DI GIULIO MEOTTI dal canale Telegram di Giorgio Bianchi
Marsiglia è la seconda più grande città francese ed è già al 30-40 per cento musulmana. Lo certifica anche la Open Society di George Soros, il magnate di sinistra che finanzia l’immigrazione verso i paesi occidentali, la quale scrive che “tra il 30 e il 40 per cento della popolazione di Marsiglia è musulmana” (il report è del 2011, quindi i dati sono già vecchi e vanno aumentati).
“Il primo dei flagelli che colpisce Marsiglia è l’immigrazione” racconta un dossier del mensile Causeur. “Massiccia, galoppante, incontrollata: qualunque siano i termini scelti, fatto sta che Marsiglia è diventata la capitale del Grande Rimpiazzo. Non si tratta più di separatismo, ma di una partizione efficace e consumata. Botteghe comunitarie, sale di preghiera, caffè frequentati esclusivamente da uomini, donne velate, disprezzo per le regole più elementari della convivenza.
In alcuni quartieri di Marsiglia l’insicurezza è tale che (da Le Figaro) i servizi postali sono stati appena interrotti in un quartiere. Il giornalista Philippe Pujol scrive che “ci sono più kalachnikov a Marsiglia che a Kabul”. Per compiere gli arresti nei territori perduti del nord della città, la polizia si traveste da musulmani. Il medico militare Alban Gervaise la scorsa primavera è stato sgozzato al grido di “Allahu Akbar” mentre andava a prendere alla scuola cattolica di Marsiglia due dei suoi figli di 3 e 7 anni. Postando un video delle preghiere per strada nella sua città, il deputato Stéphane Ravier scrive: “Festa dell’Ascensione, preghiera per le strade di Marsiglia. La Repubblica Islamica en marche!”.
La rivista Causeur scrive che “ben oltre il 50 per cento della popolazione marsigliese è nordafricana e nera africana”. “La porta dell’islam in Europa”, così lo sceicco Bachir Danmani ha definito Marsiglia. Il 26 novembre 2021 Eric Zemmour ha cercato di visitare il Marsiglia. Ovunque andasse, il giornalista è stato accolto al grido di “Allahu Akbar”. Giovani musulmani lo hanno minacciato. Il ristorante dove doveva pranzare è stato completamente saccheggiato.
Il presidente della comunità ebraica di Marsiglia, Zvi Ammar, ha chiesto ai correligionari di non indossare i simboli ebraici per strada. Troppo pericoloso. Uno studente ha tentato di assassinare un insegnante ebreo, “in nome di Allah”, perché indossava una kippah. Nei primi anni Duemila, la popolazione ebraica di Marsiglia era di 80.000 persone. Oggi, il numero di ebrei è sceso a 60.000.
Da un reportage del Courrier Internazional: “Alla scuola media privata Saint-Mauront, l’80 per cento degli studenti di questa scuola cattolica sono musulmani. Si stima che i giovani di fede islamica rappresentino ormai più del 10 per cento dei 2 milioni di studenti nell’educazione cattolica privata. Nei quartieri misti di Marsiglia e nelle regioni industriali del nord del Paese, la proporzione supera il 50 per cento”.
Il giornalista Jean-Paul Brighelli, di origine italiana, vive a Marsiglia e sul settimanale Le Point racconta: “Marsiglia è un laboratorio del lassismo. Qui la legge non si applica ovunque e la polizia è riluttante a pattugliare alcune zone della città. Non è un problema riservato ai quartieri settentrionali di una città malata: è una cancrena oscurantista che colpisce un’estremità, prima di raggiungere il resto dell’organismo”.
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