“Commissione Covid indaghi su vaccini, reazioni avverse e ascolti i danneggiati” L’invito del dottor Barbaro ad andare a fondo sugli effetti del sacro siero

Il dott. Giuseppe Barbaro è dirigente medico ospedaliero specialista in medicina interna e in cardiologia. È il Responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso un importante ospedale di Roma. L’intervista esclusiva rilasciata a Il Giornale d’Italia.

Commissione d’inchiesta sul Covid che prende quasi il via, il governo come dovrebbe affrontare la situazione relativa a vaccini ed eventuali reazioni avverse? E chi dovrebbe essere a presiederla?

La commissione d’inchiesta parlamentare dovrebbe audire esperti indipendenti e senza conflitti di interesse per discutere i dati clinici e scientifici che stanno emergendo e che sono in netta opposizione con l’ideologia scientistica che ancora viene sostenuta. Si dovrebbe partire da come questi vaccini siano stati autorizzati, anche se in via condizionata, in assenza di studi clinici che ne definissero in maniera assoluta la sicurezza e l’efficacia, specialmente nei fragili, a cui veniva data priorità nella somministrazione (v. documento EMA di settembre 2022). Si dovrebbe poi definire il perché il monitoraggio degli eventi avversi sia stato effettuato in regime di farmacovigilanza passiva (volutamente sottostimando la loro incidenza e prevalenza) e di come questo monitoraggio abbia presentato significative criticità da parte degli organi consultivi del ministero (a partire da AIFA). Inoltre, dovrebbero essere audite le associazioni dei danneggiati dal vaccino, che in questi due anni sono cresciute, insieme con alcuni di questi danneggiati, al fine di raccogliere la loro testimonianza da riportare negli atti insieme con la loro documentazione clinica. Spero che a presiedere tale commissione sia una persona con senso critico che sappia discernere la verità scientifica e clinica di natura empirica dallo scientismo dogmatico finora imposto nella gestione della pandemia e della campagna vaccinale. Ho molto apprezzato il discorso critico dell’on. Alice Buonguerrieri. È mia personale opinione che potrebbe essere un eccellente presidente della commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione della pandemia e della campagna vaccinale.

Un recente articolo su Science incomincia a parlare di Long Vax, tra i cui sintomi abbiamo miocarditi, complicanze neurologiche e sbalzi di pressione sanguigna: cosa ne pensa? 

La proteina spike generata dall’mRNA vaccinale non è né inattivata, né attenuata. E’ evidente che tale proteina si leghi selettivamente ai recettori ACE-2 presente nei tessuti determinando le stesse lesioni dell’infezione naturale (per quello che si conosce dalle poche autopsie effettuate nel periodo pandemico). Inoltre, l’alterazione del sistema immunitario, in seguito a somministrazioni ripetute, ha favorito l’insorgenza di malattie autoimmuni e neoplastiche e la sequenza prionica della struttura molecolare della proteina spike ha favorito l’insorgenza di malattie neurodegenerative a decorso progressivo. In almeno il 40% dei soggetti vaccinati si rileva la neuropatia delle piccole fibre nervose che, insieme con alterazioni della sensibilità [(che spesso si associano alla riattivazione di infezioni erpetiche indotte da una immunodepressione cellulo-mediata (VAIDS)], si manifesta con alterazioni del sistema nervoso autonomico con l’insorgenza di tachicardia posturale ortostatica (POTS) o di bradicardia marcata fino a blocco seno-atriale ed asistolia. Alcuni casi di morte improvvisa sono da riferirsi a disautonomia associata alla neuropatia delle piccole fibre nervose. Da un punto di vista cardiologico, le mio-pericarditi hanno presentato un significativo incremento (circa il 20%), specialmente in una fascia di età inferiore ai 40 anni, mentre l’ipertensione arteriosa si è rilevata nel 25-30% dei pazienti vaccinati con incrementi del 15-20% rispetto ai valori pre-vaccinali. Questo in relazione al legame selettivo della proteina spike ai recettori ACE-2 con ridotta inattivazione dell’angiotensina II e alterato rapporto angiotensina II/angiotensina 1,7. A questo si aggiunge il fenomeno delle morti improvvise, aumentate di almeno 3 volte rispetto a due anni fa, e per le quali si tende a non definirne l’eziopatogenesi per il limitato numero di autopsie e la superficialità con cui tali autopsie vengono effettuate (ad esempio, non viene ricercata, mediante esame immunoistochimico, la spike vaccinale nei tessuti al fine di escludere, oltre ogni ragionevole dubbio, la correlazione con il vaccino). In ogni caso, l’incidenza e la prevalenza degli eventi avversi gravi è in crescita e, come detto, sottostimate, da un sistema di farmacovigilanza passiva.


Un altro studio, stavolta di un team italiano pone l’accento sulla comparsa di alcune reazioni avverse come autoanticorpi e disordini autoimmuni: un parere?

L’alterazione del sistema immunitario in seguito a somministrazioni successive del vaccino può determinare sia una immunodeficienza cellulo-mediata (VAIDS), verificabile mediante il pannello MIT, con possibile riattivazioni di infezioni erpetiche endogene (EBV,CMV ed herpes zoster) che la riduzione di risposta all’interferone I e la produzione di IgG4 che sono responsabili sia di una ridotta risposta all’infezione naturale, che l’insorgenza o riacutizzazione di malattie autoimmuni e neoplasie. E’ un campo ancora aperto per la ricerca medica che, tuttavia, viene ancora poco considerato per l’interferenza politica che ne limita l’indipendenza.


Perché infettivologi ed igienisti continuano a proporre un richiamo annuale del vaccino ad emergenza finita, come già sostenuto dall’OMS?

Non esiste spiegazione scientifica. Vaccinare nei confronti di un virus estinto e, per sua natura, mutante, non ha alcun valore scientifico per la prevenzione. Le attuali varianti sono vaccino-resistenti e l’infezione naturale determina una immunizzazione efficace e persistente con un basso indice di mortalità. Non è una novità che la proposta di continuare ad immunizzare verso un virus estinto, sollecitandone il richiamo, viene sempre dalle stesse persone che hanno dimostrati conflitti di interesse. Per tale motivo, non sono credibili.

Chi è dott. Giuseppe Barbaro, medico responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia

Il Dott. Giuseppe Barbaro è specialista in Medicina Interna e in Cardiologia. È specializzato nello studio delle complicanze cardiovascolari associate a malattie virali (es. HIV) ed alle complicanze della terapia antiretrovirale (HAART). Inoltre, è specializzato nella valutazione di marker di adiposità viscerale cardiaca, mediante la determinazione ecocardiografica dello spessore del tessuto adiposo epicardico nei soggetti con lipodistrofia da farmaci antiretrovirali e in quelli affetti da obesità e sindrome metabolica. È autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche e di quattro libri sulle complicanze cardiovascolari della malattia da HIV (h index=56).

Attualmente è il Responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso l’Azienda Ospedaliera Umberto I, il Policlinico di Roma – La Sapienza.

L’intervista è stata rilasciata a titolo personale.

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