Stava giocando a calcio quando, all’improvviso, ha perso i sensi. Ricoverato d’urgenza, in due soli giorni è deceduto a causa di una leucemia fulminante

Nel pomeriggio di venerdì 8 settembre, una tragica notizia ha colpito il cuore della comunità di Ardesio, in Val Seriana: Diego Fornoni, 16 anni, è deceduto a causa di una leucemia fulminante. Il giovane, noto e amato come animatore dell’oratorio di Ardesio, aveva accusato per un mese un dolore a una gamba, inizialmente scambiato per uno strappo muscolare.

Era venerdì quando Diego, ricoverato all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha perso la sua battaglia contro una malattia che si era manifestata con devastante rapidità. Ciò che inizialmente sembrava un infortunio da calcio, si è tragicamente rivelato essere sintomo di una condizione ben più grave. A seguito di un’esacerbazione del dolore il 6 settembre, Diego è stato condotto al pronto soccorso dell’ospedale di Piario, dove durante una Tac ha perso conoscenza. La diagnosi è stata sconvolgente: emorragia cerebrale dovuta a leucemia fulminante. Nonostante gli sforzi del team medico, il giovane non è riuscito a superare la malattia.

Gli eventi in programma ad Ardesio, inclusa la manifestazione “Ardesio si blocca” e la festa dell’oratorio, sono stati annullati in segno di lutto. La comunità, scossa e addolorata, ha mostrato la sua vicinanza ai familiari del ragazzo, radunandosi in preghiera nel santuario locale.

Fornoni era conosciuto anche per il suo legame con la segheria di famiglia a Villa d’Ogna e avrebbe dovuto frequentare il terzo anno all’Isiss di Gazzaniga, indirizzo Meccatronica. La scuola ha ricordato Diego con un messaggio toccante su Facebook, sottolineando l’importanza dei valori fondamentali della vita. Anche la squadra di calcio dell’Asd Città di Clusone, dove Diego giocava, ha espresso il proprio dolore per la perdita, con un messaggio di cordoglio.

In questo momento di profondo dolore, Ardesio e le comunità circostanti si uniscono nel ricordo di un giovane la cui vita è stata spezzata troppo presto, dimostrando quanto il tessuto sociale possa essere resiliente e solidale di fronte alla tragedia.

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