Tira aria di colpo di stato! Tutti negano, ma dal palazzo gira voce che Mattarella stia facendo scaldare i peggio parassiti per scalzare Meloni da Palazzo Chigi

MELONI, ‘SOLITI NOTI VORREBBERO GOVERNO TECNICO, SINISTRA HA GIA’ LISTA MINISTRI’

MELONI, LO SPREAD PREOCCUPA SOLO CHI VUOLE CHE CADIAMO

(ANSA) – ROMA, 29 SET – “Questa preoccupazione la vedo soprattutto nei desideri di chi come sempre immagina che un governo democraticamente eletto, che fa il suo lavoro, che ha una maggioranza forte e stabilitĆ , debba andare a casa. Mi diverte il dibattito, temo che questa speranza non si trasformerĆ  in realtĆ ”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Malta, commentando i timori sullo spread dopo la Nadef: “L’Italia ĆØ una nazione solida, ha una previsione di crescita superiore alla media europea per il prossimo anno. Lo spread ha ricominciato a scendere. Dopo aver letto alcuni titoli gli investitori hanno letto anche i numeri della Nadef”.

LO SPETTRO DEL GOVERNO TECNICO LA STRADA STRETTA DEL GOVERNO TRA GLI OSTACOLI ECONOMICI E LA SFIDA EUROPEA

Estratto dellā€™articolo di Annalisa Cuzzocrea perĀ ā€œla Stampaā€

Ā«Simul stabunt simul cadentĀ» ĆØ il motto piĆ¹ citato – in queste ore- nei palazzi di governo e Parlamento. Ā«Vivranno insieme o insieme cadrannoĀ», ĆØ il significato, e le protagoniste sono ancora una volta Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Lo spettro che spaventa entrambe, [ā€¦] si chiama governo tecnico.

[ā€¦] Ā«Lo spread ha toccato 200 punti baseĀ». Il differenziale tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi ĆØ salito molto piĆ¹ rapidamente di quanto non avesse previsto, solo pochi giorni fa, Morgan Stanley. La banca d’affari scriveva, preoccupata, che di questo passo avrebbe potuto arrivare a 200 punti a dicembre. Sono bastati quattro giorni invece di tre mesi, segno che le fibrillazioni sono maggiori di quanto gli stessi investitori non erano previste.

[ā€¦] I segnali che chi non auspica uno scenario del genere, a destra come a sinistra, ha iniziato a mettere in fila ea ritenere preoccupazioni, non sono pochi: cominciano il 6 settembre, con l’intervento di Mario Draghi sull’Economist: Ā«All’ Lā€™Europa serve nuove regole e piĆ¹ sovranitĆ  condivisaĀ». Non proprio miele, per le orecchie dei sovranisti.

Continuano il 13, quando l’ex premier accetta dalla Commissione Ue l’incarico di delineare una strategia sul futuro della competitivitĆ  europea. Poi il 16, quando arriva un incarico anche per Enrico Letta, tanto da far dire a Carlo Fidanza, plenipotenziario di Meloni in Europa: Ā«Evidentemente in questo periodo gli ex premier italiani sono molto gettonati a BruxellesĀ». Ma a far scattare l’allarme rosso a Palazzo Chigi ĆØ l’editoriale del Financial Times del 18 settembre: il titolo ĆØ Ā«La luna di miele ĆØ finitaĀ».

E poi: Ā«La legge di bilancio di Meloni metterĆ  alla prova l’instabile relazione con gli investitoriĀ». ƈ lƬ, che comincia a scattare la retromarcia: sulle banche non si puĆ² tirare troppo la corda, e la tassa sugli extraprofitti viene rivista e di fatto neutralizzata. Gli attacchi al commissario europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni rientrano, da giornalisti che si erano fatti. [ā€¦]

Ā«Che questo spettro ci sia ĆØ provato dal fatto che Meloni lavora dal primo giorno affinchĆ© non si materializziĀ», dice in Transatlantico il deputato pd Matteo Orfini elencando le cautele: da quelle in economia ai buoni rapporti con l’amministrazione americana. Poi certo, va da Orban a difendere Dio, ma quelle mosse – dice chi la conosce bene – nascono dal suo timore piĆ¹ grande: tradire sĆ© stessa e la sua storia. Solo che, l'”irrituale” lettera a Scholz sulle Ong, la fuga di Piantedosi dalla riunione dei ministri Ue che di fatto ha bloccato il nuovo patto sulle migrazioni, il tira e molla sul Mes, sono tutti tasselli che formano un nuovo puzzle agli occhi di Europa e mercati. E sulla scatola si legge: “inaffidabilitĆ ”.

CosƬ si comincia a intravedere un cordone di sicurezza attorno all’Italia: Draghi, Letta, ma anche il governatore designato della Banca d’Italia Fabio Panetta. Ā«Se ci fosse lui, non sarebbe necessario spaccare Fratelli d’Italia, la stessa Meloni potrebbe decidere di lasciare vivere un governo di larghe intese per poi lucrarci su elettoralmente altri dieci anniĀ», ragiona un ex ministro. Tutto questo chiaramente in caso i dati economici e l’autunno caldo portassero il Paese a una situazione di estremo malessere. ƈ un’ipotesi decisamente lontana, ma non vuol dire che non ci sia chi si prepara. E a prepararsi, come sempre, ĆØ il Partito democratico.

Che ha letto in questa chiave l’incontro accordato da Sergio Mattarella al commissario europeo dem Paolo Gentiloni lo scorso 21 settembre: un segnale all’Europa, lui ha l’appoggio italiano, nei giorni degli attacchi di Meloni e Salvini. Ma anche un segnale a premier e vicepremier: attenzione a destabilizzare, che poi a cercare un nuovo equilibrio ĆØ il capo dello Stato. [ā€¦] A dire “al voto” sarebbe anche Schlein. Ma piĆ¹ grande ĆØ il “correntone” che dice di sostenerla, piĆ¹ forte il rischio che la butti giĆ¹, se lo schema cambiasse. A quel nascente correntone lei ha dato entrambi i capigruppo, di Camera e Senato. [ā€¦]

Governo Amato, pronti i ministri. Tra conferme e ritorni… Tutti i nomi

Giorgetti e Tajani confermati, tornano Minniti e…

di Alberto Maggi per Affari Italiani

Ufficialmente tutti smentiscono e dalla maggioranza diĀ CentrodestraĀ ribadiscono in coro che il governo Meloni andrĆ  avanti senza problemi fino al termine della legislatura. Almeno a microfono acceso, perchĆ© dai piani alti della Lega qualcuno comincia a dire che “si sente aria di crisi”. Dietro le quinte, infatti, si continua a lavorare allo scenario di un esecutivo di emergenza, guidato daĀ Giuliano Amato, ex presidente della Corte Costituzionale.

Il caos sui migranti, le liti sui con la Germania proprio su questo tema e soprattutto la tempesta finanziaria che potrebbe abbattersi sull’Italia (con lo spread giĆ  in risalita) per una manovra che aumenta il deficit (cosa che non piace affatto a Bruxelles) fanno aumentare i rumor di un’implosione del governo, modello Silvio Berlusconi nel 2011. E tornando ai funerali diĀ Giorgio NapolitanoĀ a Montecitorio di qualche giorno fa, in quell’occasione c’erano alcuni potenziali ministri di un esecutivo di emergenza (che si potrebbe anche chiamare del Quirinale) che vedrebbe Fratelli d’Italia all’opposizione e la Lega spaccata.

GiancarloĀ Giorgetti, come in molti hanno notato, annuiva quando Amato parlava di “responsabilitĆ  repubblicana” e quindi potrebbe restare al Mef insieme alla parte piĆ¹ moderata del Carroccio (presidenti di Regione in testa). Antonio Tajani confermato agli Esteri, obtorto collo, altrimenti non ci starebbe mai, con i figli di Silvio Berlusconi che in caso di crisi, da imprenditori, non vorrebbero elezioni ma stabilitĆ .

Per la Giustizia sarebbe prontaĀ Anna Finocchiaro, anche lei presente alle esequie del Presidente emerito. MentreĀ Paolo GentiloniĀ avrebbe giĆ  assicurato gli Affari europei, conoscendo bene le logiche di Bruxelles, per gestire soprattutto i passaggi del Pnrr. Per il delicatissimo ministero dell’interno si parla del ritorno diĀ Marco Minniti, che in alcune recenti interviste, pur affermando che Meloni ha commesso errori, ha anche detto di capire il momento di grande difficoltĆ , sia sul fronte economico-finanziarioĀ sia su quello della gestione dei flussi migratori.

Per il Movimento 5 Stelle spazio al moderatoĀ Stefano Patuanelli, attuale capogruppo al Senato, che tornerebbe alleĀ Politiche Agricole. Poi all’interno dell’esecutivo di emergenza ci sarebbero certamente anche due caselle di peso perĀ Matteo Renzi e Carlo Calenda. Quest’ultimoĀ potrebbe tornare allo Sviluppo economico. Insomma, nel Palazzo si lavora e si studiano tutti gli scenari. Compreso quello della caduta del governo Meloni e di come evitare le elezioni anticipate.

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7 comments
  1. In Italia comandano i banchieri e coloro che speculano su tutto, appena c’ĆØ qualcosa che a loro non piace, fanno salire lo Spread e l’Europa (il governo europeo) impone un nuovo governo tecnico.
    Abbiamo perso la sovranitĆ  molti e molti anni fa!

  2. šŸ”„šŸ”„šŸ”„šŸ”„šŸ”„šŸ”„šŸ‘¹šŸ‘¹šŸ‘¹šŸ‘¹šŸ‘¹šŸ‘¹šŸ‘¹šŸ”„šŸ”„šŸ”„šŸ”„šŸ”„

  3. Siamo alle porte coi sassi ormai. Stanno tutti lƬ a sbracciarsi come in un teatrino di pupi e non hanno ancora capito che presto cadranno tutti…e non solo loro…

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