Pino Insegno e l’indecente campagna mediatica della feccia che non gli perdona l’amicizia con la Ducetta: come se a sinistra non esistesse una massa infinita di raccomandati

Sbarca su Rai2 con Mercante in fiera, da gennaio su Rai1 con L’eredità. “Ho 64 anni, nessuno dice che ne ho 40 di carriera alle spalle”. Conosce la premier “da 20 anni, la incrociai a una manifestazione. Da ragazzo ero democristiano, ora FdI è il cambiamento”

Non ci sta a passare per il raccomandato dell’anno. Pino Insegno, in procinto di sbarcare su Rai2 con Mercante in fiera (e da gennaio su Rai 1 con L’eredità) afferma in un’intervista a Repubblica che “per me parla la mia storia artistica; credo nella parola meritocrazia, è il motore della vita. Empatia e meritocrazia sono le cose che contano, ora vengo additato come “raccomandato”. Ho 64 anni, nessuno dice che ne ho 40 di carriera alle spalle, ho fatto le prime serate su Rai 1, la domenica pomeriggio, ho girato i teatri e fatto tv con l’Allegra brigata, poi è nata la Premiata ditta, sono un attore comico, faccio il doppiatore da una vita. Queste cose il pubblico le sa. Sento l’affetto e mi fa piacere. Il legame non si è mai spezzato”.

Conosce Giorgia Meloni da 20 anni, dice di essere stato a Palazzo Chigi per chiederle di “sostenere le iniziative per aiutare i malati di Sla”, e vuole tornarci, perché “voglio parlare col ministro della Pubblica istruzione Valditara per insegnare ai professori come usare la voce”. Giorgia Meloni “era una ragazza con una grande volontà, determinatissima. Francesco Storace mi aveva permesso di aprire accademie gratuite per i ragazzi, per me non aveva un colore politico, abbiamo sempre parlato di formazione dei giovani. La incrociai a una manifestazione. Giorgia è di Roma e della Roma, sul calcio fronti opposti. Le ricordo sempre: Viviamo in una società multilaziale”.

Pino Insegno dice che da ragazzo “ero democristiano. Ho avuto simpatia per i repubblicani, i liberali, come sono stato vicino a Renato Nicolini, che era comunista e ha fatto cose straordinarie. Se una persona di sinistra fa una cosa bella, chi è di destra la dovrebbe abbracciare. E viceversa. Una volta c’erano La Malfa, Moro, Berlinguer, Almirante. Non c’è stato un ricambio generazionale degno. Con FdI mi sono sentito di stare vicino a un cambiamento, con la speranza che sia reale, importante”.

Un ricordo dei genitori. “Papà faceva il vetrinista. Mamma morì il giorno prima che succedesse tutto: la nascita di mio figlio, il debutto su Rai 2. Sono nato a Monteverde vecchio e dico sempre: Morirò sotto un autobus della linea 75”.

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