveva erroneamente parlato di una riduzione in bolletta di circa 5 euro (da 20 a 15), chiarendo poi che si trattava di un calcolo grossolano, attribuibile al fatto che la maggior parte dei fornitori emette bollette bimestrali. Infatti, per i clienti che ricevono la bolletta elettrica ogni due mesi, la diminuzione dovuta al taglio del canone sarà di 4 euro (e di 2 euro per la fatturazione mensile).

Come spiegato da Salvini, questo dovrebbe essere soltanto il primo passo di un percorso verso l’addio al tributo introdotto nel febbraio del 1938: una riduzione del 20% annuo che dovrebbe portare alla cancellazione totale dopo 5 anni, nel 2027. L’ultimo che aveva messo mano al canone, rivoluzionando il metodo di pagamento, era stato Matteo Renzi, con l’introduzione della tassa nella bolletta elettrica. Prima il tributo era arrivato alla cifra record di 113 euro, anche a causa dell’alto livello di evasione. Nel 2016, con il prelievo inserito automaticamente nelle voci delle spese per la luce, era sceso a 100 euro e successivamente a 90 euro, grazie al passaggio da 16 milioni di abbonamenti a 22 milioni. Il gettito complessivo, che attualmente viaggia intorno agli 1,7 miliardi, dovrebbe scendere a circa 1,2 miliardi di euro, con cui dovranno continuare ad essere finanziare le casse pubbliche dello Stato e confermare le sovvenzioni dei canali pubblici, telegiornali, radiogiornali e tutte le trasmissioni e progetti di comunicazione di carattere pubblico, attuale e politico.

La polemica: taglio o spostamento?

Ma se da un lato i membri dell’esecutivo celebrano uno storico taglio del canone, c’è chi chiede un chiarimento sul fatto che sia un effettivo taglio o uno spostamento. Un “gioco delle tre carte” che trasferisce l’importo tagliato dalla bolletta da un’altra parte. Ma andiamo per gradi. Secondi i dati forniti dal ministero dell’Economia e delle Finanze “la dotazione complessiva per la Rai dalla diminuzione del canone in bolletta subisce solo una lieve modifica in linea con i tagli previsti per tutti i ministeri: da 440 milioni a 420 milioni. È prevista una riduzione del canone Rai nella misura di 20 euro, alla quale corrisponde un’integrazione del finanziamento della Rai per le spese relative agli investimenti”. Quindi, se i 20 milioni di euro tagliati dai fondi per la Rai vengono sempre pagati con i soldi degli italiani, cosa cambia? Un quesito posto anche da Stefano Graziano, deputato del Pd e capogruppo in Vigilanza Rai: “Da una parte annunciano una riduzione del canone, come ha fatto con enfasi il vice premier Salvini. Dall’altra con la nota del Mef comunicano che quelle risorse saranno comunque recuperate dalla fiscalità generale. Quindi sempre dai cittadini che pagano le tasse. Anche in questo caso il governo fa il gioco delle tre carte”.

Un tema evidenziato anche da Barbara Floridia, presidente della commissione di vigilanza Rai: “Sul taglio al canone Rai annunciato dai ministri Salvini e Giorgetti è necessario che il governo faccia chiarezza al più presto. Si tratta di un vero e proprio taglio oppure di uno spostamento sulla fiscalità generale? Su questo punto non possono esserci ambiguità perché qualsiasi misura si intenda prendere è necessario garantire la certezza delle risorse necessarie alla Rai per l’erogazione del servizio pubblico, che era e resta un presidio essenziale per la nostra democrazia”. Insomma, il taglio fa piacere se è effettivo, altrimenti avrebbe quel retrogusto amaro di “presa in giro”, di chi ti fa risparmiare 20 euro e poi te li fa pagare in qualche altro modo.

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